Tuberi

Taro – Colocasia esculenta

Il taro è la radice commestibile della Colocasia esculenta, una pianta tropicale originaria dell’Asia, appartenente alla famiglia delle Aracee, coltivata per ragioni ornamentali, oltre che a scopo alimentare in varie parti del mondo, anche nel Mediterraneo.

In giapponese la parola Tarō, Tarou o Taro (太郎) significa letteralmente “figlio più anziano”, essendo composto da 太 (ta, “grande”, “spesso”) e 郎 (rou, “figlio”); è quindi analogo dal punto di vista semantico ai nomi Primo e Winona.

Originaria dell’India orientale e del Bangladesh, da dove si è diffusa verso l’Asia orientale e le isole del Pacifico, la pianta viene coltivata in particolare in alcune zone tropicali come la Nigeria (oggi primo produttore), Ghana, Cambogia, Costa d’Avorio; in questi paesi, essa rappresenta un’importante base alimentare. In Italia cresce molto bene all’aperto nelle regioni meridionali e in Sardegna e in alcuni casi si è anche naturalizzata.

La Colocasia viene coltivata anche come pianta d’appartamento; può arrivare a misurare un’altezza di un metro e mezzo, e vanta un alto potere decorativo imputabile alle foglie giganti (dette anche orecchie di elefante) a forma di cuore allungato o di freccia e che arrivano a misurare 80 centimetri di lunghezza e 40 di larghezza; i margini sono ondulati, il colore è verde, ed in alcune specie hanno evidenti nervature. I fiori sono infiorescenze formate da una spiga costituita da fiori e circondata da una brattea (foglie trasformate che proteggono il fiore e il frutto dal gelo e dai parassiti); misurano dai 20 ai 40 centimetri, sono a forma di imbuto e di colore giallo-crema; ricordano i fiori delle calle. Ogni pianta può portare più di una infiorescenza; il frutto è una bacca di 3 – 5 mm di diametro contenente numerosi semi. La fioritura e formazione del seme sono relativamente rari e la moltiplicazione è vegetativa, a partire da pezzi di cormo o cormi secondari allo stadio di 3 – 5 foglie o da piantine moltiplicate in semenzaio.

Il sistema radicale è superficiale e fibroso. Il cormo centrale, che rappresenta la struttura principale del fusto della pianta, ha forma cilindrica, è lungo fino a 30 cm e ha un diametro di 15 cm; la polpa può essere gialla, rosa o bianca. Esso costituisce la parte commestibile principale della pianta. Il tubero, noto col nome di origine polinesiana di taro, o anche eddo

presenta una buccia sottile e ruvida, di colore rosso scuro-marrone, quasi cioccolato, e una polpa soda e carnosa, bianca con possibili riflessi violacei.

Le radici possono essere cucinate in molti modi diversi, tra cui la bollitura, la frittura e la cottura al forno. In alcune parti del mondo, la radice viene anche essiccata e trasformata in farina per la produzione di pane o biscotti.

La Colocasia cresce bene in terreni umidi e fangosi, ed è spesso coltivata in risaie o in terreni alluvionali; richiede in effetti terreno fertile e frequenti irrigazioni; non tollera la siccità; cresce bene anche ai margini di laghetti.

La Colocasia esculenta conta tantissime cultivars che si diversificano per alcune caratteristiche: il colore delle foglie e dei piccioli, la forma dei rizomi, le dimensioni, la rusticità solo per citarne alcune. Tra queste:

  • Colocasia esculenta “Black Magic” caratterizzata da foglie e piccioli color porpora scurissimo, quasi nere, opache.
  • Colocasia esculenta “Fontanesii: si tratta di una cultivar che si distingue per i piccioli e le venature porpora scuro. Presenta la lamina fogliare lucida
  • Colocasia esculenta “Mojito: presenta macchie porpora-nerastro sulla lamina fogliare. I piccioli sono scuri.
  • Colocasia esculenta Illustris”: questa antica cultivar antica presenta piccioli e venature verdi; le foglie nere violacee fumose contrastano brillantemente con le caratteristiche venature verde brillante che le attraversano.
  • Colocasia esculenta “Black Beauty: somiglia alla varietà “Illustris” ma è di un verde più scuro.
  • Colocasia esculenta “Nancy’s Revenge”: presenta foglie completamente verdi con una macchia bianca al centro che si allarga col tempo, in particolare lungo le venature principali. Ha meno tolleranza al freddo rispetto ad altre varietà.
  • Black Runner”: è invece una varietà simile a “Black Magic” ma leggermente più scura, presenta margini fogliari ondulati e con numerosi stoloni.
  • La varietà “Black Coral”: la differenza con la “Black Magic” sta nelle foglie corrugate ed insolitamente lucide.
  • Colocasia esculenta “Pink China”: ha il picciolo rosa.
  • Colocasia esculenta “Coffee Cups”: questa varietà è caratterizzata da una lamina fogliare di colore verde lucido e da nervature porpora scuro. La sua peculiarità è rappresentata dai margini della foglia che sono molto più in alto del centro della foglia.

Proprietà e benefici del taro

Il taro è un tubero che ricorda le più celebri patate non solo nell’aspetto (nonostante sia leggermente più piccolo) ma anche da un punto di vista nutrizionale.

il Taro è una fonte ricca di carboidrati, fibre, vitamine e minerali tra cui spiccano magnesio, potassio, ferro e calcio, In particolare, le radici sono ricche di amido resistente, carboidrato che non viene digerito dall’intestino tenue e che può avere benefici per la salute intestinale.

