Quillaia | Quillaja saponaria Molina
La Saponaria officinalis è una pianta erbacea perenne, appartenente alla famiglia delle Quillajaceae, originaria del Cile centrale temperato caldo. L’albero ha una corteccia spessa e scura; un rizoma strisciante ramificato di colore bruno rossastro. I fusti sono eretti, glabri, pubescenti che non superano il metro in altezza. Le foglie sempreverdi lisce, coriacee, lucide, ovali, lunghe 3-5 cm, sono appuntite, ovali ed opposte e presentano un colorito giallognolo. I fiori hanno 5 petali leggermente smarginati, sono riuniti in pannocchie terminali, simili ai garofani, sbocciano in grappoli durante la primavera e sono numerosissimi, tanto da nascondere quasi le foglie. I frutti della saponaria sono capsule che racchiudono moltissimi semi brunastri. La saponaria è una pianta originaria Siberia che può essere trovata facilmente in terreni umidi, vicino a siepi e sentieri, usata principalmente nella decorazione dei giardini rocciosi. Anche se prediligono terreni sciolti e ben drenati, le piante di saponaria si sviluppano facilmente in qualsiasi tipologia di terreno. Diffusa in tutta l’Europa continentale, in Italia è molto comune ed è presente in tutto il territorio.
Il termine Quillaja deriva dal nome volgare cileno di questa specie, culay. L’epiteto specifico saponaria viene da sápo, sapónis sapone: che produce sostanze saponose.
La saponaria porta questo nome (il nome deriva dal latino sapo che significa appunto sapone) perché grazie all’abbondante contenuto in saponine, presente nei gambi, nelle foglie e soprattutto nelle radici, esercita un delicato, ma profondo, potere detergente: strofinando, infatti, la pianta si produce una schiuma che si può usare come sapone. Per tale motivo è stata impiegata in passato per le sue proprietà fisiche-meccaniche (per lavare i tessuti – lana in particolare) e terapiche (espettorante, depurativa, diuretica, contro affezioni cutanee); la saponaria trova impiego nella produzione di detersivi e saponi da bucato.
La saponaria contiene i seguenti principi attivi: saponine (acido saporubinico e saprubrinico), acido quillaico, mucillagini, olio essenziale, acido glicolico, acido glicerico, zuccheri riduttori, galattano gomma, flavonoidi, saponarina, vitexina, saponaretina.
Questo albero una lunga storia di uso medicinale ed è la fonte della quillaia, il cui estratto è usato come additivo alimentare e come ingrediente in prodotti farmaceutici, prodotti per la cura personale e schiuma antincendio. Viene utilizzato come additivo nelle pellicole fotografiche e come agente schiumogeno per bevande. L’adiuvante QS21 è una saponina ottenibile dall’estratto di Quillaja saponaria. Il Vaccino anti_COVID-19 Novavax utilizza questo adiuvante.
Le saponine sono contenute in tutte le parti della pianta, in modo particolare nelle radici, che può contenerne fino al 20% nel periodo della fioritura. La corteccia interna contiene circa il 9% di saponine complesse ed è un detergente molto delicato ed efficace. Contiene anche ossalato di calcio e tannino. La corteccia contiene anche notevoli quantità di carbonato di calce. La linfa della corteccia viene usata come fonte di composti per l’industria farmaceutica. Viene tuttora utilizzata esternamente come stimolante cutaneo nel trattamento di ulcere ed eruzioni cutanee, forfora, ecc. La corteccia interna fresca o essiccata è un sostituto del sapone. Viene utilizzata per pulire i tessuti e la pelle. Può essere utilizzata anche come tonico per capelli. Le saponine sono utilizzate anche negli shampoo antiforfora e nei detergenti esfolianti.
Nonostante il suo largo impiego la Quillaja saponaria è una pianta che ha ancora una distribuzione molto ampia; al momento non subisce grandi minacce e non sono state identificate minacce future significative. La pianta è classificata come “Least Concern” nella Lista rossa IUCN delle specie minacciate (2018).
L’uso interno di questa pianta deve essere attentamente controllato da un medico. La pianta è infatti tossica se assunta internamente, tendendo a dissolvere i globuli rossi.
Sebbene velenose, le saponine hanno anche una vasta gamma di applicazioni medicinali e molte piante ricche di saponine sono utilizzate in erboristeria (in particolare come emetici, espettoranti e febbrifughi) o come fonti di materie prime per l’industria farmaceutica; la pianta ha inoltre proprietà depurative, diuretiche, sudorifere, toniche, espettoranti.
Le saponine hanno un sapore piuttosto amaro e in generale sono scarsamente assorbite dal corpo umano, quindi la maggior parte passa senza danni. Possono essere rimosse mediante lisciviazione accurata in acqua corrente. Una cottura completa, e forse cambiando l’acqua di cottura una volta, normalmente rimuoverà anche la maggior parte di loro. Tuttavia, non è consigliabile mangiare grandi quantità di cibi crudi che contengono saponine.
Le saponine sono molto più tossiche per molte creature a sangue freddo, come i pesci, e le tribù di cacciatori ne hanno tradizionalmente collocate grandi quantità in ruscelli, laghi, ecc. per intorbidire o uccidere i pesci e renderli facili da catturare.
La saponaria può essere assunta come decotto per favorire la secrezione bronchiale; le saponine che contiene, infatti, sono in grado di irritare la mucosa per favorire l’eliminazione dell’espettorato. Queste stesse saponine hanno anche un’azione diuretica e depurativa. Esistono poi prodotti a base di saponaria che sono utilizzati per uso topico per depurare la pelle o come shampoo rinforzante per capelli fragili e sfibrati.