Lamio o Falsa ortica purpurea | Lamium purpureum L., 1753
La falsa ortica purpurea (nome scientifico Lamium purpureum L., 1753) è una piccola pianta erbacea annuale dai delicati fiori labiati color rosa-porpora appartenente alla famiglia delle Lamiaceae (a cui appartengono anche la salvia, la menta ed il rosmarino, con cui condivide diverse caratteristiche, tra cui la forma labiata dei fiori). E’ una pianta molto diffusa, si trova nei campi incolti, nei prati e negli orti in raggruppamenti più o meno numerosi, in quanto si moltiplica con estrema facilità, andando a coprire anche spazi notevoli. È una delle piante che fiorisce ancor prima dello scoccare dell’equinozio e i suoi fiori ci accompagnano per tutta la primavera.
Nativa dell’Europa e dell’Asia, si è diffusa facilmente anche in Nord America. In Italia si trova soprattutto nelle zone settentrionali, fino ai 1500 mt sul livello del mare. E’ dotata di una radice a fittone e si sviluppa in altezza grazie ad un fusto di forma quadrangolare e cavo all’interno (tanto che si può utilizzare come una vera e propria cannuccia). Solitamente il lamio non supera i 40 cm di altezza e porta numerose foglie disposte in maniera opposta tra loro, picciolate, di forma ovata e con margine dentato. Proprio da qui arriva il suo nome popolare, ovvero “falsa ortica” a causa della somiglianza nella forma delle foglie; il suo cortissimo pelame vellutato non possiede alcuna capacità urticante. Sempre per questo motivo, in inglese è chiamata ‘dead’ nettle, ovvero “ortica morta”.
L’infiorescenza si sviluppa lungo vari verticilli disposti lungo il fusto. I fiori, piccoli e di color rosa o violetto, sono a forma di labbra e, al loro interno sono ricchi di nettare mellifero, molto apprezzato da numerose specie di insetti impollinatori. I fiori, che si aprono da marzo a ottobre, sono riuniti in verticillastri apicali sessili all’ascella di un paio di foglie superiori, e si rinnovano man mano che la pianta cresce in altezza. I fiori si rimuovono con estrema semplicità e alla suzione se ne percepisce subito la dolcezza. La corolla, che riprende lo schema tipico della famiglia delle Labiateae, di colore fra il porpora e il viola, passando per il rosa e il fucsia, è formata da due lobi: quello inferiore è trilobato con macchie scure, quello superiore è concavo con peli corti. Gli stami sono quattro con antere viola o brune. La corolla è inserita in un calice peloso. Ogni fiore è accompagnato da caratteristiche brattee di color viola polveroso, piccole e cuoriformi, che esaltano i toni squillanti delle corolle. Il frutto si sviluppa all’interno del calice e si presenta diviso in quattro parti. I semi tondeggianti, neri e piccolissimi, si disperdono molto facilmente, trasportati dal vento o talvolta dagli stessi insetti che hanno contribuito all’impollinazione.
Il nome del genere deriva dal greco ”lamos” (= larga cavità) o da “laimos” (fauci) e richiama l’attenzione sulla forma del calice del fiore, mentre l’epiteto latino “purpureum” (= dal colore purpureo) fa riferimento alle parti apicali della pianta.
Secondo altri, il nome farebbe riferimento ad una regina libica ”Làmia”: le mamme greche, per far star buoni i loro bambini, descrivevano questa regina come un mostro capace di ingoiarli (come del resto fa il fiore di questa pianta quando un bombo entra nel tubo corollino in cerca del nettare).
Il Lamium purpureum contiene tannino, essenza, glucoside, mucillagini, flavonoidi, iridoidi, saponine ed ha moltissime proprietà: è depurativo, tonico e astringente. Ha al suo interno diverse sostanze come oli eterei (all’interno di peli ghiandolari), mucillagini, tannino, saponine e sali di potassio. Grazie al suo contenuto di vitamina C ha anche proprietà antiossidanti.
Nella medicina popolare vengono usate le foglie per le loro proprietà diuretiche leggermente lassative; alla pianta vengono attribuite proprietà vulnerarie (guarisce le ferite), antispasmodiche (attenua gli spasmi muscolari, e rilassa anche il sistema nervoso), depurative (facilita lo smaltimento delle impurità), espettoranti (favorisce l’espulsione delle secrezioni bronchiali), risolventi in generale, toniche (rafforza l’organismo in generale) e astringenti (limita la secrezione dei liquidi).
Usi in cucina
Si tratta di una pianta mangereccia che si può consumare per intero. Le foglie e i fiori si possono consumare in padella saltate, lesse o nelle frittate. Trovano spazio in cucina anche come aggiunta per minestre e zuppe in quanto si sposano molto bene con le patate. Si possono fare anche ottimi risotti e infusi.
Se si prende un fiore, e staccato dalla piantina si succhia alla base, si apprezza un gradevole dolce sapore. Le foglie di questa pianta possono essere usate crude come insalata o lessate e condite come altre verdure simili. La falsa ortica purpurea viene utilizzata in cucina anche come ingrediente per l’impasto di gnocchi di patata Questa pietanza comunque va usata con prudenza in quanto contiene delle tossine che in quantità rilevanti sono dannose all’uomo
La tradizione sostiene inoltre che si tratta di una pianta che aiuta a combattere il malumore.