La perdita di potere d’acquisto negli ultimi 5 anni
ISTAT - Rapporto Bes 2024
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Il potere d’acquisto degli italiani negli ultimi 5 anni ha subito un tracollo. Dopo un periodo caratterizzato da una bassa inflazione, con una variazione media annua pari a +0,6% nel 2019 e addirittura negativa nel 2020, i prezzi hanno subito un’impennata brusca nel 2021 e poi nel 2022, anno in cui i prezzi al consumo hanno registrato un aumento in media d’anno dell’8,1%, segnando l’incremento più ampio dal 1985, quando fu +9,2%, con un picco nel quarto trimestre pari a +11,7%.
Nel 2023 invece le spinte sui prezzi sono state abbastanza contenute. Nel corso dell’anno l’inflazione è rapidamente scesa, fino a raggiungere a dicembre lo 0,6%. Nei primi due mesi del 2024 il tasso di variazione tendenziale dei prezzi rimane su valori molto moderati, inferiori persino all’1%.
Ma questo rallentamento non ha permesso di recuperare i danni del periodo precedente. Dal 2019 al 2023 il livello medio dell’indice dei prezzi al consumo (Nic) segna un aumento del 16,2%, con notevoli differenze tra le varie divisioni di spesa. La variazione più ampia, quasi il triplo di quella registrata per l’indice generale, è quella relativa a “Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili”, con un aumento del 45%, soprattutto per via della stangata dei prezzi dei beni energetici dovuti alla guerra in Ucraina.
Nettamente al di sopra dell’indice generale anche i Prodotti alimentari e bevande analcoliche, con un incremento del 22,5%; seguono i Trasporti e i Servizi ricettivi e di ristorazione (+16,5% e +16,3% rispettivamente). Il resto dei settori del paniere mostra variazioni medie via via più contenute, fino ad arrivare alla divisione delle Comunicazioni, che registra una flessione dei prezzi del 10,1%.