Poligala Nostrale | Polygala vulgaris L.
La poligala comune (Polygala vulgaris L.), o bozzolina, è una pianta erbacea perenne, della famiglia delle Polygalaceae, con un rizoma più o meno cilindrico e lignificato; i fusti sono semplici o raramente ramificati, la porzione basale è prostrata sul terreno, quella media è ascendente e la parte terminale è eretta; i fusti, lunghi da pochi centimetri fino a 30-40, hanno la superficie pubescente. Le foglie sono alterne; quelle inferiori, ravvicinate fra loro, sono obovali, ristrette a cuneo alla base e hanno l’apice arrotondato; quelle inserite nella parte superiore del fusto, molto più rade, sono lanceolato-lineari, cuneate alla base e acute all’apice; la superficie è glabra o quasi. I fiori, raccolti in racemi all’apice dei rami, hanno un piccolo peduncolo che nasce all’ascella di una brattea; il calice è composto da cinque sepali: i tre esterni sono piccoli e verdastri, i due più interni, detti ali, sono ovali, grandi come la corolla e dello stesso colore di questa (il colore varia da rosso porporino a violaceo o, più comunemente, azzurro); i petali sono tre: due superiori oblunghi e uno inferiore munito di un’appendice sfrangiata. Il frutto è costituito da una capsula oblunga, racchiusa fra i sepali persistenti, divisa internamente in due logge contenenti ciascuna uno o due semi pelosetti. Cresce in prati, pascoli, boscaglie, boschi degradati e querceti aperti, su substrati silicei, dal livello del mare alla fascia subalpina.
Il nome generico, che in greco significa “molto latte”, deriva dalla credenza che la pianta aumentasse la produzione di latte nel bestiame; tale credenza venne poi estesa anche alle gestanti; il nome specifico deriva dal latino “vúlgus” (volgo) e significa “comune, diffuso, frequente”. Periodo di fioritura: maggio-agosto.
La droga si estrae dalla radice che si raccoglie sradicando la pianta in settembre; si pulisce dalla terra e si elimina la parte aerea, cioè i fusti con le foglie; la radice si essicca al sole e si conserva in sacchetti di carta o tela. La radice contiene un glucoside (gaulterina), uno zucchero (poligalina), una sostanza amara (poligalamarina), saponine, mucillaggini, tannini, gomme, un olio etereo ecc.
Ha proprietà galattogene, tossifughe, bechiche, sudorifere, colagoghe, diaforetiche, stomatiche, espettoranti, stimolanti, diuretiche, antireumatiche e toniche.
Il glucoside gaulterina libera salicilato di metile e questo giustifica l’uso della droga come antireumatico. Inoltre, dalle radici si estrae una droga ad azione espettorante (proprietà comune di alcune piante della famiglia delle Polygalaceae), usata sotto forma di infuso, di sciroppo o di polvere. La sua azione farmacologica è dovuta all’aumento della secrezione di muco bronchiale fluido che può essere eliminato con facilità mediante colpi di tosse. Le saponine che determinano l’attività della droga e che favoriscono la fluidificazione dei secreti bronchiali possono dare, a dosi elevate, irritazione gastrica e determinare vomito, sudorazione, diarrea.
Dal punto di vista alimentare la Poligala comune viene usata per fare il té.
Il consumo è sconsigliato ai pazienti affetti da gastrite e ulcera peptica o se si ha un’ipersensibilità accertata ad uno o più componenti della pianta. In caso di assunzione di dosi eccessive della sostanza o per periodi di tempo prolungati si possono riscontrare degli effetti collaterali, che comprendono sintomi gastrointestinali come nausea, vomito e diarrea. L’assunzione dei decotti a base di poligala sono controindicati alle donne in gravidanza o in fase di allattamento.