Pompelmo | Citrus paradisi Macfad. 1830
Il pompelmo (Citrus paradisi Macfad., 1830) è un albero da frutto appartenente al genere Citrus, e alla famiglia delle Rutaceae.
Il nome comune pompelmo si può riferire tanto al frutto quanto al suo albero.
Noto per il suo sapore amaro, il pompelmo viene prodotto dall’albero Citrus paradisi, sviluppatosi come incrocio tra arancia dolce e pomelo (C. maxima x C. sinensis), probabilmente nel XVII secolo, ma da secoli costituisce specie autonoma che si propaga per talea e per innesto.
Il Pomelo o Pompelmo è un albero sempreverde alto solitamente dai 5 ai 6 metri, ma può raggiungere i 13-15 metri. Le sue foglie sono di colore verde scuro, lunghe e sottili. Produce fiori bianchi composti da quattro petali. Il frutto ha un aspetto globoso di diametro di 10–15 cm ed è composto da spicchi incolori. La pianta non sopporta le gelate e il freddo, ma predilige una posizione ben soleggiata, che sia riparata dal vento.
Sul mercato esistono molte varietà di pompelmo, che si differenziano per il colore della polpa, lo spessore della buccia e la presenza o meno di semi. Le varietà più popolari sono tre:
- il pompelmo giallo (o bianco): ha polpa di colore chiaro e gusto molto acido; è ricco di vitamine, calcio, magnesio, fosforo, potassio;
- il pompelmo rosa: è una delle varietà più apprezzate in quanto è quello dal gusto più dolce; è un ibrido derivato dalla fusione tra un normale pompelmo e un’arancia in cui è presente una maggiore quantità di fruttosio a discapito della vitamina C. In compenso però questa varietà è più ricca di vitamina A, minerali e di sostanze antiossidanti;
- il pompelmo rosso: è simile per caratteristiche nutrizionali e per proprietà e benefici al pompelmo rosa; il colore è dato dal licopene che, insieme al betacarotene, rende questo agrume un potente frutto antiossidante adatto per proteggere l’organismo dalle cellule tumorali e dallo stress ossidativo.
Molte persone scelgono di mangiare il pompelmo crudo o di spremerlo per berne il succo fresco, consapevoli dei numerosi benefici per la salute. Tuttavia, il pompelmo può anche essere grigliato e servito in una varietà di ricette, dolci e salate. Può ad esempio essere aggiunto a insalate e salse o affettato e utilizzato per impreziosire secondi piatti a base di pesce.
Proprietà nutrizionali
Con un ridottissimo coefficiente energetico, il pompelmo si caratterizza per essere, rispetto alla media, particolarmente povero di zuccheri semplici (6,2 g) e di calorie (26,0 kcal); apporta invece alte concentrazioni d’acqua (91,2 g) e solo tracce di proteine (0,6 g); la fibra (1,6) non risulta particolarmente abbondante; i lipidi e il colesterolo sono particolarmente assenti.
Per quel che concerne le vitamine, il pompelmo contiene buone quantità di vit C (40,0 mg); in merito ai sali minerali, contiene prevalentemente potassio (230,0 mg).
Il pompelmo è anche ricco di fitonutrienti ad azione antiossidante e antinfiammatoria, come i flavonoidi esperidina, esperperetina, naringina, naringenina, diosmina, quercetina, rutina, nobiletina, tangeretina e altri. Le varietà dalla polpa rosa contengono anche quantità significative di carotenoidi e licopene.
Tra tutti questi componenti, si distinguono:
- Vitamina C
- contribuisce al mantenimento della normale funzione del sistema immunitario e aiuta a prevenire (o ridurre la durata de) i malanni di stagione come influenza e raffreddore;
- contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo;
- sostiene il normale funzionamento del sistema nervoso;
- contribuisce a ridurre stanchezza e affaticamento;
- accresce l’assorbimento del ferro;
- favorisce la formazione del collagene per la normale funzione di gengive, pelle, cartilagini e ossa.
