Dall'olivo ai semiGrassi da condimento

La coltivazione dell’olivo in Campania

In Campania la superficie complessiva coltivata ad olivo, secondo l’ultimo censimento ISTAT (2010), interessa 72.230 ettari e si colloca al sesto posto tra le regioni italiane per superficie olivetata, pari al 7,2% della superficie olivetata nazionale. A tale area corrisponde un patrimonio olivicolo di oltre 8.5 milioni di piante, con una produzione di olive pari, nel 2010, a 2.547.000 quintali e rappresenta il 7.5% della produzione nazionale.

A livello provinciale la provincia di Salerno, da sola, occupa una superficie olivetata pari a 40.201 ettari e rappresenta circa il 55.0% della superficie totale regionale, seguita dalla provincia di Benevento con il 18.6% ed una superficie olivetata di 13.682 ettari.

La coltivazione dell’olivo in Campania interessa oltre 90.000 aziende e l’80% dei comuni della regione, con una produzione media annua che oscilla intorno ai 2.000.000 di quintali di olive. Anche in termini di produzione la provincia di Salerno, con il 62%, conferma la sua leadership. La Campania accoglie oltre 60 varietà di olive autoctone.

Va tuttavia sottolineata la forte frammentazione aziendale del comparto: oltre il 30% della superficie olivetta, infatti, è suddiviso tra aziende di dimensioni inferiori ai 2 ettari; se a queste vengono aggiunte quelle di dimensioni inferiori ai 4 ettari, il dato complessivo raggiunge il 55%. Tutto questo si traduce in un limite allo sviluppo della coltura poiché le “piccole e medie” dimensioni non consentono l’adozione di moderni sistemi di coltivazione intensivi che favoriscono la produttività degli impianti e il contenimento dei costi di produzione. Alla limitata dimensione aziendale va aggiunto anche lo scarso impiego della meccanizzazione, a causa delle difficili caratteristiche orografiche di vaste aree coltivate; in effetti meno del 10% della superficie olivetata in Campania è localizzata in aree di pianura.

Attualmente, la Campania si può fregiare di diverse eccellenze o oli extravergini di oliva a Denominazione di Origine Protetta (dop):

  • “Colline Salernitane” DOP: Reg. CE n. 1065 del 12.06.97 (GUCE L. 156 del 13.06.97);
  • “Cilento” DOP: Reg. CE n. 1065 del 12.06.97 (GUCE L. 156 del 13.06.97);
  • “Penisola Sorrentina” DOP: Reg. CE n. 1065 del 12.06.97 (GUCE L. 156 del 13.06.97);

già riconosciuti dalla Comunità Europea,

  • “Irpinia – Colline dell’Ufita” DOP: Reg. UE n. 203 del 10.03.10 (GUCE L. 61 del 11.03.10);
  • “Terre Aurunche” DOP: Reg. UE n. 1361 del 19.12.2011 (GUCE L. 341 del 22.12.2011);
  • “Colline Caiatine”, varietà di oliva detta “Caiazzara”, interessa l’intero territorio amministrativo dei seguenti comuni casertani: Alvignano, Bellona, Caiozzo, Capua, Casagiove, Caserta, Castel Campagnano, Castel Morrone, Castel di Sasso, Dragoni, Formicola, Liberi, Piana di Monte Verna, Montelatone, Ruviano, San Prisco

già approvati dal Ministero delle Politiche Agricole

  • Terre del Clanis
  • Terre del Matese
  • Sannio Caudino-Telesino
  • Colline Beneventane

in fase istruttoria.

A garanzia del consumatore tutti gli oli Dop della Campania sono sottoposti al controllo dell’Ismecert (Istituto Mediterraneo di Certificazione dei prodotti e dei processi del settore agroalimentare), organismo indipendente dal mondo della produzione ed autorizzato dal Ministero per le Politiche Agricole e Forestali.

