Nespola | Crataegus germanica | Eriobotrya japonica
Le nespole fanno parte della frutta di stagione a giugno, anche se la loro maturazione può cominciare già in primavera. Meno note delle albicocche, hanno colore e forma simile, ma sono più aspre, ma anche più succose. Sono conosciute fin dall’antichità, come pianta ornamentale, apprezzata per la sua bellezza, ma sono anche legate a leggende e proverbi che le considerano benauguranti e simboleggianti le virtù femminili, quali pazienza e prudenza.
Esistono due differenti varietà di questi frutti appartenenti alla famiglia delle Rosaceae:
- il nespolo europeo, che si raccoglie a ottobre e viene lasciato maturare su letti di paglia,
- il nespolo giapponese, quello estivo, più comune in commercio.
Nespolo europeo
Il nespolo europeo (Crataegus germanica (L.) Kuntze, 1891), anche chiamato nespolo germanico, è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rosaceae.
Il suo frutto è chiamato “nespola“. Negli ultimi due secoli però, in Europa e altri paesi del mondo è stato gradualmente e commercialmente rimpiazzato dal nespolo giapponese, che appartiene ad una specie diversa, ma i suoi frutti vengono sempre chiamati “nespole”. I frutti di entrambe le specie si raccolgono acerbi, in attesa di maturazione fuori dalla pianta, tuttavia la nespola europea è a raccolta autunnale, di forma più tondeggiante e con una buccia di color verdastro-grigio-marrone chiaro, riconoscibile da una grossa apertura al fondo, mentre quella giapponese è primaverile, la bacca appare più oblunga e chiusa, e la buccia di un colore più vivo e giallastro.
Il nespolo comune è un piccolo albero spinoso, alto non più di 5 metri, molto ampio di diametro: da questo dipartono numerosi rami contorti e piuttosto robusti. Il nespolo è rivestito da foglie ovato-lanceolate, caduche e pubescenti sulla pagina inferiore, presentanti un margine tipicamente seghettato. I fiori, biancastri, sessili e sedentari, sono semplici, costituiti da 5 petali, e durante la fioritura decorano fastosamente la pianta, tanto da renderla facilmente distinguibile dalle altre. I frutti sono appunto le nespole, piccoli pomi a scorza ruvida (diametro 2-2,5 cm), dal colorito marroncino chiaro, rivestiti da una lieve peluria. Hanno delle particolarità: come accennato, le nespole non possono essere consumate immediatamente dopo la raccolta: se i frutti vengono colti in autunno inoltrato, raggiungono la piena maturazione solo a gennaio o febbraio. I semi sono contenuti all’interno della polpa ed essendo nocivi per la salute vanno sempre eliminati. È una pianta molto visitata dalle api.
Come detto, la raccolta avviene a frutto immaturo verso novembre; i frutti vengono messi a riposo nella paglia per essere consumati via via che maturano, grazie al tepore domestico, un po’ come avviene per i kiwi. Inizialmente, i frutti restano duri e con sapore acido ed astringente fino a dicembre, poi, una successiva trasformazione enzimatica della polpa riduce il contenuto di tannino e ne rende possibile il consumo. I frutti, dopo la maturazione, arrivano ad avere una concentrazione di zuccheri di almeno il 20%. Questi frutti quindi, non possono essere consumati alla raccolta, che si ha verso fine ottobre, ma vanno lasciati “ammezzire” in un ambiente asciutto e ventilato (appunto sotto la paglia), cioè rammollire e virare di colore dal marrone chiaro al marrone scuro. La trasformazione enzimatica trasforma quindi la polpa, cancellando il forte sapore acido ed astringente, rendendole commestibili e zuccherini, questo nonostante la robusta buccia ed i numerosi e duri semi rendano problematico il consumo. Questo processo in cui i tannini si trasformano in zuccheri riducendo l’acidità e aumentando la dolcezza della polpa, come avviene nel sorbus domestica. La polpa del frutto presenta gradualmente un gusto via via più dolce, anche se rimane una nota leggermente acidula, dovuta alla presenza di acido formico e acetico, e di solito viene mangiato togliendo il picciolo e risucchiando la polpa, trattenendo i semi al suo interno.
In Piemonte, la nespola germanica si diffuse maggiormente attraverso la tradizione popolare, ribattezzandola con il termine pocio (da leggersi “puciu”, in piemontese).
La corteccia essiccata può essere utilizzata per la preparazione di decotti ad azione fortemente astringente. Ancora, il decotto può essere sfruttato per l’igiene della gola e, soprattutto, come buon rimedio naturale contro le infiammazioni del cavo orale.
Il frutto immaturo ricco di tannini esercita una forte azione antidiarroica ed astringente a livello intestinale; viceversa, a piena maturità, le proprietà astringenti della nespola vengono trasformate in lassative. I frutti maturi sono inoltre ottimi diuretici.
Nespolo giapponese
Anche il nespolo del Giappone (Eriobotrya japonica) appartiene alla famiglia delle Rosacee. Sia il nome botanico, sia quello volgare, possono trarre in inganno, riguardo la sua zona di provenienza; le sue origini difatti, risalgono ad alcune zone della Cina orientale e solo in un periodo successivo è stato introdotto in Giappone, da dove poi si è diffuso in tutto il mondo. Le nespole giapponesi furono importate in Europa agli inizi dell’Ottocento; attualmente, questa specie ha preso piede in Europa, tanto da aver soppiantato in alcune aree la specie germanica.
