Karité – Vitellaria paradoxa
Il karité, in italiano carité o albero del burro (Vitellaria paradoxa C.F. Gaertn., 1807) è una pianta della famiglia delle Sapotacee, diffusa in Africa. È l’unica specie nota del genere Vitellaria.
Descrizione
È una pianta alta tra i 10 e i 15 metri, con un tronco che può raggiungere un metro di diametro. La corteccia è molto spessa per proteggersi dalle alte temperature presenti nella savana. La pianta è dotata di rami tozzi, muniti i medesimi di una robusta corteccia. Le foglie, che crescono a ciuffi su questi, sono di forma allungata e sono munite di un picciolo lungo mediamente dai 5 ai 15 cm; in giovinezza sono di un colore rosso tendente al ruggine, sviluppandosi acquisiscono un colorito tendente al verde scuro e possono aumentare le loro dimensioni di lunghezza e larghezza rispettivamente dai 15 ai 25 cm e dai 4 ai 7 cm. La fioritura avviene da dicembre a marzo; i fiori sono verdi con sfumature giallognole, piacevolmente profumati. I semi vengono erroneamente chiamati “noci di karité”; da essi si ricava il famoso burro di karité, che può essere di colore leggermente verde o giallo e dall’odore dolce e gradevole. Utilizzato nei paesi d’origine come alimento mentre in Europa è prevalentemente usato nel settore cosmetico.
Etimologia
“Vitellaria” deriva da “Vitèllus” ovvero “tuorlo dell’uovo” per il colore dei fiori. Mentre il termine “paradoxa” deriva dal greco “para” =contro e doxa =opinione, per la difficoltà nella classificazione.
Distribuzione e habitat
L’albero di Karité cresce spontaneo nella savana africana. È una specie nativa dell’Africa, diffusa in Benin, Burkina Faso, Camerun, Ciad, Repubblica del Congo e Repubblica Democratica del Congo, Costa d’Avorio, Etiopia, Ghana, Guinea, Mali, Niger, Nigeria, Senegal, Sudan, Sudan del Sud, Togo e Uganda. È stata introdotta in Honduras dove è comunemente conosciuta come tango.
La raccolta dei frutti dell’albero di karité viene fatta dalle donne del posto e si svolge da Giugno fino a Settembre. Dopo la raccolta dei frutti, i semi vengono liberati dalla polpa che li avvolge, selezionati e messi a essiccare al sole. Una volta pronti, vengono pesati e macinati fino a ottenere una pasta dalla consistenza burrosa; dopodiché il burro ottenuto viene fuso, purificato da eventuali residui del guscio e impurità e, infine, fatto solidificare. La composizione di oli vegetali al suo interno varia in funzione della varietà della pianta, del tempo di raccolta, delle temperature e della lavorazione.
La Lista rossa IUCN classifica Vitellaria paradoxa come specie vulnerabile, perché gli esemplari selvatici sono eccessivamente sfruttati per finalità economiche.
Utilizzo
Il burro di karité è un grasso saturo, solido a temperatura ambiente ma che si scioglie immediatamente a contatto con il calore della pelle. Ha un odore caratteristico e un colore che va dal giallo tenue al verdastro; viene utilizzato in molti prodotti cosmetici o come condimento (nell’industria alimentare per la produzione di margarina).
In Africa il burro di karité è utilizzato in cucina, in cosmesi e per le sue proprietà medicamentose. Da noi l’uso più comune è quello cosmetico.
In antichità, nel regno del Mali, l’olio di karité era usato, mischiato con una terra della zona, per rivestire i muri, come fosse calce. (Ibn Battuta, I viaggi, p. 754.)
Proprietà del burro di karité
Il burro di karité presenta 5 acidi grassi principali:
- Stearico e Oleico (85-90%): la relativa percentuale di questi 2 acidi grassi determina la consistenza del burro di karité. L’acido stearico conferisce più solidità mentre l’acido oleico più morbidezza o solidità in base alla temperatura ambientale.
- Palmitico
- Linoleico
- Arachidonico
- Composti fenolici: noti per la loro proprietà antiossidante.
Il burro di karité può essere utilizzato puro quando si ha necessità di idratare la pelle, lenire infiammazioni o cicatrizzare piccole ferite.
Il burro di karité è un efficace antirughe, dato l’alto contenuto di acidi grassi indispensabili per l’idratazione, l’elasticità e l’equilibrio della pelle. Sembra poi che la frazione insaponificabile di questo burro, ricca di vitamina A, vitamina E e vitamina F, sia in grado di influire sugli ormoni che comandano i fibroblasti stimolandoli a produrre collagene ed elastina, le proteine responsabili dell’elasticità e della compattezza della pelle.
Grazie alla sua azione lenitiva e antibatterica, il burro di karité viene usato (puro o insieme ad altri oli vegetali) sulla pelle secca, squamata, sensibile o infiammata, nonché su ferite, abrasioni, eritemi da pannolino ed eczemi.
Oltre alle sue proprietà lenitive, idratanti e nutrienti, aiuta a curare e cicatrizzare la pelle e quindi è utile per piccole ferite ed escoriazioni, così come per labbra, mani e piedi screpolati. Si rivela efficace nella prevenzione delle smagliature in gravidanza ed è indicato anche per il trattamento delle ragadi al seno durante l’allattamento. La sua azione antinfiammatoria risulta efficace non solo sulla pelle ma anche su altre manifestazioni dolorose: può essere quindi utile per i muscoli doloranti o indolenziti, o per lenire dolori articolari legati ad artrite o traumi che generano gonfiori. In questo caso basta massaggiare sulla zona interessata fino ad assorbimento.
Il burro di karité ha infine un effetto barriera e protegge quindi la pelle dalle aggressioni atmosferiche quali vento e freddo e dalle irritazioni causate da prodotti cosmetici e detergenti
Controindicazioni: in letteratura non sono riportati effetti secondari e tossici, fatta eccezione che vi sia una particolare sensibilità soggettiva.