Invero, anche altri nutrienti del pompelmo, come beta-carotene, licopene e flavonoidi, possono rafforzare il sistema immunitario
- Flavonoidi
- esibiscono effetti antiossidanti e antinfiammatori dotati di potenziali benefici nella prevenzione e nel trattamento di malattie cardiovascolari (aterosclerosi, trombosi, tromboflebiti), iperlipidemia, obesità e diabete.
- Fibre
- Gli agrumi – in particolare la loro buccia e la cosiddetta albedo (la pellicina bianca fibrosa che riveste la polpa) – sono una ricca fonte di pectina, una fibra solubile che viene utilizzata nell’industria alimentare come gelificante (per marmellate e gelatine) e stabilizzante (in dolci, succhi di frutta e bevande a base di latte); in ambito salutistico, oltre ad alleviare la stitichezza, è nota per la capacità di ridurre l’assorbimento intestinale di colesterolo e trigliceridi, rallentare quello degli zuccheri alimentari (per cui contribuisce a migliorare il controllo della glicemia), promuovere un peso sano.
L’elevato contenuto di acqua, micronutrienti e fibre (in buona parte solubili), rende il pompelmo uno spuntino ipocalorico, perfetto per chi cerca di perdere peso o controllarlo. E’ bene però precisare che il pompelmo è erroneamente considerato un alimento dimagrante (N.B. non esistono alimenti dimagranti!).
Il pompelmo è ricco di naringenina o naringina, un flavonoide amaricante dalle proprietà antiossidanti ed ipocolesterolemiche. Sulle cavie, la somministrazione di naringenina del pompelmo (contenuta anche in altri agrumi) ha provocato degli effetti metabolici estremamente positivi, come: la normalizzazione della glicemia, del colesterolo e dei trigliceridi, e un dimagrimento più accentuato. Ovviamente, gli stessi risultati di calo ponderale non sono mai stati osservati sull’uomo (in caso contrario, avremmo scoperto la cura definitiva contro l’obesità); in definitiva, il pompelmo “fa bene”, ma “non fa dimagrire”! Si ricorda, come accennato, che la fibra rallenta la velocità con cui lo stomaco si svuota, aumenta il tempo di digestione, aiuta a mangiare meno durante il giorno e tenere a bada l’appetito
Tuttavia la naringenina (così come la glicirrizina della liquirizia) inibisce nel rene l’azione dell’enzima l’11-beta-idrossisteroido-deidrogenasi tipo 2 (11-beta-HSD-2), il quale trasforma l’ormone cortisolo nel suo metabolita inattivo cortisone, ed è fondamentale nel controllo dell’attività dei glucocorticoidi in genere.
Così pure la bergamottina, contenuta sempre nel pompelmo, è un potente competitore e inibitore metabolico dell’isoforma CYP3A4 del citocromo P450 epatico, un complesso di enzimi del fegato che sovrintende al metabolismo della stragrande maggioranza delle sostanze introdotte nell’organismo, dai farmaci ai nutrienti alle sostanze tossiche (tutti insieme vanno sotto il nome di xenobiotici); l’isoforma 3A4 (una forma particolare di questo complesso enzimatico), in particolare, metabolizza circa il 50% di tutti i farmaci attualmente prescritti per le terapie. La bergamottina agendo da competitore rende meno disponibile il citocromo per le molecole di farmaco, mentre come inibitore diminuisce la produzione degli enzimi a livello epatico. Il farmaco viene quindi metabolizzato più lentamente, con conseguente aumento dello stesso nei livelli plasmatici.
Per questo motivo, il pompelmo ha una potenziale utilità nelle associazioni tra farmaci reciprocamente potenzianti per una generica azione sul citromo P450, diversamente pericolose.
