Uva ursina | Arctostaphylos uva-ursi (L.) Sprengel
L’Uva ursina è una delle specie appartenenti alla famiglia ericacee e al genere Arctostaphylos; è un piccolo arbusto spontaneo, latifoglie e sempreverdi, dell’altezza di circa 30-35 cm. Le foglie si rigenerano circa ogni tre anni. Produce dei frutti a forma di piccole bacche rosse dal sapore aspro non molto gradevole. Il periodo più indicato per la raccolta delle foglie è l’estate e i metodi di somministrazione sono molteplici: in polvere tal quale oppure mista a miele o marmellate; sotto forma di decotto o macerato o anche come estratto fluido da prendere in gocce. La presenza di tannini e acido gallico nelle foglie rendeva l’uva ursina un buon colorante grigio, bruno o nero da adoperare durante la conciatura delle pelli, in particolare del cuoio russo e marocchino.
L’etimologia del nome “uva ursina” deriva dal latino “uva ursi” in quanto gli orsi sono molto golosi dei suoi frutti.
Il principale costituente della droga è l’arbutina, glicoside dell’idrochinone; sono presenti anche la metilarbutina, l’idrochinone e altri derivati dell’idrochinone. L’acido fenolico maggiormente rappresentato è l’acido gallico, che, assieme alla galloilarbutina, costituisce la principale frazione dei gallotannini. Altri costituenti sono i flavonoidi e i triterpeni come l’acido ursolico e l’uvaolo.
Grazie alle sue proprietà antibatteriche e diuretiche è solitamente usata come rimedio contro le cistiti, uretriti e infiammazioni/infezioni lievi dell’apparato urinario e nelle prostatiti. Il Ministero della Salute, nel Decreto 9 luglio 2012 “Disciplina dell’impiego negli integratori alimentari di sostanze e preparati vegetali” definisce l’effetto fisiologico dell’Arctostaplhylus Uva Ursi: Drenaggio dei liquidi corporei. Funzionalità delle vie urinarie. La droga è costituita dalle foglie raccolte prima della fioritura, quindi utilizzate fresche o più comunemente essiccate. Altri componenti del fitocomplesso, come tannini e metaboliti del piceoside, espletano un’azione sinergica con l’arbutina.
L’uva ursina viene utilizzata come antisettico delle vie urinarie visto che l’idrochinone, il principio attivo, combatte l’adesione dei batteri alle pareti uroteliali e agevola il loro allontanamento da parte dell’urina. L’idrochinone ha mostrato ottime azioni antinfiammatorie quando è venuto a contatto con i ceppi più diffusi quali l’Escherichia coli e lo Streptococcus, infatti l’Uva Ursi è impiegata come terapia nutraceutica e non anti-antibiotica assieme ad altri prodotti naturali come Cranberry ed Echinacea per la cura della cistite e della cistite recidivante.
Ha dato ottimi risultati anche nell’ipertrofia prostatica e nella ritenzione urinaria.
Va infine ricordato che proprio i benefici principi attivi della pianta, se usati in modo non appropriato, possono dar luogo, a causa dei tannini, a fenomeni irritativi del tubo digerente e a veri e propri fenomeni allergici (ma l’aggiunta di Menta può aiutare a contrastare questo effetto). Evitare l’assunzione in contemporanea con Vitamina C che, acidificando le urine, diminuirebbe l’azione dell’Uva ursina.
L’uva ursina è controindicata in condizioni fisiologiche come gravidanza e allattamento, ed in condizioni patologiche come insufficienza renale e allergia all’acido acetilsalicilico. Se ne sconsiglia l’uso al di sotto dei 12 anni.
L’assunzione di uva ursina non dovrebbe protrarsi oltre la settimana (o per più di cinque volte all’anno) senza consultare il medico. L’uva ursina tende a conferire all’urina una colorazione marrone, che si scurisce all’aria.