Va osservato però che la produzione di oli Dop è ancora limitata rispetto alle enormi potenzialità regionali, soprattutto a causa di errate pratiche agronomiche che comportano ancora un’eccessiva produzione di olio lampante. In realtà si ha la coscienza di possedere un prodotto dalle grandi potenzialità, che desta crescente interesse da parte di mercati sempre più ampi, ma che, al momento, non garantisce ai produttori un reddito soddisfacente, per le citate considerazioni (frammentazione, modesta specializzazione, elevata presenza di impianti promiscui, lscarsa possibilità dell’impiego delle macchine a causa delle caratteristiche orografiche dei luoghi di coltivazione, etc.).

Le cultivar campane di maggiore diffusione sono:

PROVINCIA DI AVELLINO

Ravece
La presenza di questa varietà è documentata fin dagli inizi del ’500 in tutta la provincia di Avellino. E’ nota anche come Curatone e Olivona.

La pianta è di media vigoria ed ha portamento assurgente; foglia di grande dimensioni, di forma ellittica-lanceolata; infiorescenze di lunghezza media con circa 13 fiori.

Drupe: di dimensioni grandi, ellissoidale e asimmetrica. Endocarpo: di dimensioni grande, forma ellissoidale.

Invaiatura tardiva. Profilo sensoriale: la varietà fornisce oli dal fruttato intenso, con una armonica presenza di amaro e piccante. Caratteristica peculiare l’aroma erbaceo.

Composizione in acidi grassi: un rapporto basso tra oleico (68.68%) e linoleico (10.85%) pari a 6.38. Composti minori: medio-alta dotazione di composti fenolici.

E’ ritenuta autoincom[1]patibile ed è sensibile agli attacchi di mosca e alle basse temperature; al contrario è poco sensibile alla rogna e resiste all’occhio di pavone.

Nonostante abbia una resa piuttosto bassa, dal 15 al 16%, è molto apprezzata per la produttività, che è costante, ma soprattutto per la qualità dell’olio.

Caratteristica peculiare è l’aroma erbaceo con note di pomodoro verde, a volte anche di carciofo, percepite soprattutto negli oli ottenuti da olive raccolte precocemente.

Ogliarola Campana

E’ la varietà più diffusa in provincia di Avellino e soprattutto nell’Arianese, conosciuta in altre zone della Campania come Ogliara o Sozza. Il nome deriva probabilmente dalla spiccata attitudine a produrre olio.

La vigoria è medio-bassa, il portamento assurgente con rami fruttiferi penduli; foglie di medie dimensioni, di forma ellittico-lanceolata; infiorescenze lunghe, formate da circa 16 fiori.

Drupe di dimensioni medie, forma ovoidale; endocarpo di dimensioni medio-piccole, forma ellissoidale. Caratteristiche bio-agronomiche e produttive non alterna bensì produce più o meno costantemente. Invaiatura precoce e contemporanea.

Sopporta abbastanza bene le basse temperature.

E’ varietà molto apprezzata per produttività e caratteristiche organolettiche dell’olio, resa intorno al 20%. La produzione è costante ed elevata. Buona anche la qualità dell’olio. E’ ritenuta autoincompatibile e non alterna; inoltre, è sensibile agli attacchi della mosca, resiste alla rogna e all’occhio di pavone e sopporta abbastanza bene le basse temperature.

Profilo sensoriale: fornisce oli dal fruttato pulito e dolce. Composizione in acidi grassi: presenta un rapporto ottimale tra oleico (73.43%) e linoleico (7.61%) pari a 10.11. Composti minori: media dotazione di composti fenolici.

PROVINCIA DI BENEVENTO

Ortice
E’ presente in tutta la Campania con nomi diversi (Olivona, Iessana, Testicoli o Coglioni di Gallo, Olivo a Pizzo di Passero, ecc.), ma il suo areale di elezione è la media ed alta collina del beneventano.
La pianta è di media vigoria, con chioma alta e portamento assurgente; foglie di piccole dimensioni, ellittiche-lanceolate; infiorescenze di dimensioni piccole, formate da circa 16 fiori. E’ autoincompatibile ed alterna costantemente. Invaiatura tardiva. E’ sensibile alle basse temperature ed alla siccità.

Le drupe, di dimensioni grandi, forma ellissoidale, pur dando un olio eccellente, sono apprezzate anche come prodotto da mensa, sia in salamoia che disidratate al sole.