L’uso eccessivo dei derivati del pompelmo porta all’inibizione del CYP3A4, citocromo epatico che è responsabile dell’elaborazione di molti farmaci. I farmaci elaborati da esso di conseguenza raggiungeranno valori plasmatici più elevati e questo fatto può portare a complicazioni rilevanti. La funzione della pillola anticoncezionale può, per esempio, essere alterata a causa di un blocco del CYP3A4 per mezzo del succo di pompelmo.
In conclusione, bisogna fare molta attenzione quando si consuma il pompelmo, polpa o succo, e comunque è sempre consigliabile quando si assumono farmaci, rivolgersi per informazioni a personale qualificato o sospendere il consumo del succo di pompelmo.
Ai normali livelli di consumo, le interazioni tra il pompelmo e molti farmaci di uso comune (come chinino, chinidina, eritromicina, destrometorfano, ossicodone, tolvaptan, nilotinib e sunitinib) potrebbero non essere clinicamente rilevanti. Ma un elevato consumo di pompelmo potrebbe avere gravi conseguenze alterando in maniera significativa il metabolismo di altri farmaci comuni: un rallentamento o inibizione del metabolismo del farmaco potrebbe portare ad un sovradosaggio dello stesso; al contrario, un’accelerazione del metabolismo.
Pertanto, il succo di pompelmo può interagire con farmaci come:
- statine (es. simvastatina e atorvastatina);
- farmaci per ridurre la pressione (es. nifedipina);
- psicolettici (come alprazolam, midazolam e triazolam);
- farmaci per il rigetto di trapianto (es. ciclosporina);
- corticosteroidi (es. budesonide);
- farmaci per le aritmie (es. amiodarone);
- antistaminici (es. fexofenadina).
Altri possibili effetti collaterali legati al consumo eccessivo di pompelmo e altri agrumi, possono includere:
- erosione dello smalto dentale, a causa dell’alto contenuto di acido citrico;
- aumentata sensibilità ai raggi UV, a causa del contenuto di psoralene, una sostanza fotosensibilizzante che può aumentare i danni del sole sulla pelle;
- azione fitoestrogenica, che potrebbe aumentare il rischio di cancro al seno nelle donne in postmenopausa.
Infine, è importante ricordare che non esistono alimenti magici: la dieta nel suo complesso è molto più importante dei singoli alimenti nella prevenzione delle malattie e nel raggiungimento di una buona salute. È quindi meglio seguire una dieta variata piuttosto che concentrarsi sui singoli cibi come chiave per una buona salute.
Varietà italiane più comuni
- Lungo gigante d’inverno: si raccoglie durante il periodo invernale. Ha sapore gradevole e la sua parte bianca può raggiungere anche i 60 centimetri di lunghezza. Può rimanere nel terreno anche durante i mesi freddi.
- Mostruoso di Carentan: varietà molto rustica, caratterizzata da un enorme bulbo che può raggiungere il diametro di 7-8 centimetri e i 25 centimetri di lunghezza. È molto resistente al freddo, molto gustoso e facilmente digeribile.
- Gigante d’Italia: la parte bianca di questa varietà può raggiungere anche i 30 centimetri, mentre il diametro non supera i 2-3 centimetri. È molto resistente alla neve. È molto apprezzato per il suo tipico sapore dolce.
- Porro lungo della riviera: si distingue per la sua lunghezza, bellezza e resa elevata.
- La varietà Allium ampeloprasum var. kurrat chiamato comunemente kurrat è coltivata in Egitto e in Medio Oriente. Viene largamente utilizzato nella cucina araba e magrebina principalmente per le foglie.
Stagionalità: Si trova in commercio tutto l’anno, fatta eccezione per il mese di giugno, ma l’apice della sua stagione è tra novembre e febbraio.
