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La febbre Dengue

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E’ allerta nel Mondo per la Dengue dopo che in Brasile sono stati superati i 2 milioni di casi nel 2024, un record storico, mai raggiunto da oltre un ventennio secondo un rapporto pubblicato dal Ministero della Salute. In particolare il Paese ha registrato 2.010.896 casi, compresi quelli confermati e quelli sotto indagine, con un coefficiente di incidenza di 990,3 casi per 100.000 abitanti. I decessi confermati sono 682 e altri 1042 sono in fase di indagine.  

Eziologia e trasmissione

La febbre Dengue, più conosciuta semplicemente come dengue, è una malattia infettiva tropicale causata dal Dengue virus.

Il virus appartiene alla famiglia Flaviviridae, genere Flavivirus; ne esistono cinque sierotipi differenti (DENV-1, DENV-2, DENV-3, DENV-4, DENV-5); generalmente l’infezione con uno di questi sottotipi conferisce immunità permanente solo contro quel particolare sottotipo, mentre comporta solamente una breve immunità nei confronti degli altri. Una seconda infezione con un sottotipo diverso comporta un aumento del rischio di complicanze gravi, come sviluppare la Dengue emorragica o la sindrome da shock da Dengue.

La trasmissione avviene principalmente attraverso la puntura di zanzare infette del genere Aedes. Non esiste quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus. Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri.

Nell’emisfero occidentale il vettore principale è la zanzara Aedes aegypti, anche se si sono registrati casi trasmessi da Aedes albopictus (la zanzara tigre comune). Le zanzare si infettano pungendo una persona infetta e poi trasmettono il virus pungendo altre persone.

La Dengue è conosciuta da oltre due secoli, ed è particolarmente presente durante e dopo la stagione delle piogge nelle zone tropicali e subtropicali di Africa, Sudest asiatico e Cina, India, Medioriente, America latina e centrale, Australia e diverse zone del Pacifico. A causa del cambiamento climatico, sono stati segnalati casi anche in altre aree e, nell’ultimo periodo, in Europa ci sono molte più zone che stanno diventando vulnerabili.

Negli ultimi decenni, la diffusione della Dengue è aumentata. Nei Paesi dell’emisfero Nord, in particolare in Europa, costituisce un pericolo in un’ottica di salute globale, dato che si manifesta soprattutto come malattia di importazione, il cui incremento è dovuto all’aumentata frequenza di spostamenti di merci e di persone.

Fattori di rischio

I fattori di rischio per la febbre Dengue includono:

  • Residenza o viaggio in aree endemiche
  • Esposizione alle zanzare infette
  • Immunizzazione incompleta o precedente infezione da un diverso sottotipo del virus della Dengue

I siti a rischio

Importante “individuare, come da linee guida riportate nel Pna 2020-2025 (Piano Nazionale di prevenzione), tutti i potenziali siti a rischio di introduzione di nuove specie di zanzare invasive, quali Aedes aegypti, e predisporre tutte le misure di sorveglianza e controllo atte a prevenire e contrastare il possibile ingresso e successiva diffusione di questi potenziali vettori di arbovirosi.

Ma il Ministero indica anche la necessità di “provvedere alle attività per una corretta comunicazione che aumentino la consapevolezza del rischio dengue in ambito pubblico (scuole, aree urbane, luoghi ricreativo-sportivi) e tra gli operatori sanitari e che incoraggino comportamenti attivi di prevenzione e controllo dei vettori, a livello individuale e nella comunità.

Diagnosi differenziale

La diagnosi della febbre Dengue può essere complicata perché i sintomi sono simili a quelli di altre malattie febbrili, come la malaria, la leptospirosi e la febbre chikungunya. Pertanto, è importante eseguire test di laboratorio specifici con la ricerca del virus o di anticorpi specifici in campioni di sangue per confermare la diagnosi.