Questa varietà si caratterizza per una produzione abbondante, ma alternante negli anni. La resa in olio è discreta, intorno al 16%. Profilo sensoriale: fornisce oli di elevato livello qualitativo caratterizzati dal fruttato medio-alto, con sentori erbacei e di pomodoro. Composizione in acidi grassi: un rapporto basso tra oleico (67.37%) e linoleico (11.12%) pari a 6.13. Composti minori: buona dotazione di composti fenolici.

Le piante di Ortice sono molto sensibili agli attacchi di mosca, occhio di pavone e soprattutto rogna.

Ortolana
Nota anche con il nome di Melella, per il caratteristico sentore di mela che induce nell’olio.
Risulta particolarmente diffusa nella zona collinare della Valle Telesina nel territorio del Comune di San Lorenzo Maggiore, San Lupo, Casalduni e dintorni, ove è apprezzata, oltre che per la buona resistenza alle avversità atmosferiche, soprattutto per le caratteristiche organolettiche dell’olio, ritenute eccellenti; quest’ultimo è caratterizzato da un fruttato di oliva verde di intensità media con chiari sentori di mela verde. E’ autoincompatibile.

La vigoria della pianta è medio-alta, la chioma è espansa e il portamento è assurgente, ma con alcuni rami fruttiferi penduli; foglie di grandi dimensioni, ellittiche; infiorescenze lunghe, formate da circa 16 fiori. Drupe di dimensioni grandi, forma sferoidale; endocarpo: di dimensioni grandi, forma ellissoidale. La polpa delle drupe è bianca e si distacca abbastanza facilmente dal nòcciolo; per questo motivo viene apprezzata anche come oliva da mensa. La resa media in olio è pari al 13%; ma non è costante. Invaiatura medio-tardiva, graduale.

E’ sensibile alle basse temperature, agli attacchi della mosca, all’occhio di pavone, mentre è resistente alla rogna.

Profilo sensoriale: è caratterizzato da un fruttato di intensità media, con chiari sentori erbacei e di mela verde. Al gusto l’olio si presenta delicato, prevalentemente dolce.

Composizione in acidi grassi: un rapporto medio tra oleico (74.04%) e linoleico (9.45%) pari a 8.10. Composti minori: modesto contenuto di polifenoli.

Racioppella
Diffusa nel beneventano e soprattutto nel Comune di Guardia Sanframondi, ove è la varietà maggiormente coltivata. E’ una varietà apprezzata soprattutto per la costante produttività, per la qualità dell’olio e non tanto per la resa, che è intorno al 10-12%.

E’ chiamata con nomi differenti, tra cui “Ansertarella”, per i grappoli di drupe distribuiti sui rami in serie; “Rappocella”, perché le olive sono sempre raggruppate a grappolo; “Spruarella”, perché durante la raccolta delle olive il movimento delle mani ricorda quello che si effettua durante la mungitura.

E’ ritenuta autoincompatibile, ma la sua costante e abbondante produzione inducono a considerarla autocompatibile. Negli anni in cui, per condizioni ambientali poco favorevoli, le piante portano meno frutti, questi maturano precocemente e cadono. Tale fenomeno in loco è indicato con il termine “fava cotta”.

E’ resistente alla mosca, alla rogna, all’occhio di pavone, alle basse temperature e alla siccità.

PROVINCIA DI CASERTA

Sessana
Diffusa nel Casertano, soprattutto nel comune di Sessa Aurunca (da cui prende il nome), ove da sola costituisce la maggior parte degli oliveti locali. Conosciuta in loco anche con il nome di Cecinella, è apprezzata per l’elevata resa, che raggiunge anche il 25%, e per l’elevata qualità dell’olio.

Caiazzana
E’ una varietà precocissima, perfetta, quindi, per la produzione di un olio novello, di tendenza dolce, con una nota di mandorla e gusto delicato. E’ diffusa soprattutto nel comune di Caiazzo (in provincia di Caserta), da cui prende il nome, ma anche nel territorio dei Comuni di Caserta, Capua, Guardia Sanframondi e Piedimonte Matese.