Uso in cucina: il porro viene usato come ortaggio e come erba aromatica, ma è anche una pianta medicamentosa. Le sue proprietà sono noto fin dal Medioevo. Si impiega crudo, come condimento, o cotto in svariate preparazioni o per il soffritto al posto della cipolla. Più delicato della cipolla, può sostituirla egregiamente in minestre, brodi, zuppe, risotti, frittate o tortini, stufati, creme e salse. Tagliato in sottili rotelline può essere consumato anche crudo in pinzimonio o utilizzato per guarnire e aromatizzare insalate.
Il porro viene utilizzato anche come erba aromatica per la preparazione di carni lesse, zuppe di pesce e per aromatizzare piatti di maiale e di agnello. Inoltre si può usare per avvolgere i cibi, per esempio il pesce, durante la cottura, poiché migliora la digeribilità della preparazione. Può essere bollito e poi gratinato con burro e formaggio, oppure semplicemente condito, dopo la lessatura, con olio e limone.
È consigliabile tagliare il porro al momento dell’uso, altrimenti tende a ossidarsi molto velocemente.
Meglio consumarlo fresco, altrimenti col tempo tende a diventare acre. La parte bianca deve essere ben turgida e le foglie verdi serrate, fino alla metà del porro.
Per prepararlo all’uso bisogna eliminare la barbetta alla base del bulbo e tutta la parte verde, quindi va diviso in due per la lunghezza e lavato sotto un abbondante getto di acqua fredda. Se va utilizzato a rondelle si può praticare un’incisione lungo la sua lunghezza senza tagliare il gambo nettamente in due parti.
Valori nutrizionali: Il porro è un ortaggio ricco di acqua, poco calorico e indicato nelle diete dimagranti. 100 g di porro crudo apportano circa 61 calorie costituite da: 83 g di acqua; 1,50 g di proteine; 0,30 g di lipidi (fra cui: 0,040 g di acidi grassi saturi, 0,004 g di acidi grassi monoinsaturi e 0,166 g di acidi grassi polinsaturi); 1.667 UI di vitamina A; 12,0 mg di vitamina C; 0,92 mg di vitamina E; 0,400 mg di niacina; 0,233 mg di vitamina B6; 0,060 mg di tiamina; 0,030 mg di riboflavina; 64 µg di folati; 47 µg di vitamina K; 180 mg di potassio; 59 mg di calcio; 35 mg di fosforo; 28 mg di magnesio; 20 mg di sodio; 2,10 mg di ferro; 0,481 mg di manganese; 0,12 mg di zinco; 1 µg di selenio.
Il porro è una fonte di allicina e di antiossidanti (in particolare beta-carotene e luteina/zeaxantina).
Proprietà: Il porro è una vera e propria pianta medicamentosa per uso alimentare. Ha proprietà toniche, nervine, diuretiche, lassative, antisettiche; viene consigliato per curare dispepsie, anemie, reumatismi, artrite, gotta, affezioni urinarie, obesità, emorroidi, piaghe, punture di insetti, o ancora, se ne raccomanda l’impiego per migliorare o mantenere la freschezza della pelle del viso. È indicato nei casi di stipsi, obesità, anemia e artrite. Abbassa il colesterolo, rafforza il sistema immunitario e aiuta la prevenzione del cancro. I porri sono noti anche per le virtù di pulizia dell’intestino grazie alle sue fibre contenute nella parte bianca che risultano essere molto delicate e quindi consumate da tutti, mentre la parte verde contiene fibre più dure. Non va inoltre sottovalutato l’aspetto afrodisiaco del porro, proprietà riconosciutagli fin dai tempi antichi.
Curiosità: L’imperatore romano Nerone fu soprannominato “il porrofago” perché ghiottissimo di questo ortaggio che utilizzava in gran quantità per schiarirsi la voce.
Il porro è simbolo nazionale del Galles.
Sono dette anche “porri” le escrescenze fastidiose che compaiono sulla pelle.
Controindicazioni: Questo ortaggio non ha nessuna controindicazione nello specifico – a meno che non si abbia un’allergia legata all’allicina – ed è consigliabile limitarne il consumo se si soffre di pressione bassa e di incontinenza urinaria.