Santol – Sandoricum koetjape
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Sandoricum koetjape, il santol, sentul o frutto del cotone, è un frutto tropicale originario del sud-est asiatico marittimo (Malesia), ma è stato introdotto in Indocina, Sri Lanka, India, Australia settentrionale, Mauritius e Seychelles. È comunemente coltivato in tutte queste regioni e i frutti sono stagionalmente abbondanti nei mercati locali e internazionali.
Descrizione
Sandoricum è un albero a rapida crescita, alto fino a 30 m, con tronco dalla corteccia chiara e liscia, sotto cui scorre una linfa lattiginosa, mentre i rami giovani sono bruni e densamente pubescenti. La pianta cresce dal livello del mare fino a un’altitudine di 1000 m sopra il livello del mare; preferisce terreni profondi e organici e con precipitazioni distribuite durante tutto l’anno, sebbene tolleri anche lunghi periodi di siccità. Il santol è un albero molto produttivo: un albero maturo può produrre tra 18.000 e 24.000 frutti all’anno. A Porto Rico produce nei mesi di agosto e settembre.
Le foglie, disposte a spirale sui rametti, sono trifogliate, con foglioline oblunghe dal margine appena dentato. All’ascella delle foglie spuntano i fiori a 5 petali gialli e 10 stami, riuniti in pannocchie allungate. Il frutto è una capsula sferoidale, di colore giallo dorato o rosato, di 5-7 cm di diametro; la sua parte esterna ha consistenza carnosa, mentre quella interna, più succosa, è biancastra e translucida; entrambe queste parti sono commestibili, a differenza dei 3-5 semi, lunghi circa 2 cm, che possono invece dare problemi all’intestino.
Esistono due varietà di frutti di santol, precedentemente considerate due specie diverse, la varietà gialla e quella rossa. La differenza sta nel colore che assumono le foglie più vecchie prima di cadere. La rossa sembra essere più comune e le foglie rossastre mescolate a quelle verdi aggiungono distinzione e attrattiva all’albero.
I frutti hanno spesso le dimensioni, la forma e la consistenza leggermente pelosa delle pesche, con una sfumatura rossastra. Entrambi i tipi hanno una buccia che può essere una sottile scorza o una spessa scorza, a seconda della varietà. È spesso commestibile e in alcune cultivar può contenere un succo lattiginoso.
La polpa centrale vicino ai semi può essere dolce o aspra e contiene semi marroni non commestibili. In alcune varietà la scorza esterna è più spessa ed è la principale porzione commestibile, con un leggero sapore di pesca combinato con un po’ di sapore e la consistenza polposa delle mele. In altre la scorza esterna è più sottile e dura e la polpa biancastra interna attorno ai semi viene mangiata. Questa può essere piuttosto aspra in molte cultivar, il che ha ridotto l’accettazione generale dell’albero.
La maggior parte delle varietà migliorate hanno uno spessore maggiore della scorza esterna commestibile, che può essere mangiata con un cucchiaio lasciando solo la pelle esterna, e dovrebbe aumentare l’accettazione del santol in tutto il mondo.
Nei parchi e nei giardini del Sud-est asiatico il santol fa la sua figura come albero ornamentale; talvolta il legno, di discreta qualità, viene usato per imbarcazioni, mobili, infissi e oggettistica varia.
Proprietà
Tecnicamente, quello che si mangia del santol è l’arillo carnoso del frutto, la cui polpa è agrodolce, e viene consumata fresca condita di spezie, oppure sotto forma di gelatine e conserve. I giovani frutti vengono canditi, mentre i frutti maturi, dal sapore vinoso, vengono talora fatti fermentare insieme al riso per produrre una bevanda alcolica.
Il frutto del santol è comunque una ottima fonte di vitamina C, ma anche altre parti della pianta sono considerate dalla medicina tradizionale: le radici, le foglie e la corteccia, ed a tutte si riconoscono proprietà astringenti, antidiarroiche, toniche e stomachiche; se ne preparano aceti medicinali e polveri (la polvere della corteccia funziona da vermifugo).
Usi
I frutti maturi vengono raccolti arrampicandosi sull’albero e staccandoli a mano, in alternativa si può usare un lungo bastone con un’estremità biforcuta per torcere i frutti. La polpa viene mangiata cruda e semplice o con aggiunta di spezie. Viene anche cotta e candita o trasformata in marmellata.
Nella cucina filippina, la scorza grattugiata viene cotta nel latte di cocco (con pezzetti di maiale e peperoncino) e servita come sinantolan nel sud di Luzon. I frutti aspri parzialmente maturi vengono anche usati come agente acidificante nei piatti di brodo acido come il sinigang.
Nella cucina tailandese questo frutto viene utilizzato per preparare il som tam quando non è ancora completamente maturo. È anche uno degli ingredienti principali del santol e del maiale e del santol e del curry tailandese con gamberi.
Il legno dell’albero è utile per la costruzione, essendo abbondante e solitamente facile da lavorare e lucidare. È un buon albero da ombra. Le foglie e la corteccia sono state utilizzate in medicina come cataplasma. Diverse parti della pianta possono avere effetti antinfiammatori, e alcuni estratti chimici dagli steli di santol hanno mostrato proprietà antitumorali in vitro. Gli estratti dai semi di santol hanno proprietà insetticide.
Controindicazioni
I medici in Thailandia e nelle Filippine hanno messo in guardia sul rischio di ostruzione intestinale e perforazione derivante dall’ingestione di semi interi di Sandoricum koetjape. Una fonte afferma che nelle Filippine si verificano circa 200 casi all’anno. Il “bangkok santol“, una varietà più grande, potrebbe essere responsabile di casi più gravi di chirurgia addominale. Sintomi comuni sono dolore addominale con peritonite che richiede un intervento chirurgico per rimuovere i semi. In una revisione retrospettiva, 6 dei 30 pazienti con perforazione del colon indotta dai semi di Sandorica sono morti entro 28 giorni dallo sviluppo di shock settico.