E’ considerata a duplice attitudine e risulta particolarmente adatta alla produzione di olive nere appassite.

E’ conosciuta anche con i nomi di “Carica”, per l’abbondante produzione, e “Olivo a Sauce” per la presenza di numerosi rami penduli. Albero è di vigoria medio-alta; foglie di medio grandi dimensioni, ellittiche-lanceolate. Infiorescenze lunghe, formate da circa 19 fiori. Drupe di dimensione medio-grandi, forma ovoidale; endocarpo grande, di forma ellissoidale.

Invaiatura medio-precoce, apprezzata per produttività e qualità dell’olio, non tanto per la resa (9-10%). E’ anche utilizzata come oliva da mensa sia allo stato verde che nero. La polpa del frutto maturo è colorata di rosso vinoso intenso. Profilo sensoriale: è un olio dolce leggermente piccante. Il fruttato è di media intensità. Composizione in acidi grassi: un rapporto molto basso tra oleico (59.08%) e linoleico (17.06%) pari a 3.59. Composti minori: buona dotazione di composti fenolici.

E’ ritenuta autoincompatibile ed è mediamente sensibile alla mosca; è resistente alla rogna e all’occhio di pavone.

Tonda

E’ presente in tutta la zona di Alife sino al territorio del Comune di Faicchio. Albero di vigoria medio-elevata e portamento tendenzialmente assurgente; foglie di medie dimensioni, di forma ellittico-lanceolata; infiorescenza piccole, formate da circa 24 fiori. Drupe di dimensioni medio-grandi, forma ovoidale; endocarpo: di dimensioni grandi, forma ovoidale.

Si tratta di una varietà molto produttiva, apprezzata per la resa e la qualità dell’olio. Non alterna bensì produce più o meno tutti gli anni. Invaiatura medio-tardiva, dall’apice, graduale. Resistente alla siccità. I grappoli portano spesso 4-5 frutti e talvolta anche di più. Resa 20-22%. Profilo sensoriale: Olio dolce con sentori di fruttato. Composizione in acidi grassi: un rapporto ottimale tra oleico (70.29%) e linoleico (7.77%) pari a 9.25.

Composti minori: non ha un’elevata dotazione di composti fenolici.

PROVINCIA DI SALERNO

Olivo da olio

Si tratta senza dubbio della varietà più diffusa nella Penisola Sorrentina, dove rappresenta l’80% circa dell’intero patrimonio olivicolo. Localmente è conosciuta anche come Minucciolo, Cecinella, Olivo a uoglio (quest’ultima denominazione è in dialetto napoletano, che tradotto in italiano vuol dire “Olivo da olio”).

Preferita dagli olivicoltori per la sua produttività, qualità e resa in olio (20-22%), è apprezzata anche per l’elevata resistenza alla siccità e ai freddi invernali. La pianta ha vigoria medio-elevata, ha portamento assurgente, ma presenta anche rami produttivi penduli. E’ sensibile agli attacchi di mosca, meno a quelli di rogna, mentre è resistente all’occhio di pavone.

Rotondella
E’ la varietà più diffusa nel salernitano, dove è conosciuta con molti sinonimi.
A giudicare dalla mole e dall’età di alcuni esemplari, potrebbe essere, insieme alla Pisciottana, la varietà introdotta dai Focesi all’epoca della fondazione di Velia, nel VI secolo a.C.
E’ molto apprezzata per produttività, resa (intorno al 23%) e qualità dell’olio.
La pianta è di media vigoria e portamento assurgente. E’ ritenuta autoincompatibile ed è sensibile agli attacchi di mosca, alla rogna solo se in vicinanza di altre piante infette, mentre è resistente all’occhio di pavone.

