Mandarino | Citrus Nobilis
Il mandarino comune appartiene alla famiglia delle Rutacee, al genere Citrus ed alla specie nobilis ed è l’unico frutto dolce della famiglia degli agrumi.
È un piccolo albero robusto con chioma espansa, alto poco più di due metri e, in alcune particolari varietà, può arrivare anche a quattro. Il frutto è una bacca di piccola pezzatura, detta anche esperidio, tondeggiante e più o meno appiattita, con una buccia liscia, sottile, ricca di oli essenziali, che si stacca facilmente dall’endocarpo e di color arancione. L’endocarpo è suddiviso in diversi spicchi delimitati da sottili pareti membranose contenenti la polpa succosa, dolce, arancione e profumata. I semi sono piccoli, numerosi, appuntiti a un’estremità e con embrione verde.
Anche la buccia, sottile e profumata, è arancione ed è molto facile rimuoverla per assaporare il frutto. Il mandarino generalmente viene consumato fresco ma è anche particolarmente apprezzato sotto forma di frutta candita o marmellata. Un albero adulto può fornire circa 600 frutti all’anno, considerati molto preziosi per la salute, specialmente nei mesi autunnali e invernali quando le difese immunitarie si abbassano e si è quindi più esposti ai “mali di stagione”. I mesi migliori per acquistarli sono da gennaio a marzo e a dicembre ma occorre dire che in quest’ultimo mese generalmente raggiungono il massimo della maturazione e quindi del gusto.
Esistono numerose varietà di mandarini, tra cui le seguenti:
- Mandarino cinese o Kumquat: si tratta di una varietà asiatica di mandarini, di cui esistono due specie. Il Nagami (Fortunella margaritha), che presenta frutti piccoli e di forma ovale, e il Nerumi (Fortunella japonica), con frutti sferici sempre di piccole dimensioni. La particolarità di tale frutto consiste nella sua buccia molto sottile e commestibile, che ne permette il consumo senza sbucciarlo. Il suo sapore viene particolarmente esaltato se conservato sotto spirito.
- Mandarino tangerino o tangor (Citrus tangerina): deriva il suo nome dal porto di Tangeri, in Marocco, dal quale è stato portato in Europa. La sua buccia è di colore arancione, tendente al rosso, la sua forma è rotonda e ricorda quella di un’arancia, ma le dimensioni rispetto ad essa sono minori.
- Mandarino cleopatra (Citrus reshni): pianta originaria dell’India con frutti molto simili alle clementine nella forma. La buccia è di color arancio, poco aderente alla polpa; è ricca di semi ed ha un sapore molto gradevole. Questa varietà viene anche utilizzata anche come pianta ornamentale per la lunga persistenza dei frutti.
- Mandarino king (Citrus nobilis – Citrus deliciosa): il mandarino king è una pianta di origine cinese, che può raggiungere un’altezza superiore ai quattro metri; è stata importata in Europa all’inizio dell’Ottocento ed è considerata un ibrido tra mandarancio (Citrus reticolata) e l’arancio dolce (Citrus sinesi). I frutti molto succosi, sono di grandezza media e sono avvolti da una buccia sottile.
- Mandarino Satsuma (Citrus unshiu) è una pianta medio piccola, originaria del Giappone ed è stata portata in Italia verso la fine dell’Ottocento. I suoi frutti sono mediamente grandi con la buccia sottile e la caratteristica di questa specie è che i semi sono pressoché inesistenti. I suoi frutti vengono considerati maturi quando ancora la sua buccia non ha raggiunto la classica colorazione arancione. Inoltre è una pianta che resiste bene al freddo.
Dal mandarino sono nati tre ibridi molto noti:
- il mandarancio (Citrus reticulata), ibrido tra mandarino e arancia;
- le clementine (Citrus clementina), che prendono il nome del frate missionario Clemente Rodier, che le coltivò nel giardino del suo orfanotrofio a Misserghin, in Algeria, e rappresentano un mix tra il mandarino e il mandarancio, e
- il mapo (Citrus x tangelo), che è un incrocio tra mandarino “Avana” e pompelmo “Duncan”. I suoi frutti hanno una buccia molto sottile che resta in buona parte verde anche a piena maturazione; la polpa ha un sapore leggermente acidulo.
