Ratania del Perù | Krameria lappacea
La Ratania del Perù (Krameria lappacea (Dombey) Burdet & B.B.Simpson) è una specie arbustiva appartenente alla famiglia delle Krameriaceae; è una pianta originaria delle Ande, dove cresce ad un’altezza di 900 – 1200 metri (ma che può essere trovata ad altitudini maggiori), in terreni asciutti, sabbiosi o ghiaiosi. Si trova nelle aree andine del Perù, Bolivia, Colombia, Ecuador, Cile e Brasile, ed è stato anche osservato in America Centrale e Messico.
Nella lingua indigena del Sud America, ratanhia significa “pianta che striscia sul terreno“. Gli indigeni delle Ande hanno apprezzato le sue proprietà curative da tempo immemore, ma in Europa era sconosciuta fino all’inizio del XVIII secolo, finché la pianta fu portata prima in Spagna e poi in Germania.
La Krameria lappacea è un arbusto con radice molto ramificata, orizzontale e non molto lunga.
Ha una corteccia spessa, di colore bruno-rossastra e il suo interno è rosso. Il fusto è cilindrico e ramificato, con rami lunghi 50-80 cm; che in gioventù sono biancastri e pelosi e che in età adulta diventano scuri e nudi. Le foglie sono alterne, sessili, oblungo-ovate con un breve picciolo. Il fiore è di colore rosso e grande con il calice a quattro sepali e la corolla a quattro petali. Il frutto è una drupa secca, pelosa, con pungiglioni, con uno o due semi commestibili all’interno.
Il termine Krameria del genere è stato dedicato da Linneo al medico e botanico austro-ungarico János György Kramer (Johann Georg Heinrich Kramer, ~1688-1744). L’epiteto specifico lappacea viene da lappa (nome latino della lappola, in Virgilio e Plinio; secondo alcuni il nome latino deriverebbe dal celtico llap mano perché il fiore si attacca a qualunque cosa lo sfiori, come farebbe una mano; secondo altri deriverebbe dal greco λαβεῑν labein attaccarsi): che ricorda la lappola.
La Krameria lappacea è una pianta utilizzata come rimedio erboristico tradizionale molto popolare in Sud America, principalmente in Perù, dove la radice viene raccolta e commercializzata, venduta nei mercati locali ed esportata anche in Europa e America per uso medicinale e come pianta colorante.
La pianta può essere utilizzata per scopi alimentari; gli estratti della radice sono stati utilizzati per migliorare il colore, la ricchezza e l’astringenza del vino rosso e veniva utilizzata fino a pochi anni fa per dare corpo al vino Porto.
La droga è costituita dalle radici rosse della pianta che contengono: composti benzofuranici lipofili; amido; zuccheri; mucillagini; flavonoidi; N-metiltirosina; tannini catechinici (krameriatannino, acido ratanutannico e kramerotannico), flobafene (rosso di ratania), ratanina (metiltirosina), lignani, idrocolloidi.
La ratania è rinomata per il suo elevato contenuto in tannini condensati catechinici; per questo, gode di interessanti proprietà astringenti, antinfiammatorie, emostatiche ed antidiarroiche. Viene pertanto utilizzata per conferire tonicità alla pelle, come emostatico, per la pulizia dei denti, nelle gengiviti e nelle stomatiti, nelle diarree e nelle enteriti semplici ed emorragiche, nelle ragadi anali.
L’assunzione di ratania potrebbe interferire con l’efficacia dei farmaci assunti per via orale. L’effetto collaterale è dovuto all’elevata concentrazione di tannini che caratterizza la pianta. Infatti, queste molecole possono interagire con le sostanze presenti nello stomaco e nell’intestino, riducendo così l’assorbimento dei farmaci e riducendo di conseguenza l’efficacia delle terapie. Per questo è consigliabile assumere la ratania almeno un’ora dopo eventuali farmaci assunti per via orale.
Se assunta per via orale per meno di due settimane, la ratania è considerata sicura, ma può scatenare alcuni effetti collaterali, come problemi all’apparato digerente. Non è inoltre da escludere la possibilità di reazioni allergiche.
Non sono disponibili informazioni sufficienti a garantire la sicurezza dell’assunzione di ratania durante gravidanza e allattamento. La scelta migliore è evitare di assumerla e, in caso di dubbi, consultare preventivamente il proprio medico o il pediatra che ha in cura il bambino.