Carpellese

E’ presente nel comprensorio dell’Alto Sele e dell’Alto Calore, ma soprattutto nel territorio di Campagna e Comuni limitrofi. Albero di vigoria medio elevata con portamento pendulo; foglie di dimensioni molto grandi, ellittiche, lanceolate; infiorescenze lunghe, formate da circa 18 fiori. Drupe di dimensioni medie, forma ellissoidale; endocarpo di dimensioni grandi, forma ellissoidale

Si tratta di una varietà molto apprezzata per produttività e soprattutto per l’olio ritenuto di qualità fine, resa circa il 20%, produce costantemente ed ha spiccate tendenza alle alte produzioni. Invaiatura tardiva. Profilo sensoriale: si presenta come un olio delicato. Composizione in acidi grassi: rapporto medio tra oleico (72.00%) e linoleico (7.49%) pari a 10.07. Composti minori: poco dotati di composti fenolici.

Pisciottana
E’ la varietà più diffusa nella provincia di Salerno dopo la Rotondella, soprattutto nel Basso Cilento, da Agropoli a Sapri, dove rappresenta la varietà dominante. Il nome deriva da Pisciotta, che è il comune in cui essa è l’unica varietà esistente. La pianta è di vigoria molto elevata ed ha portamento tipico assurgente; foglie di grandi dimensioni, ellittiche; infiorescenze di dimensioni medio-piccole, formate da circa 16 fiori. Drupe: di medio piccole, forma ovoidale; endocarpo: di dimensioni piccole, forma ellissoidale. Invaiatura media, graduale.

E’ sensibile agli attacchi di mosca e all’occhio di pavone, mentre è resistente alla rogna e alla siccità. La Pisciottana è apprezzata soprattutto per la produttività e la resa dell’olio (circa il 20%). Vi sono piante che di norma producono oltre 7 quintali di olive e altre che, in particolari annate, superano i 15 quintali. Però l’importanza della varietà va ben oltre l’aspetto produttivo. Infatti, la coltivazione dell’olivo in Cilento svolge anche un’insostituibile azione di difesa del territorio e di contenimento delle frane, assicurando la continua presenza dell’uomo a salvaguardia delle aree a rischio, ed una marcata caratterizzazione dell’ambiente e del paesaggio, che si identificano con le secolari e maestose piante di Pisciottana.

L’olio si presenta in prevalenza con un fruttato di oliva di media intensità.

Al gusto è sufficientemente armonico, tendenzialmente dolce. Composizione in acidi grassi: un rapporto medio tra oleico (68.81%) e linoleico (8.77%) pari a 8.46. Composti minori: discreto contenuto di composti fenolici.

Eccellenze Campane

Prodotti a Denominazione di Origine Protetta (DOP)

  • Caciocavallo Silano
  • Cipollotto Nocerino
  • Fico bianco del Cilento
  • Mozzarella di Bufala Campana
  • Olio extravergine di oliva Cilento
  • Olio extravergine di oliva Colline Salernitane
  • Olio extravergine di oliva Irpinia – Colline dell’Ufita
  • Olio extravergine di oliva Penisola Sorrentina
  • Olio extravergine di oliva Terre Aurunche
  • Oliva di Gaeta
  • Pomodorino del Piennolo del Vesuvio
  • Pomodoro S. Marzano dell’Agro Sarnese-nocerino
  • Provolone del Monaco
  • Ricotta di Bufala Campana

 

DOP in fase di istruttoria ministeriale

  • Castagna di Roccamonfina

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Prodotti a Indicazione Geografica Protetta (IGP)

  • Carciofo di Paestum
  • Castagna di Montella
  • Limone Costa d’Amalfi
  • Limone di Sorrento
  • Marrone di Roccadaspide
  • Melannurca Campana
  • Nocciola di Giffoni
  • Pasta di Gragnano
  • Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale

IGP in protezione transitoria nazionale e in istruttoria alla UE

  • Marrone di Serino

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Specialità Tradizionale Garantita (STG)

STG proposte da organismi italiani riconosciute dalla UE

  • Mozzarella
  • Pizza napoletana

[1] L’autoincompatibilità (AI) è l’incapacità di una pianta ermafrodita a produrre semi tramite autoimpollinazione, sebbene vi siano presenti i gameti. È una strategia riproduttiva per promuovere la fecondazione tra individui che non sono relazionati e, perciò, è un meccanismo creatore di nuova variabilità genetica

Redazione amaperbene.it

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