Potentilla | Potentilla anserina L.
Potentilla L., 1753 è un genere di piante spermatofite dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Rosacee, dall’aspetto di piccole erbacee perlopiù perenni dai piccoli fiori quasi sempre di colore giallo, comunemente note come cinquefoglie.
Il nome generico Potentilla deriva dal vocabolo latino potens (= potenti proprietà curative) e dal diminutivo illa, quindi potenti proprietà curative in un piccolo fiore. Questo genere era conosciuto fin dal Rinascimento:
E’ una pianta erbacea vivace, di aspetto sericeo per la presenza di peli argentei; ha un rizoma corto che termina in una rosetta di foglie da cui partono gli stoloni radicanti che portano i fiori. Le foglie basali, lunghe fino a 25 cm, sono pennatosette, divise cioè in 11-25 foglioline di dimensioni variabili: ve ne sono di grandi inframmezzate da altre più piccole; le foglioline hanno contorno ovale e sono profondamente dentate, sono bianco-sericee nella pagina inferiore e verdi con pochi peli sparsi in quella superiore; le foglie degli stoloni sono molto più piccole e ridotte. I fiori, che hanno un diametro di 2 cm, sono portati singolarmente su un lungo peduncolo inserito ai nodi radicanti degli stoloni; sono formati da cinque sepali ovali di colore verde e da cinque petali anch’essi ovali, di colore giallo dorato, più lunghi dei sepali. I frutti sono degli acheni inseriti su un ricettacolo solido.
Cresce nei luoghi erbosi e ai margini delle strade, dei fiumi e degli stagni.
Contiene: tannini (6-10%), con prevalenza di tannini ellagici, fitosteroli, triterpeni (tormentolo), flavonoidi e leucoantocianidine.
Ha proprietà astringenti, antidiarroiche, antinfiammatorie, spasmolitiche.
E’ pertanto indicata, per la ricchezza in tannini, come rimedio astringente, prezioso nelle forme diarroiche; per la sua attività spasmolitica a livello del tratto gastro-intestinale ed uterino, contro i crampi addominali (disturbi del tratto gastro-enterico caratterizzati da spasmi) e le mestruazioni dolorose (dismenorrea). Infine, la potentilla anserina è indicata nel trattamento sintomatico dei processi infiammatori che interessano le mucose orofaringee; sempre sotto forma di risciacqui, contribuisce a lenire il mal di denti. Come droga tanninica, può essere utilizzata per lavaggi esterni in presenza di ferite, ed interni nei casi di leucorrea.
La radice essiccata trova impiego come base per decotti ad azione stimolante, tonica e carminativa.
In cucina, le radici sono molto buone e nutrienti. I modi più veloci di prepararle per la tavola consistono nell’arrostirle o, ancora più semplicemente, bollirle condendole poi con olio e aceto. Vengono altresì usate le foglie più tenere nelle insalate, mentre quelle più mature e coriacee possono entrare nella composizione di zuppe e minestre.
In pazienti sensibili, il trattamento con potentilla può causare episodi di nausea e vomito, ed aumentare l’irritazione gastrica. Si consiglia ad ogni modo di assumere il rimedio a distanza di almeno 2-3 ore dall’assunzione di medicinali, perché può interferire negativamente con l’assorbimento di altri farmaci. Considerata l’assenza di dati certi sul profilo di tossicità in simili condizioni, se ne sconsiglia l’impiego in gravidanza, allattamento e al di sotto dei 14 anni.