Mirto | Myrtus communis L
Il mirto (Myrtus communis L.) è una pianta aromatica appartenente alla famiglia Myrtaceae e al genere myrtus. È tipico della macchia mediterranea, viene chiamato anche mortella. E’ una pianta sempreverde dal portamento arbustivo, non più alta dei 2 metri. Il fusto è ricoperto da una corteccia che varia colore in base all’età della pianta. Nelle piante giovani è rossastra, mentre in quelle più maturi diventa grigiastra. I fiori sono bianchi o rosa pallido, emanano una piacevole profumazione e fioriscono nella tarda primavera fino anche a settembre. Cresce spontaneamente nella zona mediterranea, in particolare in Sardegna e Corsica.
In epoca romana il mirto era considerato il simbolo della gloria, della prosperità e dell’amore eterno; i fiori di mirto erano spesso presenti durante i banchetti nuziali come segno bene augurante e propiziatorio.
Il Mirto per il suo contenuto in olio essenziale (mirtolo, contenente mirtenolo geraniolo, canfene e altri principi attivi minori), tannini e resine, è un’interessante pianta dalle proprietà aromatiche e officinali.
Al mirto sono attribuite proprietà balsamiche, antinfiammatorie, astringenti, leggermente antisettiche, pertanto trova impiego in campo erboristico e farmaceutico per la cura di affezioni a carico dell’apparato digerente (cattiva digestione) e del sistema respiratorio, contro la cistite, le emorroidi e le gengiviti. Dalla distillazione delle foglie e dei fiori si ottiene una lozione tonica per uso eudermico. La resa in olio essenziale della distillazione del mirto è alquanto bassa.
Del Mirto si utilizza tutto: foglie, fiori e bacche. Dai fiori si ricava un’essenza che viene utilizzata in campo cosmetico, le foglie invece, una volta essiccate, vengono utilizzate per insaporire piatti a base di carne e di pesce ma anche per la preparazione di infusi; sempre dalle foglie si può preparare un decotto, usato contro bronchite e infiammazioni delle vie respiratorie oppure un infuso, utile contro le emorragie e come astringente in caso di diarrea.
Tuttavia, il prodotto più importante, dal punto di vista quantitativo, è rappresentato dalle bacche; queste, oltre a poter essere consumate appena colte, vengono impiegate per la preparazione del liquore di mirto, noto per la sua azione digestiva, ottenuto per infusione alcolica delle bacche attraverso macerazione o corrente di vapore. Un liquore di minore diffusione è il Mirto Bianco, ottenuto per infusione idroalcolica dei giovani germogli, erroneamente confuso con una variante del liquore di mirto propriamente detto ottenuto per infusione delle bacche di varietà a frutto non pigmentato.
Nella tradizione gastronomica sarda il mirto è un importante condimento per aromatizzare alcune carni: i rametti sono tradizionalmente usati per aromatizzare il maialetto arrosto, il pollame arrosto o bollito, il manzo e soprattutto sa taccula o grivia, un semplice ma ricercato piatto a base di uccellagione bollita (tordi, merli, storni). L’uso del mirto come aroma per le carni non è comunque una prerogativa esclusiva dei sardi: la letteratura nel Web riporta ad esempio riferimenti anche per altre cucine regionali e per la cucina spagnola. Assai più raro ma non meno gustoso è l’utilizzo del mirto come condimento per un risotto.
Il mirto è una pianta mellifera e si può ottenere un buon miele monflorale, ma si produce solo in Sardegna e Corsica dove è molto diffusa questa pianta.
Interessante l’utilizzazione del mirto come pianta ornamentale, ad esempio la formazioni di siepi, grazie all’abbondante e suggestiva fioritura in tarda primavera o inizio estate o la presenza per lungo tempo delle bacche (di colore nero bluastro o rossastro o rosso violaceo) nel periodo autunnale.