Latte e derivati

Latte d’avena

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N.B. Per quanto sia una terminologia diffusa, parlare di latte d’avena è alquanto improprio, perché per latte dovrebbe intendersi solo il liquido frutto della secrezione mammaria.

Originariamente, l’avena era considerato un cereale povero, che veniva utilizzato esclusivamente come foraggio per gli animali. Solo in caso di grande carestia assolveva alla funzione di alimento per gli esseri umani. Nel corso degli anni sono state rivalutate alcune sue proprietà benefiche e si è cominciato a utilizzarlo sia al naturale, sotto forma di cereale, sia come prodotto lavorato come ad esempio la bevanda all’avena.

La varietà più diffusa è l’Avena sativa, una pianta appartenente alla famiglia delle Graminacee ampiamente coltivata in tutto il pianeta; d’altro canto, spulciando tra i vecchi testi “anglosassoni” è possibile reperire numerose citazioni riguardanti l’applicazione culinaria dell’avena. I popoli germanici e scozzesi, per esempio, basavano la propria alimentazione sull’avena, dal momento che questa pianta annuale riesce a superare anche i climi rigidi delle regioni nordiche. In tali zone il consumo di avena è ancora ampliamente diffuso, soprattutto per la preparazione di gustosi piatti tradizionali come il porridge.

Nel nostro Paese le applicazioni dietetiche dell’avena sono relativamente recenti; fino a pochi anni fa, in Italia, l’avena era destinata prevalentemente all’alimentazione degli animali. Oggi, l’avena viene ormai aggiunta in quasi tutti gli alimenti dietetici per la prima colazione; è un ingrediente tradizionale del muesli.

Nell’alimentazione umana viene utilizzata la cariosside, generalmente privata dei suoi involucri fibrosi (decorticata) e ridotta in farina (macinazione) o in fiocchi (tramite pressione dei chicchi, freschi o precotti a vapore).

La bevanda all’avena viene preparata lasciando in ammollo in acqua per qualche ora questo cereale. L’obiettivo è che si ammorbidisca e rilasci il suo sapore nel liquido. A questo punto il prodotto viene frullato e setacciato in modo da ottenere un prodotto liscio e omogeneo. Alla bevanda non è necessario aggiungere zuccheri perché già ricca di zuccheri naturali. nell’avena. A differenza del latte vaccino che contiene 64 kcal per 100 grammi di prodotto, la bevanda vegetale all’avena ne contiene solo 47. A livello nutrizionale, le due bevande differiscono principalmente per la quantità di grassi e di proteine contenuti al loro interno. La bevanda all’avena contiene pochi grassi, circa 1,5 g, di cui saturi solo 0,1 g, mentre il latte contiene circa 3,5 g di grassi, di cui 2,4 g di grassi saturi. Per quanto riguarda le proteine invece, il latte vaccino è un’ottima fonte, in quanto ne contiene circa il 3,6%, mentre la bevanda all’avena ne è particolarmente povera raggiungendo a malapena lo 0,3%.

Il calcio è presente in entrambe le bevande nella quantità di 120 mg per 100 grammi di prodotto, ma mentre il calcio presente nel latte è facilmente assorbibile dal corpo, quello contenuto nella bevanda all’avena si digerisce con maggiore difficoltà, e perciò viene assimilato più difficilmente dal corpo umano.

Proprietà nutrizionali
Si tratta di una bevanda che, impropriamente, viene sfruttata come sostituto del latte vaccino del quale non possiede le proprietà; somiglia molto al latte di riso, rispetto al quale, però, contiene glutine (non è quindi adatto ai celiaci). Il suo sapore, comunque delicato, è generalmente un po’ meno dolce di quello del latte di riso, cosa che lo rende più dissetante.

L’avena è un cereale ritenuto in grado di ridurre il colesterolo LDL nel sangue in quanto contiene i β-glucani, componenti della fibra solubile (contenuta soprattutto negli ortaggi e nella frutta); aiuta inoltre a depurare l’intestino contenendo 1,4 g di fibre per 100 grammi di bevanda; queste agiscono da lassativo naturale risultando utile in caso di stitichezza. Ad ogni modo, il latte di avena non può possedere le stesse caratteristiche ipocolesterolemizzanti riconducibili al consumo giornaliero di semi di avena, in quanto la maggior parte della fibra alimentare viene allontanata durante la produzione della bevanda stessa

La bevanda all’avena contiene anche sostanze nutritive tra cui tocoferoli (vit. E), acido folico, manganese, magnesio e potassio, e alcune vitamine del gruppo B, con le quali si può integrare un pasto a base di yogurt e latticini, già ricchi di per sè di tante vitamine e minerali importanti per il corpo umano.

Il latte di avena possiede dalle 47 alle 49kcal/100ml contro le 66kcal/100ml del latte vaccino intero. Rispetto al prodotto animale, il latte di avena contiene: più carboidrati (trattasi di glucosio o maltosio e non di lattosio come nel prodotto vaccino), la metà delle proteine, la metà dei lipidi.

A livello industriale, questi ultimi vengono addizionati tramite l’aggiunta di fattori nutritivi (es., calcio, vitamina D, ferro, ecc.) o di olio di girasole; pertanto sono costituiti prevalentemente da catene insature (rispetto a quelle sature del latte vaccino).

  1. Il latte di avena non contiene (presente in quantità di circa 10 mg/dl nel latte vaccino intero); contiene invece sale marino e additivi-addensanti (come l’E407 carragenina – ottenuta dalla bollitura di alghe marine del nord-Atlantico).

Il latte di avena rappresenta una bevanda da consumare solo se gradita. Essendo ricca di zuccheri naturali, la bevanda all’avena può essere consumata a merenda o durante la giornata con del pane fresco di giornata o della frutta di stagione. Al mattino invece, è preferibile introdurre nella dieta alimenti come il latte per iniziare con il giusto sprint la giornata, perché grazie al calcio contenuto nel latte vaccino, si percepisce un senso di sazietà maggiore in tempi rapidi. Inoltre, i grassi presenti nel latte servono a dare l’energia adatta a cominciare la propria giornata in quanto vengono assimilati in modo naturale e veloce.

Essendo povera di proteine, è consigliabile inserire questa bevanda in una dieta ricca e bilanciata senza tralasciare bevande come il latte vaccino che è invece ricco di proteine.

Non si tratta di una scelta adatta per la dieta dei celiaci né per gli intolleranti al nichel. Esiste il rischio di reazioni allergiche in soggetti predisposti.

Redazione amaperbene.it

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