Iris Germanica
Il Giaggiolo maggiore o giaggiolo germanico è una pianta erbacea perenne alta da 50 a 100 cm, con radice fascicolata e rizoma carnoso strisciante odoroso, fusto eretto ramoso cilindrico (diametro 1,5 cm) leggermente compresso, con 2-4 fiori di 10 cm accompagnati da larghe brattee. Le foglie parallelinervie, di colore verde glauco, quasi tutte basali, lineari ristrette all’apice in punta acuta, larghe fino a 4 cm e lunghe da 20 a 40 cm, ensiniformi (per questo vengono anche chiamati “Spadoni”); quelle cauline più corte, scariose e abbraccianti il fusto. I fiori blu-violetto intenso, inodori o poco profumati, subsessili, in basso su peduncoli più allungati, avvolti in grandi brattee (spata bianco-membranosa solo nella metà apicale), sono portati da uno scapo alto circa 1 m. Perigonio attinomorfo costituito da 6 tepali: tre più esterni ricurvati e ondulati (lacinie portanti al centro una barba costituita da una linea di peli giallastri) e tre interni incurvati con sfumature più chiare, ondulati e crespati al margine (lacinie spatolate, ristrette alla base, portanti gli stili). Stami bianchi con antere lunghe circa quanto il filamento; stili 3,5 cm con lobi divergenti. Ovario infero. Il frutto è una capsula fusiforme trigona, spesso abortiva, contenente semi neri, discoidali e lucenti.
Cresce su scarpate, presso gli abitati, nelle discariche, di solito su suoli calcarei ricchi in scheletro e piuttosto aridi, dal livello del mare ai 1200 m circa. I rizomi odorano di violetta ed erano un tempo usati per la produzione di profumi. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
Il nome viene dal greco antico iris “arcobaleno”, per le sfumature di colore dei fiori. Iris, dea dell’Olimpo, era una messaggera molto veloce al servizio di Era, che consegnava gli ordini celesti agli uomini ed agli altri dei. L’arcobaleno era il tragitto seguito dalla stessa nel consegnare le missive.
Principi attivi: amido, mucillagine, olio essenziale che emana un forte odore di violetta (acido miristico e derivati, ironi, linalolo, geraniolo, furfurale), resina molle (canfora d’Ireos), sostanza colorante gialla, aldeidi, esteri di vari acidi, chetone, glucoside (iridina).
Le meravigliose proprietà dell’Iride germanica sono ben celate sotto la terra: la droga è infatti costituita dai rizomi. Quando sono freschi, essi non hanno profumo e il loro sapore è decisamente poco appetibile; solo dopo un lungo periodo di stagionatura, gusto e profumo si modificano diventando accettabile il primo e gradevolissimo il secondo. Il profumo ricorda quello della Viola mammola ed è dovuto principalmente a una serie di sostanze chiamate “ironi”. Il rizoma, raccolto in agosto da piante di almeno 3 anni, pulito, decorticato, diviso in dischi e disseccato, ha proprietà diuretica, depurativa, espettorante, attiva la circolazione, colagoga, antifermentativa; è indicato per cefalee, emicranie mestruali con vomiti biliosi, infiammazione degli organi respiratori, digestivi e urinari. A dosi elevate è un purgativo drastico ed emeico. Le foglie ed il rizoma freschi sono altamente velenosi.
L’essenza di Iride è molto pregiata e costituisce uno dei componenti fondamentali dell’odierna profumeria. In cosmetica l’Iride germanica ha gli stessi impieghi del Giaggiolo. Il rizoma, ridotto in polvere, viene utilizzato per polveri aspersorie (talchi), ciprie, dentifrici; il rizoma intero era dato ai bambini in fase di dentizione come masticatorio. Anche all’Iride germanica sono state riconosciute, per uso interno, proprietà espettoranti che però stanno cadendo sempre più in disuso.