Mucuna | Mucuna pruriens (L.) DC.
Mucuna pruriens è una pianta della famiglia delle Fabacee (o Leguminose) che si presenta come un arbusto rampicante.
E’ originaria delle regioni tropicali africane e dell’Asia meridionale; cresce spontanea infatti nell’area tra l’India e lo Sri-Lanka, e nelle zone caraibiche fino al Sud-America, ma oggi, viste le sue proprietà, è ampiamente naturalizzata e coltivata in modo intensivo anche in altri paesi, a fini commerciali. In alcuni parchi naturali della Florida la Mucuna è ritenuta invasiva. Ha valore d’uso agricolo e orticolo ed ha una gamma di proprietà medicinali.
La Mucuna pruriens è conosciuta localmente con molti nomi che fanno spesso riferimento al prurito ed alla irritazione prodotti dal contatto (dermatite da contatto) con le foglie ed i baccelli (da cui il nome pruriens); la pianta fiorisce una volta all’anno, è di tipo rampicante, e li suoi rami possono superare tranquillamente i 15 m di altezza. Quando la pianta è giovane, è quasi interamente ricoperta di peli, mentre quando è prossima alla vecchiaia perde tutta la sua pelliccia, fino a rimanere spoglia. Le foglie sono comunemente a forma di rombo, e spesso le punte sono molto appuntite, gli steli dei lembi sono lunghi 2-3 millimetri ed i grappoli di legumi che si formano tendono ad assumere una forma simile a delle pannocchie dai 15 ai 32 cm di lunghezza. Il frutto in fase di maturazione si presenta lungo circa 10 cm, e largo 1-2 cm.; ogni frutto produce sette semi e la buccia è molto pelosa; i semi, lucidi e di colore nero o marrone scuro, sono appiattiti in forma di ellissoide, lunghi circa 1-1,9 cm e larghi 0,8-1,3 e spessi dai 4 ai 6,5 cm.
La Mucuna pruriens una pianta da foraggio diffusa nelle zone tropicali; a tal fine, l’intera pianta è somministrata agli animali, come fieno secco o sotto forma di semi. Il fieno secco contiene l’11-23% di proteine grezze (con il 35-40% di fibre grezze); i semi (fagioli) secchi contengono fino a 25-30% di proteine grezze.
Le parti più usate della mucuna pruriens a fini fitoterapici sono i semi, anche se le foglie secondo alcuni studi avrebbero proprietà antiossidanti da approfondire ed eventualmente sfruttare. Nei semi sono presenti alcune sostanze come il glutatione, le lecitine, l‘acido gallico, la nicotina, la serotonina (una delle principali cause di prurito, insieme alla mucunaina), alcuni inibitori delle proteasi ed un olio viscoso color marrone scuro; i semi maturi della pianta contengono circa dal 3,1-6,1% di L-DOPA, un precursore del neurotrasmettitore dopamina, insieme a tracce di idrossitriptamina, nicotina e bufotenina.
Molti (dai testi aiurvedici e dalla medicina tradizionale) attribuiscono a questa pianta proprietà afrodisiache (nell’ayurveda): farebbe aumentare la libido (accrescendo il livello di testosterone) e curerebbe la mancanza di appetito sessuale migliorando anche la fertilità maschile. La medicina tradizionale la consiglia in caso di disfunzione erettile e di scarso appetito sessuale di natura psicogena oppure per curare gli effetti del morso di serpenti velenosi, il diabete e il morbo di Parkinson.
I semi secchi, tostati sono stati usati come succedaneo del caffè.
La pianta è commestibile per l’uomo dopo cottura (sia i germogli freschi, che i fagioli). In Indonesia i fagioli prodotti dalla Mucuna vengono mangiati dalla popolazione locale ed usati per preparazioni più complesse (ad esempio fermentazioni per ottenere alimenti simili al tempeh). Tuttavia, i germogli o i semi devono essere messi a macerare in acqua per mezz’ora, 48 ore prima della cottura, oppure l’acqua di cottura deve essere cambiata più volte. La presenza della L-dopa in quantità massiccia è tossica; con la macerazione o la sostituzione dell’acqua di cottura si permette il percolamento della L-dopa e la trasformazione in prodotto adatto al consumo umano. Se il contenuto di L-DOPA resta rilevante, alcuni soggetti sensibili possono sviluppare disturbi anche severi, quali nausea e vomito, dolorosi crampi, aritmie, abbassamento della pressione del sangue (ipotensione).
Il consumo senza trattamento è ammesso per tutti gli animali ruminanti, mentre non è ammesso (tossico) per tutti gli altri animali non ruminanti (cavalli, maiali, pollame).
E’ sconsigliata a chi soffre di: morbo di Parkinson in trattamento con L-DOPA, disturbi cardiovascolari, diabete (potrebbe abbassare la concentrazione di glicemia, richiedendo un aggiustamento delle dosi dei farmaci in uso), disturbi epatici. Sconsigliato l’uso in donne in gravidanza o in fase di allattamento.