Rosa Canina
Rosa canina L., 1753 è una pianta appartenente alla famiglia delle Rosaceae. È la specie di rosa spontanea più comune in Italia, e molto frequente nelle siepi e ai margini dei boschi. Talvolta viene chiamata rosa di macchia, oppure rosa selvatica. È l’antenata delle rose coltivate, quella di partenza per le varietà oggi conosciute.
La rosa canina è un arbusto spinoso tipico della zona mediterranea, una specie selvatica che si trova spesso lungo le siepi, al margine di boschi, nelle boscaglie degradate e, in qualità di arbusto pioniero, nei prati, pascoli, campi e vigneti abbandonati, su cumuli di sassi, su suoli abbastanza profondi, limosi, moderatamente aridi, dal piano sino a 1.900 m s.l.m.
Il nome “canina” si deve a Plinio il Vecchio, il quale affermava che un soldato romano fosse guarito dalla rabbia, contratta dopo essere stato morso da un cane rabbioso, grazie a un decotto di radici di questa pianta, a cui sono ascritte proprietà antirabbiose secondo la tradizione popolare, non confermate però dal punto di vista scientifico.
L’arbusto della rosa canina presenta fusti fini, legnosi e ricchi di spine, esso può raggiungere come massimo i 3-4 metri di altezza, ha foglie ellittiche e dentate e fiori che sfumano dal bianco al rosa. Questi ultimi, delicatamente profumati, fioriscono tra maggio e luglio, possono essere singoli o raggruppati a tre e sono molto amati dalle api bottinatrici. In ottobre-novembre invece, al posto dei fiori, si formano delle bacche rosse, detti cinorrodi, che non sono i frutti veri e propri, ma dei falsi frutti piriformi, carnosi e glabri, solitamente portati da peduncoli lunghi 10÷20 mm, di colore rosso vivo a maturità, nati dall’ingrossamento del ricettacolo (parte apicale del peduncolo fiorale). All’interno dei cinorrodi sono presenti i veri frutti, gli acheni, duri ricoperti di corti peli rigidi, contenenti ognuno un seme.
La parte della rosa canina che interessa dal punto di vista erboristico è proprio la bacca (il falso frutto) riconosciuto scientificamente come enorme fonte di vitamina C: se le bacche vengono raccolte nel loro preciso periodo balsamico (nel pieno della loro maturazione) possono contenere vitamina C fino a 50 volte ed oltre in più rispetto alle arance e ai limoni (100 grammi di bacche contengono la stessa quantità di vitamina C di 1 chilo degli agrumi tradizionali). Oltre a questa preziosa vitamina, ritroviamo anche tannini, acido nicotinico, carotenoidi, vitamina C e P, riboflavina, acido malico e citrico, flavonoidi (bioflavonoidi: fitoestrogeni), pectine e carboidrati. Grazie a questo pool di principi attivi, la rosa canina vanta diverse proprietà: antiossidante, immunostimolante, decongestionante nasale, lenitiva per tosse e mal di gola, astringente intestinale, cicatrizzante e tonica sulla pelle.
La monaca benedettina Santa Ildegarda di Bingen, importante erborista del XII secolo, raccomandava gli infusi di cinorrodi di rosa canina nelle fasi iniziali delle influenze, proprio per diminuire i sintomi associati a raffreddore, tosse e mal di gola. Per l’azione lenitiva sulle mucose, la rosa canina è consigliata in abbinamento all’elicriso per le riniti allergiche da polline ed è anche ideale per contrastare diarrea e vomito grazie all’azione astringente dei tannini. Grazie poi all’elevata presenza di vitamina C, la rosa canina è un immunostimolante fatto e finito poiché attivante dei linfociti e un ottimo vitaminizzante (contiene caroteni, quindi vitamina A) da utilizzare nei cambi di stagione e nei periodi di particolare stress.
Oltre ad un decotto di cinorrodi, questa pianta può essere assunta in maniera più concentrata in tintura madre idroalcolica ed è indicata anche per i bambini per cui esistono in commercio derivati in glicerina o in fruttosio.
Per la presenza di tannini, la rosa canina rappresenta un buon rimedio naturale contro la diarrea; inoltre, è consigliata in caso di debilitazione ed infiammazioni. La droga è considerata anche un discreto vaso-protettore.
Le tisane, i decotti e gli infusi ottenuti con foglie, fiori o radici di rosa canina sono consigliati in caso di raffreddore ed infezioni, oltre ad essere un blando decongestionante e tonificante; alla rosa canina sono altresì ascritte proprietà immunostimolanti ed antiallergiche.
La rosa canina è un buon diuretico: stimolando l’eliminazione delle tossine tramite l’urina, la droga è utile per contrastare infiammazioni a carico di vescica o reni.
La rosa canina è un eccellente tonico per fronteggiare l’esaurimento e la stanchezza; aiuta a sconfiggere lo stress; stimola l’eliminazione delle tossine (soprattutto gli acidi urici, che provocano gotta e reumatismi) attraverso la diuresi. La rosa canina ha la capacità di favorire l’assorbimento di calcio e del ferro nell’intestino, equilibrando il livello di colesterolo e contribuendo alla produzione di emoglobina; inoltre rende attiva la vitamina B9 (acido folico) dal leggero effetto antistaminico.
Ad uso cosmetico l’estratto di rosa canina è ampiamente adoperata per la formulazione di acque profumate, creme anti-aging, stimolanti la produzione di collagene (quindi per contrastare le rughe), pomate lenitive contro gli eritemi solari, maschere per il viso ad azione tonificante, ma anche per la sua azione cicatrizzante e astringente contro le macchie e i segni delle cicatrici. L’olio di spremitura dei cinorrodi di rosa canina ha una preziosissima azione rigenerante cellulare, molto simile all’olio di rosa mosqueta, tanto amato dalle donne. Per l’azione astringente, la rosa canina la si può anche trovare nei tonici viso per ridurre la dilatazione dei pori e asciugare le pelli particolarmente sebacee.
Infine, i cinorrodi sono commestibili, meglio raccoglierli dopo le prime gelate quando sono belli polposi, quindi anche più dolci; si possono mangiare così come sono, in macedonie, frullati, centrifugati, oppure utilizzarli per preparare marmellate e sciroppi. Il gusto è particolare perché acidulo, dovuto proprio dall’alta percentuale di vitamina C. I petali della rosa canina vengono invece utilizzati per aromatizzare delicatamente il miele.