Ontano nero | Alnus glutinosa L.
L’ontano nero o ontano comune è una pianta arborea del genere Alnus nella famiglia delle Betulaceae. È presente in tutte le regioni d’Italia ed in tutta l’Europa, nel Nord Africa, nell’Asia minore, in Siberia e nell’Asia orientale.
L’ontano nero è una pianta arborea che può raggiungere i 20 metri di altezza, con corteccia prima liscia poi fessurata longitudinalmente di colore grigio-nero. Le foglie sono caduche, sparse e picciolate con lamina coriacea, glabra, subrotonda od obovata, incuneata alla base e tronca o leggermente insinuata all’apice. Hanno il margine dentellato, sono verde scuro ma più chiare nella pagina inferiore che, nelle foglie giovani, è appiccicosa (“glutinosa”) e mostra ciuffi sparsi di peli all’ascella delle nervature. L’ontano nero è una pianta monoica, con fiori a sessi separati riuniti in infiorescenze ad amento sui rami dell’anno precedente. Il frutto è secco, iridiscante, un piccolo achenio alato. Gli apparati radicali ospitano batteri azotofissatori simbionti, per cui la pianta fertilizza naturalmente il suolo. Periodo di fioritura: marzo-aprile
L’ontano predilige luoghi umidi, la si trova infatti in terreni acquitrinosi, in paludi, e lungo i corsi d’acqua. Oltre a svolgere una funzione ecologica nel mantenimento degli ecosistemi fluviali, le formazioni pure o miste a ontano nero sono utili per il consolidamento delle sponde dei corsi d’acqua e ricoprono perciò un ruolo collaterale di tutela dell’ambiente contro i dissesti idrogeologici.
Il legno dell’ontano nero appena tagliato si presenta giallo-aranciato, ma con la stagionatura assume un colore rosso-arancio; assume notevole resistenza quando è immerso nell’acqua per cui è sempre stato usato per fondazioni di palafitte e strutture sommerse in genere; non a caso è un albero molto adattato ai terreni inondati. Il legno di ontano è stato, infatti, notoriamente usato nel corso della storia dell’uomo per allestire la palificazione di sostegno delle palafitte o per realizzare manufatti idraulici; è stato inoltre impiegato per costruire le fondazioni delle costruzioni a Venezia.
Il legno dell’ontano, semiduro e omogeneo, di notevole durevolezza, può fornire legname da impiegare in piccoli lavori di falegnameria, di ebanisteria e per la realizzazione di pavimenti in legno.
Il nome generico, già in uso presso i Romani, potrebbe derivare dalla radice celtica “al lan” (presso l’acqua) per l’ecologia di molte specie; quello specifico si riferisce ai rami giovani attaccaticci.
La corteccia dell’ontano nero contiene tannini, alnulina, protoalnulina, emodina. A questi principi attivi, in particolare i tannini, sono attribuite proprietà febbrifughe, blandamente antinfiammatorie, astringenti. Per questo motivo, fin dal Medioevo, si utilizzavano le foglie per cicatrizzare le ulcere e far abbassare la febbre (per questo ancora oggi si parla di “china nostrana”. Le foglie hanno inoltre proprietà diuretiche e astringenti.
La farmacopea popolare attribuisce alle foglie anche proprietà antireumatiche, vermifughe, antisecretive e in particolare, galattofughe. Nella tradizione popolare si usavano le foglie di ontano nero per ridurre la sudorazione o la secrezione lattea.
La corteccia viene impiegata nell’industria dei liquori come componente di amari.