Vulvaria | Chenopodium Vulvaria
Il farinello puzzolente (Chenopodium vulvaria L.) è una pianta erbacea annuale o perenne dalla tipica infiorescenza a pannocchia. appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae, diffusa in tutta la penisola italiana. La pianta emana un caratteristico odore di pesce marcio in grado di permanere a lungo su mani e vestiti. Tra l’altro l’odore sgradevole di questa pianta persiste sulle mani anche dopo averle lavate energicamente con acqua e sapone; questo è dovuto alla presenza di trimetilamina ma sono presenti anche sostanze tanniche, nitrati e fosfati di potassio e di calcio, carbonato di ammonio.
Il farinello puzzolente, che può raggiungere un’altezza di 40 cm, ha un fusto molto ramificato e una radice fittonante molto sottile. Le foglie sono di forma romboidale, picciolate e, come quelle del Chenopodium album, sono bianco-polverulente su entrambe le pagine.
È un’erba annuale che mal sopporta la competizione con altre specie e pertanto si ritrova negli incolti aridi e sassosi, tra le macerie e al margine delle strade.
Il termine Chenopodium deriva dal greco χήν chén oca e da πóδιον pódion piede in riferimento alla forma delle foglie; l’epiteto specifico vulvaria da vulva, organo sessuale femminile, per l’odore sgradevole, ammoniacale, in riferimento al caratteristico odore delle foglie schiacciate che ricorda l’odore di pesce. Il farinello puzzolente ha diversi nomi regionali: brinaiola, connina, erba puzzolona, cinisco, diacciola salvatica, erba che puzza di baccala, erba cunena, erba curnacia, erba d’carogna, erba de can, erba d’la pozza, erba fetente, erba morta, erba pescaria, erba pota, erba pudescia, ficattola, geniscu, inisca, inisco, odor di fica, odordifica, ruggiadella, treplese.
È un’erba annuale che mal sopporta la competizione con altre specie e pertanto si ritrova negli incolti aridi e sassosi, tra le macerie e al margine delle strade.
Usata in passato come moderato emmenagogo, lieve antispasmodico, lieve antielmintico e antisterico; si trovano indicazioni del suo impiego anche come antireumatico. Oggi l’uso dell’erba è stato abbandonato, anche per via del suo odore sgradevole e persistente.