Semaglutide e gli analoghi del peptide-1 simil-glucagone (GLP-1)
Pillola di conoscenza
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L’obesità, sempre più diffusa, viene ormai considerata una malattia cronica, invalidante e pericolosa, nonché soggetta a un giudizio sociale che può provocare problemi di tipo psicologico. Tuttavia è spesso sottodiagnosticata, stigmatizzata e non di rado trattata con indicazioni generiche e diete non sempre efficaci.
Per fortuna la ricerca sui farmaci contro l’obesità negli ultimi anni ha compiuto progressi incredibili, dando vita ad una nuova tipologia di molecole, già utilizzate dai diabetici, come gli analoghi del peptide-1 simil-glucagone (GLP-1), a base di semaglutide e liraglutide,
La semaglutide, in particolare, nel dicembre 2023 è stata riconosciuta dalla prestigiosa rivista Science come scoperta scientifica dell’anno; questa molecola placa la fame e riduce la glicemia, rallentando lo svuotamento dello stomaco; oltre a indurre una significativa perdita di peso (produrrebbe un dimagrimento medio del 16% in un anno), riduce anche i sintomi dell’insufficienza cardiaca e il rischio di infarti e ictus.
Secondo una ricerca pubblicata sul New England Journal of Medicine nel novembre 2023, infatti, i pazienti non diabetici trattati con semaglutide hanno riscontrato una riduzione del rischio cardiovascolare, mentre un precedente studio – uscito recentemente sulla stessa rivista – si era occupato dei buoni risultati della semaglutide nel contenere i sintomi legati allo scompenso cardiaco. Per la Società italiana dell’obesità (Sio), l’introduzione di questi farmaci, in particolare della semaglutide, rappresenta una vera rivoluzione nella cura dei pazienti obesi. Il giudizio più che positivo è dovuto all’efficacia di queste molecole, normalmente abbastanza ben tollerate, di cui esiste un’esperienza piuttosto lunga nei pazienti con diabete di tipo 2, senza che vi siano mai state segnalazioni di problemi particolari.
Questa sostanza, peraltro, da alcuni anni è conosciuta negli Stati Uniti in quanto usata dalle star nella dieta per dimagrire. Ma l’utilizzo non è del tutto privo di effetti collaterali e deve avvenire sotto stretta supervisione medica, senza eccessi (negli Stati Uniti si sono verificati episodi di uso smodato, che hanno portato alla denutrizione e all’intossicazione). Tra gli effetti collaterali, il più tipico è la nausea, che può essere accompagnata da vomito o diarrea. In genere si tratta di sintomi transitori, perché lo stomaco tende ad adattarsi, ma in episodi più rari si sono registrate anche paralisi gastriche, pancreatite e ostruzioni intestinali. Molto resta però ancora da scoprire circa la molecola; ad esempio, basta sospendere l’uso del farmaco, per riprendere peso rapidamente.
Sebbene negli Stati Uniti l’autorizzazione per il trattamento dell’obesità è in vigore da tempo, in Italia, come indica l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), al momento il prodotto è destinato solo ai diabetici, che hanno anche diritto alla rimborsabilità da parte del Servizio sanitario nazionale. Come riportato, infatti, “ogni altro utilizzo, inclusa la gestione del peso, rappresenta un uso off-label e attualmente mette a rischio la disponibilità del farmaco per la popolazione indicata”. A frenare la diffusione resta la scarsa disponibilità, tanto che il 14 novembre scorso Aifa prevedeva per la semaglutide “carenze intermittenti per tutto il 2024” e per la liraglutide – molecola della stessa classe ma della generazione precedente e un po’ meno efficace – “carenze almeno fino al secondo trimestre del 2024”.
Tuttavia, l’emergenza creata dall’obesità infantile, fa sì che queste nuove molecole interessino anche per il trattamento dei ragazzi dai 12 anni di età, alla luce anche dei dati più che incoraggianti di uno studio dell’Università del Minnesota, i cui risultati sono stati presentati al Congresso europeo sull’obesità a Dublino e pubblicati nel 2022 sul New England Medical Journal. Somministrato una sola volta la settimana per 68 settimane a un gruppo di 180 ragazzi obesi tra i 12 e i 18 anni, il farmaco ha permesso al 25% dei partecipanti di tornare a un peso normale e al 19,5% di scendere dallo stato di obesità a quello di sovrappeso.
Per quanto efficaci, questi farmaci devono sempre essere affiancati da un piano nutrizionale sano e controllato e da attività fisica, soprattutto quando i pazienti perdono peso, per mantenere e sviluppare il tono e l’elasticità muscolare.
Al di là delle autorizzazioni per i diversi utilizzi, nei prossimi anni la ricerca prevede l’introduzione di alcune altre molecole analoghe alla semaglutide, anche somministrabili per via orale. Tra queste la tirzepatide, altra agonista di GLP-1, che avrebbe dimostrato un’efficacia perfino superiore nella perdita di peso. Inoltre, sono in corso ulteriori ricerche sull’utilizzo degli agonisti del recettore del GLP-1 per impieghi diversi, ovvero il trattamento della tossicodipendenza, delle malattie di Alzheimer e di Parkinson, grazie alla capacità di queste sostanze nel modificare e regolare l’attività del sistema nervoso centrale.
Weghuber D, Barrett T, Barrientos-Pérez M, Gies I, Hesse D, Jeppesen OK, Kelly AS, Mastrandrea LD, Sørrig R, Arslanian S; STEP TEENS Investigators. Once-Weekly Semaglutide in Adolescents with Obesity. N Engl J Med. 2022 Dec 15;387(24):2245-2257. doi: 10.1056/NEJMoa2208601. Epub 2022 Nov 2. PMID: 36322838; PMCID: PMC9997064. Lincoff AM, Brown-Frandsen K, Colhoun HM, Deanfield J, Emerson SS, Esbjerg S, Hardt-Lindberg S, Hovingh GK, Kahn SE, Kushner RF, Lingvay I, Oral TK, Michelsen MM, Plutzky J, Tornøe CW, Ryan DH; SELECT Trial Investigators. Semaglutide and Cardiovascular Outcomes in Obesity without Diabetes. N Engl J Med. 2023 Dec 14;389(24):2221-2232. doi: 10.1056/NEJMoa2307563. Epub 2023 Nov 11. PMID: 37952131.