Ortica | Urtica dioica
L’ortica (Urtica dioica) è una pianta erbacea perenne dioica, nativa dell’Europa, dell’Asia, del Nord Africa e del Nord America, ed è la più conosciuta e diffusa del genere Urtica. Possiede peli che, quando si rompono, rilasciano un fluido che causa bruciore e prurito.
La pianta è nota per le sue proprietà medicinali, per la preparazione di pietanze e, nel passato, per il suo esteso uso nel campo tessile.
Alta fino a oltre 1 m, potendo talora raggiungere i 2 m, è un’erba perenne eretta, con rizoma strisciante, giallo, e fusti quadrangolari. La radice è rizomatosa, strisciante, provvista di numerose radichette. Presenta foglie ovali-cuoriformi, opposte, provviste di picciolo, con margini dentati e ricoperte da numerosi peli urticanti. I fiori di ortica sono piccoli e poco appariscenti, di colore verdastro, riuniti in lunghe spighette che compaiono da giugno a ottobre. E’ una pianta dioica: vale a dire che ci sono individui che portano solo fiori femminili e altri che portano solo fiori maschili. A prima vista si riconoscono facilmente, in quanto, nelle “piante femminili” i fiori sono riuniti in spighe pendule mentre nelle “piante maschili” i fiori sono riuniti in spighe erette .Il frutto è un achenio che contiene un solo seme. Tutta la pianta è ricoperta da una fitta peluria urticante.
Foglie e fusti sono ricoperti da tricomi, i peli contenenti la sostanza urticante che la pianta adotta a scopo difensivo. L’apice dei peli possiede una piccola sfera che, rompendosi, lascia uscire un fluido irritante per la pelle di uomini e animali. Le tossine presenti nel fluido risultano essere serotonina, istamina, acetilcolina, acido acetico, acido butirrico, leucotrieni e acido formico. Il nome ortica deriva dal latino urere che significa “bruciare” in riferimento appunto a tale proprietà.
Le piante del genere Urtica sono utilizzate e coltivate dall’uomo sin dall’antichità per la produzione di fibre, per le loro applicazioni medicinali e per la preparazione alimentari.
In ambito tessile l’ortica ha una lunga storia nel campo tessile per la produzione di fibre, utilizzate per vestiti, carta, teli, sacchi e cordami.
Anche gli usi medicinali dell’ortica risalgono nel tempo. Le applicazioni sfruttano le proprietà stimolanti e irritanti dei peli, e includono il trattamento di anemie, reumatismi, artriti, eczemi, asma, infezioni della pelle, dolori intestinali, oppure sono tradizionalmente impiegate come shampoo per la calvizie, o contro le emorroidi e la gotta.
All’ortica vengono attribuite numerose proprietà, tra cui spiccano quella:
- tonica: tradizionalmente le foglie dell’ortica sono da sempre utilizzate per migliorare la digestione, come ricostituente, per depurare l’organismo, per favorire la lattazione, per calmare la diarrea e contro l’anemia. Inoltre, trattandosi di un’erba diuretica, l’ortica è impiegata anche per ridurre la ritenzione idrica e la pressione sanguigna e per eliminare gli acidi urici;
- antinfiammatoria, sfruttata per trattare malattie reumatiche, lombalgie, sciatalgia, tendiniti, ma anche infiammazioni e infezioni a carico delle vie urinarie e per la prevenzione e il trattamento della renella. Gli estratti di radice di ortica, grazie all’attività esercitata dai lignani e dalle lectine, hanno dimostrato una buona attività contro l’ipertrofia prostatica benigna hanno dimostrato una buona attività contro l’ipertrofia prostatica benigna, in quanto l’estratto metanolico delle radici è in grado di inibire l’attività dell’enzima aromatasi a livello della prostata, un enzima responsabile della conversione degli androgeni in estrogeni;
- depurativa, diuretica e alcalinizzante. Grazie alla spiccata azione diuretica di cui le foglie di ortica sono dotate, esse vengono utilizzate in caso di infezioni del tratto urinario e di calcoli renali. Più precisamente, viene sfruttata l’azione naturalmente dilavante delle urine per favorire la risoluzione di infezioni delle vie urinarie e per prevenire la formazione di eventuali calcoli renali.
