Rodiola | Rhodiola Rosea
La rodiola (Rhodiola rosea) è una una piccola pianta erbacea appartenente alla Famiglia delle Crassulaceae ampiamente diffusa nelle regioni subartiche e in quelle montuose di tutta l’Eurasia, Alpi incluse; è anche nota come “radice d’oro” o “radice artica“.
La rodiola è un ingrediente tipico della medicina tradizionale russa, scandinava e cinese, propagandato per i suoi effetti positivi sulla vitalità fisica e cognitiva.
La parte utilizzata è la radice, che si presta soprattutto al trattamento dello stress mentale e dell’affaticamento fisico generalizzato.
In particolare, la rodiola è indicata nell’integrazione alimentare di chi desidera: ottimizzare le funzioni: epatica, muscolare, cardiaca, intellettiva; ridurre i sintomi della fatica e favorire il recupero dall’esaurimento fisico muscolare; contrastare i blandi sintomi depressivi associati alla debolezza e all’astenia; promuovere l’attività cognitiva; migliorare le difese antiossidanti; ridurre la sensazione di fame;
In condizioni di stress psico-fisici prolungati, la rodiola sembra ridurre la fatica e la stanchezza generali. Nelle prove preliminari, la rodiola si è dimostrata neuro-protettiva e coinvolta nell’aumento della longevità (quest’ultimo aspetto non è stato successivamente confermato sull’organismo dei mammiferi).
La rodiola è utilizzata in fitoterapia come una droga adattogena; al pari del ginseng e dell’eleuterococco, migliora la resistenza e le difese di chi l’assume, stimolando l’organismo a reagire positivamente a situazioni di stress psicofisico. Dopo il ginseng, la rodiola è probabilmente la seconda pianta adattogena più diffusa e utilizzata al mondo.
I composti farmacologicamente attivi identificati nella radice di rodiola sono numerosi (circa 140) e includono: salidrosina, tirosolo, rosavina, rosarina e rosina
Il principale glicoside fenolico della rodiola è il salidroside, verso il quale vengono generalmente standardizzati gli estratti presenti in commercio. Questo glicoside è noto anche come rodioloside o rodosina, ed è presente nella radice in concentrazioni variabili dallo 0,1 all’1%.
Altri glicosidi caratteristici ad azione sinergica, sono la rosavina, la rosarina e la rosiridina. Significative anche le concentrazioni di un composto fenolico chiamato para-tirosolo (0,03 – 0,2%). Salidroside e para-tirosolo influenzano i livelli e le attività delle monoamine (dopamina, adrenalina, norepinefrina, serotonina), attraverso un’inibizione dell’enzima responsabile della loro degradazione; il risultato è un miglioramento delle attività metaboliche generali (fegato, muscoli, cuore) e intellettuali (effetto antidepressivo, miglior capacità mnemonica e di concentrazione). Gli stessi princìpi attivi esercitano un’azione equilibratrice sui peptidi oppioidi (betaendorfine), di cui la rodiola sembra indurre la sintesi.
Gli estratti alcolici o acquosi hanno dimostrato spiccate proprietà antiossidanti, ascrivibili a varie sostanze, in particolare a flavonoidi e acidi organici. In alcuni studi, la rodiola ha dimostrato proprietà antifame (nel caso venga assunta prima dei pasti) e lipolitiche (stimola le lipasi attive nei tessuti adiposi, favorendo la mobilitazione degli acidi grassi). Tali azioni ne suggeriscono un possibile impiego in preparati coadiuvanti dei regimi dietetici ipocalorici.
Una certa efficacia contro i disturbi sessuali maschili è supportata dal tradizionale impiego della rodiola in filtri d’amore.
Soprattutto in caso di stress legato all’attività motoria prolungata a bassa intensità, la rodiola mostra un certo effetto accelerante sul recupero muscolare e diminuisce i sintomi della fatica.
Un recente studio in vitro ha dimostrato una potente attività inibente della rhodiola nei confronti del CYP3A4 e della glicoproteina-P. Sebbene questo effetto non sia stato ancora confermato nell’uomo, ai pazienti in trattamento con farmaci come warfarin (substrato del CYP3A4) o digossina (substrato della glicoproteina-P) viene suggerito di evitare l’uso concomitante di prodotti a base di rhodiola.
La composizione chimica dell’olio essenziale estratto dalla radice di rodiola varia in base alla provenienza. Ad esempio, rosavina, rosarina e rosina si trovano alla massima concentrazione nella rodiola di origine russa.
I componenti principali dell’olio essenziale di rodiola bulgara (una varietà che contiene anche l’alcol cinnamico) sono il geraniolo e il mirtenolo.
Nella rodiola cinese i componenti principali sono il geraniolo e l’1-ottanolo.
In quella indiana è l’alcol feniletilico.
Ciò lascia dedurre che la dose e il modo d’uso possano cambiare in base alla materia prima e all’obbiettivo terapico; prima del consumo, si consiglia di rivolgersi a un esperto erborista.
Per quanto riguarda l’uso della Rodiola come alimento, c’è da dire che le foglie e i germogli hanno un sapore amarognolo e vengono consumati solitamente crudi o cotti in maniera simile agli spinaci; talvolta sono aggiunti alle insalate miste.
La rodiola sembra essere una droga piuttosto sicura, con minori effetti collaterali rispetto alle altre droghe adattogene. Dosaggi elevati possono provocare insonnia e irritabilità.
L’utilizzo di rodiola tuttavia va evitato nelle persone che soffrono spontaneamente di ansia, disturbi del sonno o sonno delicato, irascibilità e nervosismo, nonché in pazienti in trattamento con antidepressivi, ansiolitici, barbiturici, diuretici ecc.
L’assunzione di rodiola è anche sconsigliata nei soggetti colpiti da ipertensione arteriosa e scompensi cardiaci vari.