Fasi della malattia

La febbre Dengue può essere suddivisa in tre fasi:

  • Fase febbrile: i sintomi iniziali sono simili a quelli dell’influenza, con febbre alta, nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara, cefalea, dolore retrooculare, dolore muscolare e articolare, e rash cutaneo simile a quello del morbillo. I sintomi tipici sono spesso assenti nei bambini.
  • Fase critica: se la malattia si aggrava, si può entrare in una fase critica caratterizzata da potenziali complicazioni come la Dengue emorragica. In questa fase, i sintomi possono peggiorare e includere sanguinamento, petecchie, dolore addominale, vomito persistente e difficoltà respiratorie.
  • Fase di recupero: dopo la fase critica, i sintomi iniziano a migliorare gradualmente e la febbre diminuisce.

Dengue emorragica e sindrome da shock da Dengue

  • La Dengue emorragica è una forma grave di Dengue che può portare a sanguinamento, bassa conta piastrinica, danni agli organi e shock. Se non trattata tempestivamente, può essere fatale.
  • La sindrome da shock da Dengue è una forma estrema di Dengue emorragica che si verifica quando la pressione sanguigna scende a livelli pericolosamente bassi, causando uno shock.

Gestione dei casi

Nella gestione dei casi di febbre Dengue, è fondamentale il supporto sintomatico, la gestione dei liquidi e, nei casi più gravi, l’assistenza intensiva. La diagnosi e il trattamento tempestivi sono cruciali per prevenire complicanze e decessi.

Prevenzione

La misura preventiva più efficace contro la Dengue consiste nell’evitare di entrare in contatto con le zanzare vettore del virus. Diventano quindi prioritarie pratiche come l’uso di repellenti, vestiti adeguati e protettivi, zanzariere e tende. Dato che le zanzare sono più attive nelle prime ore del mattino e al tramonto, è particolarmente importante utilizzare le protezioni in questi momenti della giornata.

La lotta sistematica e continuativa alla zanzara implica eliminare tutti i ristagni d’acqua in prossimità delle zone abitate, ed effettuare vere e proprie campagne di disinfestazione che riducano la popolazione di Aedes.

E’ altresì fondamentale educare la popolazione sull’importanza del controllo delle zanzare e promuovere la partecipazione attiva delle comunità nel prevenire la proliferazione delle zanzare.

Terapia

Non esiste un trattamento specifico per la dengue, e nella maggior parte dei casi le persone guariscono completamente in due settimane. La terapia è di supporto e si basa sull’idratazione in caso di una forma lieve-moderata di malattia e, nei casi più gravi, sulla somministrazione endovenosa di liquidi e sull’emotrasfusione.

Vaccinazione

Attualmente la vaccinazione è raccomandata solo per individui che vivono in aree endemiche o che viaggiano in queste aree, oppure in soggetti che, a prescindere dall’infezione, dovranno soggiornare per lunghi periodi in Paesi ad elevata endemia. L’efficacia può variare a seconda del sottotipo virale.

Al momento esiste un unico vaccino disponibile in Italia approvato dall’Agenzia italiana del farmaco. “L’efficacia complessiva del vaccino vivo attenuato contro Dengue è dell’80% a 12 mesi dalla seconda dose. L’efficacia contro le ospedalizzazioni è del 90% a 18 mesi. I risultati a lungo termine, a quattro anni e mezzo, hanno dimostrato un’efficacia complessiva del vaccino del 61,2% nel prevenire la malattia e dell’84,1% nel prevenire l’ospedalizzazione.

Il protocollo di vaccinazione prevede due dosi sottocutanee, somministrate ad almeno tre mesi di distanza l’una dall’altra.

La vaccinazione avverrà a seguito di visita specialistica e di counseling durante il quale il medico valuterà eventuali rischi correlati al viaggio e proporrà una serie di interventi comprensivi di consigli e indicazioni su alcune precauzioni da seguire, eventuali vaccinazioni e ulteriori farmaci per la profilassi.

Donazioni sangue

Nella circolare ministeriale si fa riferimento anche ai controlli che dovranno essere fatti per la donazione di sangue e donazioni di sangue/emocomponenti (compreso il sangue cordonale) e di organi, tessuti e cellule comprese le cellule staminali del sangue periferico e midollare.

Redazione amaperbene.it

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