Il taro contiene anche una buona quantità di vitamine, in particolare vitamina A e vitamina E,  vitamina C, vitamina B6, folati. Tuttavia, questo alimento contiene anche acido ossalico, che può interferire con l’assorbimento di calcio e provocare irritazioni. Per questo motivo, è importante cuocere bene questo tubero prima di consumarlo, in modo da ridurre il contenuto di acido ossalico e renderlo sicuro da mangiare.

Possiede un’alta digeribilità, molto più di quella della patata; a differenza delle patate però  non provoca un innalzamento dei livelli di glicemia nel sangue, e per questo motivo può essere consumato anche da chi soffre di diabete; regola la funzione cardiaca e favorisce la naturale circolazione del sangue. Apprezzato per il suo effetto diuretico, il taro ha proprietà antiossidanti dovute alla presenza di antociani ed è utile per proteggere e rafforzare il sistema immunitario, effetto della vitamina C.

Il taro è povero di proteine vegetali (attorno all’1%): le popolazioni rurali del Sud-Est asiatico, che sono costrette a farne un uso quasi esclusivo, presentano un addome rigonfio, sintomo tipico di questa carenza e di un eccesso di carboidrati.

Usi in cucina

In generale, il Taro è una pianta nutriente e versatile, che può essere utilizzata in molti piatti diversi per arricchire la dieta con carboidrati complessi, fibre e sostanze nutritive.

Gli antichi romani conoscevano bene il taro e lo proponevano come contorno di piatti di carne come oggi si fa con le patate. Il taro è stato utile per la sopravvivenza della popolazione dell’isola greca Icaria durante la seconda guerra mondiale e ancora oggi in Grecia il tubero bollito viene servito in insalata, condito con olio e succo di limone.

Il taro rappresenta un ingrediente fondamentale nella tradizione culinaria delle popolazioni sud americane e di alcuni Paesi del continente africano; è amato nella cucina orientale e protagonista della tradizione dell’Oceania.

Il taro è un tubero dal sapore molto delicato, leggermente terroso e dolciastro, simile a una combinazione tra patate e castagne; come le comuni patate ha un’enorme versatilità di impiego.

Può essere utilizzato sia per preparare piatti dolci che per ricette salate. Una volta sbucciata e pulita, la polpa del taro può essere semplicemente cotta al vapore, bollita o saltata in padella e servita come contorno da accompagnare a piatti a base di maiale o manzo, gusti con cui questo tubero si sposa alla perfezione. Ottime le chips (chips di taro), fritte in olio bollente proprio come le comuni patate, da mangiare rigorosamente con le mani.

In Cina, il taro è usatissimo oltre che cotto al vapore, bollito, saltato in padella, stufato con carne di manzo o di maiale; una volta cotto, viene impiegato come ripieno di ravioli o ancora trasformato in purea e aggiunto come insaporitore a dolci e bevande come gelati o bubble tea.

Pure a Taiwan, il tubero è un apprezzato ingrediente per dessert come le palline di taro, servite semplicemente con lo sciroppo oppure con pudding di tofu (douhua) o il famoso gelato grattugiato taiwanese (bao bing).

In India è aggiunto ai piatti di curry o agli stufati di lenticchie (sambar), fritto in pastella per la colazione (come se fossero dei pancakes), cotto al vapore oppure bollito in acqua profumata al tamarindo e accompagnato dai tradizionali chutney, solo per fare qualche esempio.

In Giappone è fatto sobbollire nel brodo di pesce (dashi) e salsa di soia.

In passato questo tubero veniva proposto al posto del riso come companatico. Ed è alle Hawaii che questo prodotto ha ancora un ruolo fondamentale nella alimentazione di tutti i giorni. Il poi hawaiano, che accompagna ogni pasto fin dalla più tenera età, non è altro che taro cotto, pestato in un mortaio e miscelato con un goccio d’acqua per rendere il tutto più cremoso. Si può gustare fresco oppure può essere lasciato fermentare. Con la radice di taro in polvere mescolata a latte e perle di tapioca si prepara il taro bubble tea, la bevanda fresca e dissetante di cui tutti parlano e che si  trova sempre più spesso per le strade delle nostre città.

In Thailandia i cubetti bolliti sono venduti come street food per le strade e nei mercati, così come le citate chips di taro. Si può poi aggiungere nelle zuppe come si fa in Corea del sud (toranguk) ma anche nel Centro America (Panama, Costa Rica e Nicaragua). Mentre nelle Filippine lo propongono spesso nello stufato di gamberi. Il taro non è solo una tradizione esotica.

Celebre la zuppa coreana a base di taro, che pare aiutare le funzioni digestive oltre ad avere un ottimo sapore: la zuppa viene infatti servita in genere durante le festività e le occasioni più importanti perché aiuta appunto a mandare giù tutti i piatti preparati per l’occasione.

In Italia non è facilissimo trovare il taro e piatti a base di taro. Si può acquistarlo principalmente online; si può anche assaggiare questa radice nei ristoranti cinesi che servono dim sum o polpettine ripiene di taro: la sensazione è molto simile a quella di una patata ma dalla texture molto più leggera.

Redazione amaperbene.it

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