Nasturzio | Tropaeolum majus
Il nasturzio (Tropaeolum majus L., 1753) è un bel fiore da piantare nell’orto, soprattutto perché ha la proprietà di tener lontani afidi, formiche e lumache.
Questo fiore è detto anche tropeolo (dal suo nome scientifico tropaeolum) e comprende diverse varietà; esiste sia annuale che perenne. Può essere usato come pianta pendente (in vasi appesi a scopo ornamentale), strisciante (preferibili da piantare in terra) o rampicante. Il nasturzio, infatti, è molto apprezzato per i suoi fiori e i suoi colori; per questo motivo viene spesso utilizzato e coltivato in giardini e balconi per a.
Il tropaeolum majus è una pianta della famiglia Tropaeolaceae, originaria del Perù; in Europa ne sono coltivati diversi ibridi. Si tratta per lo più di coltivazione annuale, dato che la pianta è particolarmente sensibile al gelo; apprezza infatti una posizione soleggiata ed un terreno non troppo ricco. Cresce in ambienti disturbati, su suoli piuttosto ricchi in sostanze azotate, di solito preso gli abitati, al di sotto della fascia montana superiore.
Il nome generico è il diminutivo del greco “trópaion” (trofeo) in riferimento ai fiori particolarmente vistosi; l’epiteto specifico, majus, è invece una forma ortograficamente scorretta, ma accettata, che sta per maior, maggiore. Periodo di fioritura: maggio-novembre. I fiori hanno un delicato profumo di miele e sono graditi alle api e anche le foglie se stropicciate profumano leggermente. I fiori, apprezzati per il valore ornamentale, possono essere di diversi colori, in genere scelti tra la gamma dei toni caldi, dal giallo all’arancione rosso.
Una particolarità botanica del tropaeolum majus sta senz’altro nella capacità idrorepellente delle foglie: infatti, l’acqua che arriva in contatto con le piante non le bagna, ma forma dei goccioloni che rotolano sul lembo della foglia fino a cadere: si tratta del cosiddetto effetto loto perché osservato anche in questa pianta.
La pianta fu importata dagli europei nel Seicento; fu utilizzata contro la carenza di vitamina C (scorbuto). Al nasturzio sono oggi attribuite, in erboristeria, proprietà antibatteriche; contiene vitamine (A, B, C, K), antiossidanti (luteina e zeaxantina), ferro, iodio, fosforo, potassio, arsenico, olio essenziale, essenza solforata, flavonoidi, glicotropaeolina, mirosina, elenina, principio amaro. Risulta essere un’ottima fonte di isotiocianati naturali, preziosi alleati nella prevenzione dei tumori, soprattutto quelli a carico dei vasi capillari (angiogenesi).
Tutte le parti della pianta sono commestibili; si utilizzano prevalentemente crudi, in aggiunta a insalate e contorni. Hanno un sapore fresco e piccante, simile a quello del crescione, in più i fiori non impollinati contengono molto nettare e risultano fragranti e dolci. Ricchi di vitamina C, foglie e fiori si possono raccogliere in estate fino ai primi geli. I frutti giovani si utilizzano come un surrogato dei capperi, messi in salamoia o sbollentati, sono molto saporiti e più piccanti delle foglie. I semi ridotti in polvere sono un ottimo sostituto del pepe, contengono quasi il 30% di proteine e il 10% di olio. Le foglie sono utilizzate per insaporire i cibi, specie i primi piatti, dato il loro sapore leggermente piccante.
I fiori sono spesso utilizzati come ingrediente ornamentale per le insalate o come condimento per i piatti saltati in padella. Questi contengono circa 130 mg di vitamina C per 100 grammi, circa lo stesso ammontare contenuto nel prezzemolo; inoltre, contengono fino a 45 mg di luteina per 100 grammi, ovvero la maggiore quantità mai riscontrata in ogni pianta commestibile.
Il nasturzio è stato a lungo utilizzato dai popoli andini come pianta disinfettante e cicatrizzante, per alleviare dolori al torace e catarro. Tutte le parti della pianta sono ritenute antibiotiche, antimicotiche, antisettiche, aperienti, depurative, espettoranti e stimolanti; un infuso delle foglie può essere impiegato per aumentare la resistenza alle infezioni batteriche. Un glicoside presente nelle foglie è utilizzato per produrre un antibiotico e gli estratti della pianta hanno evidenziato proprietà antitumorali. Anche in cosmesi è utilizzata come lavaggio antisettico, per disinfettare ferite, piccole eruzioni cutanee e per stimolare la ricrescita dei capelli. Si può usare qualsiasi parte della pianta, ma è meglio impiegarla fresca. Il succo della pianta è ottimo come detox per il fegato e le vie urinarie.
Il suo impiego è controindicato in gravidanza, allattamento, infanzia, in caso di ulcera gastrica o intestinale e nelle nefropatie; nei sovradosaggi può comparire albuminuria; non usare in pediatria. Tener presente che l’isotiocianato di benzile irrita la mucosa orale e gastrica pertanto la pianta e i suoi estratti dovrebbero essere somministrati in preparazioni gastroresistenti.