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Sono molti i cibi che promettono di venire in aiuto delle prestazioni maschili, migliorando la funzionalità e la salute sessuale, ma anche di contrastare l’infertilità, un problema in crescita che, ad oggi, colpisce tra il 15 e il 20% delle coppie a livello globale.
Dalla noce moscata ai chiodi di garofano, dallo zenzero al melograno, uno studio italiano guidato dall’Istituto di Farmacologia Traslazionale del CNR, pubblicato su Current Research in Food Science quantifica, per la prima volta l’effetto di una dieta sana come quella mediterranea bio nel migliorare i livelli di testosterone e combattere l’infertilità.
Le cause dell’infertilità maschile possono essere diverse e molteplici. Stili di vita, fattori ambientali, condizioni stressanti e condizioni socio-economiche sono fattori significativi. La dieta svolge un ruolo cruciale nel migliorare la capacità riproduttiva di un uomo. Una dieta scorretta può, infatti, accentuare gli effetti deleteri e pro-ossidanti dello stress e dell’inquinamento e causare la frammentazione del DNA negli spermatozoi, uno dei fattori alla base dell’infertilità maschile. La dieta appropriata dovrebbe essere diversificata e garantire l’assunzione di tutti i nutrienti necessari per migliorare la qualità dello sperma. La dieta mediterranea, che include grandi quantità di verdure e frutta ricche di sostanze disintossicanti e antiossidanti, nonché polifenoli, flavonoidi, carotenoidi e microelementi, soprattutto se consumata con cibi biologici e un regime a basso contenuto di carboidrati, sono gli aspetti chiave affrontati in questo studio.
L’obiettivo di questa ricerca era modificare la dieta di 50 uomini subfertili (di età compresa tra i 35 e i 45 anni, normopeso, non fumatori e che non facevano consumo abituale di alcolici, senza malattie croniche o varicocele) fornendo loro uno specifico piano nutrizionale. Questo piano prevedeva il consumo di alimenti biologici all’80%, l’introduzione di cereali integrali e opzioni a basso carico glicemico, l’eliminazione di carboidrati raffinati, il consumo giornaliero di verdure a foglia verde e frutti rossi, la riduzione o l’eliminazione di latticini, il consumo principalmente di carne di animali nutriti con erba e pesce pescato in natura, l’eliminazione di grassi saturi a favore di grassi sani come olio d’oliva, avocado e noci. Dopo tre mesi di adesione al piano alimentare a basso contenuto di carboidrati, i livelli di testosterone sono aumentati in modo significativo (116%), mentre la frammentazione del DNA dello sperma è diminuita (al 23,2% rispetto al 44,2% iniziale) in un sottogruppo di individui che hanno ridotto l’assunzione di carboidrati del 35%.
Fonte: Corsetti V, Notari T, Montano L. Effects of the low-carb organic Mediterranean diet on testosterone levels and sperm DNA fragmentation. Curr Res Food Sci. 2023 Nov 15;7:100636. doi: 10.1016/j.crfs.2023.100636. PMID: 38045510; PMCID: PMC10689274.