Per quanto riguarda gli utilizzi alimentari, il mandarino viene consumato soprattutto fresco, dopo essere stato sbucciato e diviso a spicchi. È ottimo consumato da solo oppure in compagnia di altra frutta, nella realizzazione di una macedonia. Il mandarino può essere spremuto per ottenere un ottimo succo di frutta fresco e ricco di vitamine, da aggiungere eventualmente ad altri ingredienti per la preparazione di un frullato, oppure da consumare semplicemente da solo.
Gli spicchi di mandarino possono anche rappresentare un’aggiunta nella preparazione di piatti come le insalate o nei contorni di verdura di ispirazione esotica. Rappresentano un’ottima guarnizione nella preparazione di torte, crostate o pasticcini. Il succo di mandarino può essere anche utilizzato nella preparazione di ghiaccioli, gelatine naturali o granite.
Il mandarino è un frutto nutriente, facilmente digeribile e considerato adatto a propria volta a favorire la digestione. Contiene calcio, potassio e fibre, utili per il corretto funzionamento dell’intestino. Svolge una funzione di regolazione della pressione arteriosa, favorisce la diuresi e può essere in grado di contrastare la ritenzione idrica.
Sarebbe bene consumare i mandarini come frutto di stagione durante l’inverno, in modo che il loro contenuto vitaminico possa contribuire a proteggerci da disturbi tipici del periodo, come il raffreddore. L’assunzione della polpa di mandarino contribuisce a proteggere le mucose e i capillari. Il mandarino contiene inoltre vitamina A e vitamine del gruppo B, insieme a magnesio, ferro e acido folico.
Il consumo di mandarini contribuisce inoltre a migliorare le funzioni visive, abbassare il livello di colesterolo nel sangue e rinforzare il sistema immunitario, soprattutto nei bambini. I mandarini sono ricchi di antiossidanti e svolgono una funzione purificante dell’organismo. Lo rafforzano e lo proteggono dalle infezioni e dalle malattie. Il consumo di succo di mandarino è particolarmente consigliato in caso di asma o bronchite. Per quanto riguarda i valori nutrizionali dei mandarini, 100 grammi di questi frutti forniscono 53 chilocalorie, 0,800 grammi di proteine e 13,300 grammi di carboidrati.
Il mandarino avrebbe proprietà antitumorali (sembra che bere un bicchiere di succo di mandarino al giorno riduce il rischio di sviluppare il tumore del fegato) e proteggerebbe il cuore. Il consumo di mandarini è stato legato sia ad una riduzione del rischio di cancro all’apparato digerente, sia del rischio di ictus. Ricercatori australiani sostengono, infine, che il consumo di arance e mandarini ridurrebbe del 50% le probabilità di cancro del tratto digestivo e del 20% di ictus.
Per quanto riguarda l’ambito cosmetico, dalla buccia di mandarino viene estratto un olio essenziale impiegato per la preparazione di prodotti adatti a contrastare la cellulite, smagliature della pelle, ad eseguire massaggi e a combattere la ritenzione idrica. La buccia di mandarino viene inoltre utilizzata per la preparazione di macerati oleosi da applicare sulla pelle, soprattutto per effettuare massaggi tonificanti nella zona delle gambe, atti a favorire il riassorbimento dei liquidi e a contrastare il loro ristagno. La buccia è piena di limonene (principio antiossidante) che ha la caratteristica di ritardare l’invecchiamento della pelle. L’olio di mandarino (biologico al 100%) è quindi molto efficace per i massaggi corporei; a fine trattamento viene completamente riassorbito lasciando la pelle vellutata ed idratata.
Le bucce dei mandarini possono essere essiccate ed utilizzate a scopo decorativo, o per la preparazione di profumati pot-pourri fai-da-te, accompagnati da fiori secchi e dalle scorze essiccate di altri agrumi.