L’ortica ha una grande capacità di alcalinizzare il sangue e facilita l’eliminazione dei residui acidi del metabolismo; così si ottengono buoni risultati del suo impiego nei disturbi degli organi dell’apparato digerente, grazie alla sua attività digestiva, perché contiene piccole quantità di cretina, un ormone prodotto da alcune cellule del nostro intestino, che stimola la secrezione del succo pancreatico e la motilità dello stomaco e della cistifellea: l’ortica facilitata così la digestione e migliora la capacità di assimilare i cibi. Grazie alla presenza di tannini possiede anche proprietà astringenti ed è perciò usata con successo per fermare la per fermare la diarrea, in caso di colite o di dissenteria. Infine l’ortica possiede un’azione galattogena, dovuta alla capacità di aumentare la secrezione del latte materno, e perciò è consigliabile durante l’allattamento.
La pianta possiede anche proprietà vasocostrittrice (contrae i vasi sanguigni) ed emostatica (ferma le emorragie), quindi è impiegata specialmente nei casi di emorragie nasali, mestruazioni abbondanti.
L’ortica è consigliata anche in caso di convalescenza, denutrizione e di esaurimento, perché le foglie sono ricchissime di sali minerali, specialmente di silicio, che stimola il sistema immunitario, di fosforo, magnesio, calcio, manganese e potassio; e di vitamine A, C e K, che la rendono remineralizzante, ricostituente e tonificante.
Per uso esterno ha effetto emolliente, grazie al quale viene impiegata nel trattamento delle malattie croniche della pelle, specialmente in caso di eczemi, eruzioni cutanee e contro l’acne, pulisce, rigenera e rende più bella la pelle; si usa contro l’alopecia, dermatite seborroica; caduta dei capelli; capelli grassi. I migliori risultati si ottengono assumendola per via orale e, al contempo, facendo applicazioni locali.
Anche in cucina le ortiche sono usate dai tempi dei Greci e dei Romani, e costituiscono ancor oggi un alimento diffuso nelle aree rurali. La cottura distrugge i peli urticanti.
L’ortica contiene una quantità significante di minerali, come calcio, ferro e potassio, vitamine (vitamina A, vitamina C), proteine e amminoacidi, che ne fanno un alimento ad alto valore nutritivo, adatto ad esempio a diete vegetariane. I valori nutrizionali variano a seconda del periodo di raccolta e diminuiscono con la preparazione e la cottura. È sconsigliata a pazienti diabetici, alle donne in gravidanza o durante l’allattamento.
I germogli e le foglie ancora tenere si raccolgono in primavera, prima della fioritura; si usano nei risotti, nei minestroni, nelle zuppe, nelle frittate, nelle torte salate e nelle frittelle.
Infine il macerato di U. dioica e U. urens viene utilizzato nell’agricoltura biologica per tenere lontani gli insetti, prevenire alcune malattie come l’oidio e la peronospora, rafforzare la resistenza delle piante e anche come pacciamatura, per migliorare la qualità dell’humus
N.B.: le applicazioni dell’ortica per il trattamento dei suddetti disturbi non sono né approvate, né supportate dalle opportune verifiche sperimentali, oppure non le hanno superate. Per questo motivo, potrebbero essere prive di efficacia terapeutica o risultare addirittura dannose per la salute.
L’ortica è un rimedio sicuro che non provoca effetti collaterali rilevanti alle dosi terapeutiche. In caso di uso prolungato, ad elevati dosaggi o nelle persone sensibili, può invece causare disturbi quali diarrea, nausea e dolore gastrico e reazioni allergiche a carico della cute.
Va evitata l’assunzione di ortica in caso d’ipersensibilità accertata verso uno o più componenti. L’utilizzo dell’ortica è controindicato anche in individui che presentano ritenzione di liquidi causata da una compromessa funzionalità renale e/o cardiaca. Infine, l’utilizzo dell’ortica – e delle sue radici in particolare – è controindicato anche in gravidanza, durante l’allattamento e in bambini con meno di 12 anni di età.
L’ortica e le sue preparazioni possono interagire con: diuretici; ipoglicemizzanti; sedativi del SNC; ipotensivi. Inoltre, i tannini contenuti nell’ortica potrebbero complessare il ferro eventualmente somministrato in concomitanza, dando origine a complessi insolubili e scarsamente assorbibili. La formazione di tali complessi potrebbe avere effetti negativi sulle cellule ematiche.