Licopodio | Lycopodium Clavatum
Il licopodio officinale (Lycopodium clavatum L., 1753), detto anche Erba Strega, è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Licopodiaceae.
La pianta cresce perlopiù sulle Alpi e sugli Appennini dell’Italia Centrale, ma anche in Asia, America settentrionale e Africa australe, in particolare dove vi è la presenza di suoli acidi e silicei. Predilige i luoghi freschi come i boschi e i prati non soleggiati.
Il nome deriva dal greco ed è composto da lico (cioè “lupo”) e podio (cioè “piede”), perché riferito alla somiglianza dei rami giovani a un “piede di lupo”. Il nome clavatum deriva invece dal latino “clava” ed è riferito alla forma delle spighe terminali, di cui alla descrizione che segue. Come già si intuisce dal nome, la pianta presenta una forma curiosa: il suo fusto principale è strisciante al suolo, raggiunge un’altezza massima di circa 1 metro ed ha una crescita lentissima, tanto che può impiegare circa 30 anni per raggiungere la massima altezza. I rami fertili sono eretti e terminano con 1 o 3 lunghe spighe di brattee triangolari che racchiudono gli sporangi contenenti numerose spore. Questa pianta è priva di fiori e si riproduce mediante le spore anche se la sua fertilità è molto bassa.
Le spore, di colore giallo pallido, morfologicamente identiche (isospore) di circa 30 µm di diametro, si presentano come una polvere di colore giallo-marrone, inodore e insapore, chiamata polvere di licopodio.
Si usano prevalentemente le spore ed il polline dei fiori di questa pianta, conosciuta anche come “erba strega“; per l’elevata percentuale di grassi (50%), vengono usate sotto forma di polvere aspersoria, assorbente e protettiva, in caso di dermatiti essudative ed irritazioni cutanee in genere: questa specie di talco si distribuisce sulla parte interessata ed ha un effetto calmante; la polvere delle spore, detta anche “farina delle streghe”, veniva anche utilizzata in campo medico fin dal Medioevo contro i disturbi gastrici e urinari, contro la gotta, come sedativo, antispastico, diuretico, lassativo.
Contiene gomme, zuccheri, lipidi, pigmenti flavonici, alcaloidi, licopodina, clavatina e clavatoxina, zolfo, silicio, manganese, calcio, olio essenziale.
Nella tradizione il licopodio veniva utilizzato, la pianta intera, per tisane con effetto lassativo, diuretico e disintossicante. Assunto per via interna, il licopodio protegge le mucose dello stomaco e dell’intestino; viene adoperato quando si presentano disturbi come: sensazione di peso addominale, meteorismo, stipsi spastica, tenesmo vescicale, feci secche e defecazioni scarse; come pure per aumentare la diuresi nelle infiammazioni delle vie urinarie e per il lavaggio del tratto urinario, oppure contro spasmi gastrointestinali, epatite, patologie epato-biliari, ma anche contro i crampi e la pressione alta, contro reumatismi e deformazioni ossee. Ha un’azione lassativa drastica, con l’olio di ricino (Ricinus communis), e lieve, con l’olio di mandorle dolci (Prunus amygdalus). Il Lycopodium clavatum stimola il metabolismo e l’attività degli apparati escretori. È estremamente efficace in caso, di carenza di vitamine, sali minerali ed eccessivo dimagrimento, perché aiuta l’organismo ad assimilare il cibo. La presenza di alcaloidi, che lo rendono leggermente tossico, ne hanno diminuito l’uso nel tempo.
Dal punto di vista omeopatico il Lycopodium Clavatum è un codiddetto policresto, ossia un rimedio utilizzabile in varie patologie e in tutti gli apparati. In generale è indicato per molti disturbi caratterizzati da lenta evoluzione e da lateralità destra dei sintomi. E’ indicato come rimedio nella cura di problemi digestivi, epatici o dovuti a metabolismo lento; inoltre è efficace in caso di stanchezza cronica, calcoli ai reni e alla cistifellea, reumatismi, gotta, raffreddore, tosse, problemi cutanei, calvizie precoce, varici, nervosismo. Spesso abbinato al Natrum sulfuricum, è un altro buon rimedio per l’intolleranza ai farinacei e per sedare la voglia di dolci. Cura il gonfiore del dopo il pasto, i mal di testa legati alla digestione e l’affaticamento mentale tipico di chi include nella sua dieta molti carboidrati e dolci.
Attualmente trova ancora impiego per uso esterno come decongestionante e calmante nelle dermatiti e nelle irritazioni cutanee in generale ed anche per l’igiene dei bambini. In fitoterapia, invece, si utilizza sulle ferite e sugli eczemi.
Il rimedio si ottiene dalla Tintura Madre della polvere di spore della pianta e dalle successive diluizioni-dinamizzazioni in soluzione idroalcolica.
Può tuttavia causare una serie di disturbi debilitanti, soprattutto a carico dell’intestino.
Per la sua caratteristica di essere facilmente infiammabile, la polvere di Licopodio veniva adoperata un tempo per confezionare fuochi artificiali o anche per la realizzazione di finte esplosioni ai fini scenografici (per questo è chiamata “zolfo vegetale”). In passato veniva adoperata per provocare i flash delle macchine fotografiche.