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Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Circulation: Heart Failure, una rivista dell’American Heart Association, ha dimostrato che vivere vicino a punti vendita di cibo pronto come pub, bar e fast-food è legato a un rischio maggiore di sviluppare insufficienza cardiaca.
L’associazione tra ambienti alimentari e aumento del rischio di insufficienza cardiaca era più forte tra le persone che non avevano una laurea e coloro che vivevano in aree urbane senza accesso a strutture per l’attività fisica come palestre o centri fitness.
L’insufficienza cardiaca è una condizione in cui il muscolo cardiaco non riesce a pompare abbastanza sangue per soddisfare le esigenze dell’organismo. Pochi studi hanno valutato la relazione tra insufficienza cardiaca e ambiente alimentare: questo studio è probabilmente il primo a valutare tale associazione con osservazione a lungo termine.
I ricercatori hanno valutato, in uno studio prospettico di coorte, l’associazione utilizzando i dati della UK Biobank, un database su larga scala contenente informazioni sanitarie per oltre 500.000 adulti nel Regno Unito, di età compresa tra 37 e 73 anni, reclutati da 22 centri di valutazione in Inghilterra, Scozia e Galles tra marzo 2006 e ottobre 2010, seguiti fino a maggio 2021. E’ stata misurata l’esposizione dei partecipanti a tre tipi di ambienti alimentari: pub o bar, ristoranti o caffetterie e fast-food. L’esposizione è stata valutata considerando sia la vicinanza (vivere entro 1 chilometro/0,62 miglia – o entro 15 minuti a piedi) sia la densità (il numero di punti vendita di cibo pronto entro il predefinito 1 chilometro/0,62 miglia). È stato misurato anche il tasso di insufficienza cardiaca incidente per tutti i partecipanti; lo studio ha documentato quasi 13.000 casi di insufficienza cardiaca durante un periodo di follow-up di 12 anni. I risultati, nel complesso, suggeriscono che
- i partecipanti con la più alta densità di punti vendita di cibo pronto – definita come un’area di 1 chilometro/0,62 miglia con 11 o più punti vendita pronti – avevano un rischio maggiore di insufficienza cardiaca del 16% rispetto a quelli senza ambienti di cibo pronto vicino alle loro case;
- quelli nelle aree a più alta densità di pub e bar hanno mostrato un rischio maggiore del 14% di insufficienza cardiaca; mentre quelli nelle aree a più alta densità di fast food avevano un rischio maggiore del 12%;
- i partecipanti che vivevano più vicini a pub e bar – meno di 500 metri (0,31 miglia) – avevano un rischio maggiore di insufficienza cardiaca del 13%; mentre quelli più vicini ai fast-food avevano un rischio maggiore del 10% rispetto a quelli che vivevano più lontano (più di 2.000 metri o 1,24 miglia);
- il rischio di insufficienza cardiaca era maggiore tra i partecipanti senza titolo universitario e tra gli adulti che vivevano in aree urbane senza accesso a strutture formali per l’attività fisica, come le palestre.
I risultati erano in linea con le aspettative, in quanto studi precedenti hanno suggerito che l’esposizione ad ambienti alimentari pronti è associata al rischio di altri disturbi, come il diabete di tipo 2 e l’obesità, che possono anche aumentare il rischio di insufficienza cardiaca. Del resto le persone che vivevano in quartieri con più bar e fast food avevano più facilità a mangiare cibi molto grassi, molto dolci e molto salati. Alla luce dei risultati, gli autori suggeriscono che migliorare l’accesso ad ambienti alimentari più sani e a strutture per il fitness nelle aree urbane, oltre ad aiutare più persone a raggiungere livelli di istruzione più elevati, potrebbe ridurre l’aumento del rischio di insufficienza cardiaca legato alle opzioni di pasto veloce.
Xue Q, Li X, Ma H, Wang X, Heianza Y, Qi L. Ready-to-Eat Food Environments and Risk of Incident Heart Failure: A Prospective Cohort Study. Circ Heart Fail. 2024 Mar;17(3):e010830. doi: 10.1161/CIRCHEARTFAILURE.123.010830. Epub 2024 Feb 27. PMID: 38410999; PMCID: PMC10950530.