Pillole di Conoscenza

L’assunzione di calcio è associata a un rischio ridotto di cancro colorettale (CRC)

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Una maggiore assunzione di calcio si associa a un rischio ridotto di cancro del colon-retto (CRC). L’associazione inversa tra rischio di CRC e assunzione di calcio non dipende dalla fonte del minerale. Sono questi i due principali risultati di uno studio pubblicato sulla rivista JAMA Network Open. Il primo conferma le evidenze che hanno portato il World Cancer Research Fund a supportare il consumo di latte e latticini per prevenire il CRC, il secondo è un’informazione nuova e una buona notizia per chi – per motivi medici o scelta personale – ha escluso i prodotti caseari dalla propria dieta.

I ricercatori del National Cancer Institute statunitense hanno preso in esame i partecipanti allo studio NIH-AARP Diet and Health Study, includendo nella loro analisi 471.396 persone che al momento dell’arruolamento avevano 50-71 anni, erano in salute e – in base alle risposte al questionario sulla frequenza di consumo degli alimenti (FFQ) – avevano apporti di calorie e di calcio non eccessivamente bassi né eccessivamente alti.

I ricercatori hanno quindi analizzato quanto calcio assumevano con latte e latticini (yogurt, formaggio, panna, gelato…), altri alimenti e integratori alimentari. L’assunzione media complessiva di calcio (TCI, total calcium intake), era 401 ± 101 mg per le femmine e 407 ± 95 mg per i maschi del quintile più basso (Q1) e 2.056 ± 412 mg per le femmine e 1.773 ± 444 mg per i maschi del quintile più alto (Q5). I valori di TCI rilevati nel quintile più alto sono inferiori al livello massimo tollerabile di assunzione (2.500 mg/die) indicato dalla Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), che raccomanda a maschi e femmine un introito di calcio di 1.000 mg/die nella fascia di età 30-59 anni e di 1.200 mg/die sopra i 60 anni.

In oltre 18 anni di follow-up mediano, 10.618 partecipanti hanno ricevuto una diagnosi di CRC. Rispetto ai soggetti che introducevano meno calcio (Q1), quelli che ne introducevano di più (Q5) avevano un rischio di CRC del 30% più basso (HR 0,71 [95% IC 0,65-0,78]; p<0,001).

I ricercatori hanno analizzato separatamente l’assunzione di calcio legata esclusivamente alla dieta e quella riconducibile ai soli integratori e osservato che in entrambi i casi un maggior apporto di calcio si associava a un ridotto rischio di CRC: l’HR è 0,84 (95% IC 0,77-0,92; p<0,001) per Q5 rispetto a Q1 per il calcio alimentare e 0,80 (95% IC 0,72-0,92; p<0,001) per una supplementazione ≥1.000 mg/die rispetto a una <400 mg/die.

Lo studio ha anche chiarito che l’assunzione di calcio correla in modo significativo (p <0,001) con il rischio di tumori che si sviluppano nel colon prossimale (HR 0,75), nel colon distale (HR 0,73) e nel retto (HR 0,61), ma non nel cieco.

Non sono state riscontrate differenze legate a razza ed etnia, mentre qualcosa ci si sarebbe potuti attendere per via delle differenze nell’incidenza dell’intolleranza al lattosio e nell’uso di integratori alimentari. “L’aumento dell’assunzione di calcio”, hanno concluso gli autori dello studio, “in particolare tra i sottogruppi di popolazione con assunzioni inferiori, potrebbe essere associato a una riduzione delle differenze evitabili nel rischio di cancro al CRC”.

Zouiouich S, Wahl D, Liao LM, Hong HG, Sinha R, Loftfield E. Calcium Intake and Risk of Colorectal Cancer in the NIH-AARP Diet and Health Study. JAMA Netw Open. 2025;8(2):e2460283. doi:10.1001/jamanetworkopen.2024.60283

Redazione amaperbene.it

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