Il nespolo giapponese è un albero di dimensioni più imponenti rispetto a quello europeo: può infatti raggiungere altezze superiori agli 8 metri, e può estendersi altrettanto in larghezza. Le foglie che rivestono i rami sono dure, coriacee, dalla consistenza paragonabile al cartone, e molto grandi; queste presentano una tinta verde intensa nella pagina dorsale, mentre la parte interna appare più tenue e ferruginosa, talvolta biancastra. I fiori sono bianchi, riuniti in pannocchie, dal profumo comparabile a quello del biancospino, e si localizzano nella zona terminale dei rami: la fioritura, particolarissima, coincide pressappoco con i primi freddi dell’inverno.
Le nespole giapponesi si presentano bianche, gialle o arancioni, e racchiudono uno o due grossi semi bruni; con i semi del nespolo nascosti nella polpa giallognola è possibile preparare un liquore chiamato Nespolino, il cui sapore è paragonabile al Nocino. I semi del nespolo contengono però tracce di acido cianidrico, per cui non sono edibili.
A differenza di quelle europee, le nespole giapponesi possono essere consumate anche a maturazione non completamente avvenuta: il sapore, seppur acidulo, è meno astringente rispetto l’altra specie, perciò meglio sopportato. Tuttavia, il motivo principale per cui queste nespole vengono vendute ancora acerbe è correlato a motivi di mercato: l’obiettivo dei venditori è quello di sfruttarne al massimo il costo elevato (a causa di una mancata concorrenza), propagandando il sapore dei frutti come “normalmente acidulo”. In realtà, la nespola giapponese matura ha un sapore dolcissimo, ma la maturazione coincide proprio con il periodo delle primizie di pesche e ciliegie, fatto che chiaramente farebbe crollare il prezzo delle nespole: in simili frangenti, le nespole mature non sarebbero più frutti “commercialmente interessanti”.
Le nespole giapponesi sono sfruttate per lo più in ambito culinario: con i semi possono essere preparati gustosi liquori, mentre con la polpa si possono cucinare dolci marmellate. Ancora, le api sono attirate dai fiori di nespolo – per la carenza di altri fiori in quel periodo (dicembre-gennaio) – che sfruttano per la produzione di miele.
Il termine nespolo deriva da nespilum – mespilum, a sua volta derivanti dal greco meso (=in mezzo) e dal latino pillum (=palla), a indicare il frutto a forma sferoidale dimezzata. Pare che le origini della specie Mespilus affondino già nei tempi antichi presso le aree geografiche del Mar Caspio, in Asia Minore, quindi nell’Antica Grecia (VIII secolo a.C. circa), per poi diffondersi fino all’Europa Centrale, da cui prese il nome latino di germanico. A causa della sua maturazione autunnale e dei frutti vagamente simili, esso veniva anche confuso, o semplicemente paragonato anche alla pianta della Sorba. Come già detto, a partire dalla fine del XVIII secolo fu gradualmente soppiantato, nell’intera Europa, dal nespolo giapponese, inizialmente importato come semplice pianta ornamentale delle Corti di Francia.
Proprietà e valori nutrizionali
In 100 grammi di nespole, sono presenti: 85,3 g di acqua, 6,1 g di carboidrati, 0,4 g proteine,
0,4 g di lipidi, 2,1 g di fibre, 250 mg di potassio, 16 mg di calcio. 11 mg di fosforo, 6 mg di sodio.
Dal punto di vista vitaminico, le nespole sono ricche di vitamina A, C e del gruppo B, elementi che contribuiscono al fatto che si tratta di un frutto molto prezioso per l’organismo. Sono presenti carotenoidi, tannini, flavonoidi, acidi organici (citrico, malico, e tartarico che, durante la maturazione, si trasformano in massima parte in sostanze zuccherine), è buona la quantità di fibra e fra i macronutrienti i più abbondanti sono i carboidrati; proteine e lipidi sono presenti in piccole quantità. L’apporto calorico è piuttosto basso: solo 30 kcal per 100 grammi di nespole.
Le nespole hanno proprietà benefiche apprezzabili: antinfiammatoria, astringente e diuretica; inoltre la nespola regolarizza la funzionalità intestinale, grazie al buon contenuto di fibra, che promuove la peristalsi e l’eliminazione delle feci. Inoltre hanno la proprietà di abbassare il colesterolo “cattivo” nel sangue, grazie alla presenza di pectina, una particolare fibra che, appunto, riduce il riassorbimento di colesterolo nel colon e ne facilita l’espulsione. Espletano attività protettiva dei vasi sanguigni e dell’intero apparato circolatorio, sostenuta anche dalla presenta di potassio che contribuisce alla regolazione della pressione arteriosa e alla prevenzione di patologie quali infarto e ictus. Infine le nespole esercitano attività diuretica, per cui sono di aiuto anche in chi soffre di problemi renali quali ad esempio insufficienza renale, calcoli renali, iperuricemia e gotta. Mentre la presenza di amigdalina, fa sì che abbia effetti benefici anche sul fegato.
Curiosità: “Con il tempo e con la paglia maturano le nespole” è un proverbio italiano che deriva dall’uso contadino di far maturare a lungo le nespole (che non possono essere mangiate appena raccolte) in contenitori ricoperti di paglia e al buio.
Identico significato ha il proverbio “Con il tempo e con la paglia maturano le sorbe”.