Yohimbe | Corynanthe Yohimbe K. Schum
La Johimbe o Yohimbe (Pausinystalia johimbe (K. Schum.) Pierre ex Beille, 1906) è un albero di altezza elevata della famiglia delle Rubiaceae, originario dell’Africa centro-occidentale (Congo, Camerun e Gabon). Ha foglie grandi, glabre, cuoiose e fiori grandi raccolti in infiorescenze ombrelliformi. Della pianta si usa la corteccia del fusto, che si presenta in pezzi appiattiti o arrotolati, e contiene la maggior parte del principio attivo, soprattutto alcaloidi indolici di cui il principale è la yohimbina accompagnata da sostanze di simile struttura ed attività (ioimbinina, ioimbenina).
Gli alcaloidi della corteccia del Corynanthe Yohimbe sono basi terziarie indoliche, distinguibili in due gruppi:
- gruppo della yoimbina e dei suoi isomeri (corinantina, pseudo-yoimbina, allo-yoimbina, a-yoimbina e b-yoimbina);
- gruppo della corinanteina e della tetraidroalstonina (ajmalicina, corinanteina e diidrocorinanteina).
La quantità percentuale di alcaloidi nelle cortecce commerciali oscilla entro limiti piuttosto ampi (dallo 0,5% fino al 6- 9,35 %). Per il titolo di yoimbina della corteccia dei fusti sono stati ottenuti valori compresi tra 0,36% e 3,4%.
La yohimbina (presente anche in diverse specie di Rauwolfia) è tradizionalmente considerata afrodisiaca (capace di stimolare il desiderio e le performances sessuali) e stimolante (capace di potenziare le capacità fisiche o intellettuali, fino a produrre effetti psichedelici a dosi elevate). Nel mondo occidentale, la yohimbina è conosciuta soprattutto come sostanza utile per favorire le performances sportive, migliorare l’erezione e favorire il dimagrimento.
La yohimbina è un inibitore selettivo dei recettori α2-adrenergici con un effetto ipertensivo e un inibitore delle MAO (enzimi implicati nel metabolismo delle catecolamine) e pertanto può amplificare in modo pericoloso l’effetto di bevande alcoliche, farmaci e droghe. Ha effetti stimolatori sui gangli sessuali del midollo sacrale e un effetto di vasodilatazione periferica simile a quello del sildenafil; è perciò capace di produrre una prolungata erezione. A dosi elevate determina effetti vagamente psichedelici. La yohimbina appare provvista di potere ipotensivo ed è comunque un vagolitico simile all’atropina, determinando anche per questo facili tachicardie, e con proprietà anestetiche locali simili a quelle della cocaina. Può determinare insonnia e tachicardia. Sostanialmente, la yoimbina ha scarse applicazioni terapeutiche.
La yohimbina causa ansia e psicosi nelle persone che soffrono di schizofrenia. Pertanto l’uso di yohimbe in questi pazienti è sconsigliato.
Lo yohimbe è un inibitore delle MAO (mono ammino ossidasi), quindi i cibi che contengono tiramina (formaggio, fegato, vino rosso ecc.) ed i decongestionanti nasali dovrebbero essere evitati quando la droga è usata. Così anche gli individui con ipotensione, diabete, schizofrenia, malattie renali o epatiche dovrebbero essere consapevoli dei possibili rischi associati alla somministrazione di yohimbe. La yohimbina può causare eccitazione nervosa, insonnia, ansia, ipertensione, tachicardia, broncospasmo, nausea e vomito.
Questa pianta rientra nella lista del ministero della salute per l’impiego non ammesso nel settore degli integratori alimentari.