Frutti Esotici

Pepino Dulce Solanum muricatum

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Originario delle Ande, dove è largamente coltivato, il pepino – detto anche melone pepino o peramelone o pepino dulce, nello spagnolo dei popoli andini – è un frutto, cuoriforme, dal sapore delicato, il cui maggior pregio, dal punto di vista organolettico, è la duttilità. Si tratta infatti di un frutto dall’aroma e dal gusto tutt’altro che aggressivi, che proprio in virtù di ciò funge perfettamente da accompagnamento sia per piatti dolci (macedonie, guarnizioni per dolci) che in pietanze sapide (a partire dalle classiche insalate): in entrambi i casi, può essere impiegato come attenuatore di sapori molto forti, grazie alla freschezza, all’elevata percentuale di acqua di vegetazione e a un sapore sospeso fra cetriolo e melone, con sentori di altri frutti tropicali come l’ananas e il tamarillo oppure tra il melone e la pera (da qui il nome comune di melone-pera). Il sapore è correlato alla varietà e al grado di maturazione.

Il pepino ha un aspetto simile a quello del melone, ma la buccia liscia e dalle caratteristiche striature violacee su base gialla-arancione lo rendono immediatamente inconfondibile. Le dimensioni sono quelle di una palla da baseball, ma la forma è ovoidale. Una volta aperto, presenta una polpa compatta ma tenera, dal vivace colore giallo chiaro. I semi sono alloggiati nel cuore del frutto – parzialmente cavo – lungo il nodoso filamento centrale.

La pianta ha portamento cespuglioso, molto produttiva e ben tollerante alle basse temperature (fino a -10°C) anche se non per periodi prolungati. Si può quindi coltivare in molte zone d’Italia come perenne, mentre dove la temperatura invernale è proibitiva si può coltivare come annuale, produrrà lo stesso anno della semina. È una specie eccezionalmente rustica, senza particolari esigenze per terreno, ed è affetta da pochissime fitopatie, cresce e produce rapidamente.  Si propaga facilmente da talea, basta tagliare una porzione di ramo e metterla in acqua per vederla radicare nel giro di qualche giorno.

Il nome spagnolo «pepino dulce» dà alcuni indizi sulle sue proprietà organolettiche: pepino sta per cetriolo, che è più o meno il suo sapore base (quasi insapore), mentre il termine dulce allude al retrogusto che ricorda un po’ la pera, un po’ il melone ed un po’ la banana.

Per l’eleganza delle sue foglie lunghe e appuntite, in Giappone viene cresciuto come pianta ornamentale.

Valori nutrizionali

Il pepino risulta ricco di potassio, utilissimo a livello intestinale e nel contrastare l’ipertensione, nonché di magnesio, calcio, e rame con conseguenti benefici per il sistema nervoso e le ossa. Apporta inoltre le vitamine: A, B, C, K e il Beta-carotene. Ricco di fibre, ha un basso apporto calorico, dalle 15 alle 23 calorie ogni cento grammi di frutto: ciò rende il pepino indicato per i diabetici, gli obesi, i cardiopatici, le persone sofferenti di malattie epatiche o più in generale di disturbi all’apparato digerente.  Infine, è stato riscontrato da molti ricercatori che i composti fitochimici presenti nel frutto presentano elevate potenzialità antitumorali ed inibiscono il colesterolo cattivo a vantaggio di quello buono.

In cucina

Il miglior modo di mangiare il pepino è di gran lunga quello al naturale: se ne possono mangiare tranquillamente tutte le parti: buccia, polpa e i piccolissimi semi.

Il momento migliore per mangiarlo è quando la polpa non è più tosta e il colore varia da verde ad arancione striato di viola o totalmente viola con piccole bande color crema. Il viola è indice di maggior dolcezza. Nonostante il frutto sia succoso, non si trovano succhi in giro perché il sapore è poco intenso.

In cucina il pepino viene utilizzato spesso in insalata mista classica, in insalata di frutta e in insalata di cous cous. Le varietà più aromatiche, vengono impiegate nella preparazione di confetture, gelati e succhi di frutta.

A scopi commerciali è coltivato un po’ in tutto il Sudamerica, dalla Colombia al Cile, tuttavia vi sono delle storiche fattorie che già tra gli anni 1880 e 1890 hanno prodotto il pepino dulce anche negli States, in Australia, Nuova Zelanda, nell’Africa orientale e nel bacino Mediterraneo.

Redazione amaperbene.it

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