Il Tè – Attività su organi e tessuti
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- Polmone: per quanto riguarda l’oncogenesi, gli studi epidemiologici non mostrano risultati soddisfacenti; diversa è la situazione del ratto da esperimento, in cui il tè verde ha dimostrato una forte attività preventiva [Clark J, You M, 2006]. D’altra parte, è stato invece dimostrato che l’EGCG inibisce la migrazione delle cellule tumorali bronchiali, riducendo la probabilità di metastasi [Hazqui N et al, 2008]. Non mancano tuttavia studi a favore di un effetto protettivo del consumo di tè verde nel cancro del polmone [Tang N et al, 2009; Lee AH et al, 2010].
- Colon–retto: una preparazione standard di polifenoli di tè verde (Polyphenon E) è risultata capace di limitare la crescita di tumori colorettali in ratti trattati con una sostanza cancerogena [Xiao H et al, 2008]. Il consumo di tè è correlato con un rischio ridotto di ca. del colon distale [Green CJ et al, 2014]. Non mancano studi che contraddicono tali effetti. Una larga metanalisi del 2006 ha concluso che nell’uomo, non ci sono dati epidemiologici sufficienti per attestare la riduzione del rischio di cancro colorettale nei bevitori di tè verde (nè di tè nero) [Sun CL et al, 2006]. Tuttavia, in uno studio prospettico più recente, sono state seguite per 6 anni quasi 70mila donne cinesi di età compresa tra i 40 e i 70 anni. Le donne che bevevano regolarmente tè verde avevano all’inizio dello studio un rischio inferiore del 37% di sviluppare un cancro colorettale rispetto alle donne che lo bevevano di rado. Continuando a bere tè verde, al termine dello studio questo divario era salito al 57%, ovvero il rischio si riduceva della metà [Yang G et al, 2007].
- Stomaco: studi epidemiologici hanno suggerito che il tè verde ha il potenziale di ridurre il rischio di gastrite atrofica cronica, di cancro gastrico e intestinale, di neoplasie della pelle [Carlson JR et al, 2007]. Alcuni Autori hanno trovato un rapporto di rischio (odds ratio – OR) per cancro allo stomaco tra bevitori di tè verde e non bevitori di 0.52 (CI al 95% da 0.29 a 0.94), e un OR per gastrite cronica (una importante tappa pre-maligna della lesione neoplastica), di 0.49 (IC50 al 95% da 0.31 a 0.77). Gli stessi Autori hanno trovato anche una correlazione dose-risposta per anni di assunzione di tè [Setiawan VW et al, 2001]. Tuttavia, in un articolo apparso sul New England Journal of Medicine, gli AA. non hanno trovato alcuna associazione tra ingestione di una o due, tre o quattro e cinque o più tazze di tè verde al giorno e rischio di cancro allo stomaco – RR = 1.1 (CI al 95% da 0.8 a 1.9), RR = 1.0 (CI al 95% da 0.7 a 1.4), RR = 1.2 (CI al 95% da 0.9 a 1.6) rispettivamente – evidenziando come l’effetto protettivo nei vari trial compaia solitamente nei bevitori di 10 o più tazze di tè al giorno e sia assente per livelli intermedi. Il tè verde è infatti la bevanda più popolare in Giappone, dove molte persone arrivano a consumarne più di un litro al giorno.
- Mammella: i dati epidemiologici hanno mostrato che il tè verde può ridurre il rischio cancro mammario [Sun CL et al, 2006] (lo stesso studio suggerisce anche un possibile effetto promotore del tè nero sul cancro mammario). È stato dimostrato che il tè verde inibisce la crescita cancerosa tramite un effetto anti-proliferativo diretto sulle cellule tumorali, e incrementa l’effetto inibitorio del tamoxifene sul recettore degli estrogeni, aumentando l’effetto apoptotico [Sartippour MR et al, 2006]. Purtroppo in base ai risultati di una revisione voluta dalla Food and Drug Administration (FDA), basata sulla valutazione sistematica dei dati scientifici disponibili, sembra altamente improbabile che il tè verde riduca il rischio di tumori al seno, come anche il rischio di cancro alla prostata [Chen D et al, 2008].
Il tè verde, oltre all’attività antitumorale ed antimetastatica, si è mostrato anche in grado di esercitare un effetto protettivo sulle ossa dall’erosione prodotta da metastasi di carcinoma mammario nel topo [Luo KW et al, 2014].
- Ovaio: è stato dimostrato che il tè verde riduce significativamente il rischio di sviluppare un cancro ovarico [Larsson SC, Wolk A, 2005] e che migliora e prolunga la sopravvivenza in donne con questo tipo di malattia, poiché blocca la crescita delle cellule cancerose e ne induce l’apoptosi [Zhang M et al, 2004].
- Prostata: il tè verde riduce il rischio di cancro prostatico; questo spiega in parte come l’incidenza di cancro alla prostata sia molto inferiore negli Asiatici che negli Occidentali [Kurahashi N et al, 2007].
- Tumori neuroectodermici primitivi (PNET) compreso il medulloblastoma: sono i più comuni tumori maligni dell’infanzia. Una importante fase della carcinogenesi è rappresentata dalla stabilizzazione della lunghezza dei telomeri tramite l’azione della telomerasi. Essendo l’EGCG un inibitore della telomerasi, potrebbe avere un ruolo nella prevenzione di questo tipo di tumori [Didiano D et al, 2004].
- Sindromi mielodisplastiche: secondo i ricercatori della University of Western Australia di Perth e colleghi, il costante consumo giornaliero di tè verde può proteggere dalla leucemia in età adulta [Liu P et al, 2014]. I Ricercatori australiani e cinesi hanno condotto uno studio caso-controllo in Cina tra il 2008 e il 2012 comprendente 493 casi di leucemia incidenti, confermati ematologicamente e 493 controlli ambulatoriali corrispondenti. Tra i casi con informazioni sul sottotipo di leucemia (414 su 493), 67,6% erano leucemie mieloidi acute, 16,9% leucemie linfoblastiche acute, 10,4% leucemie mieloidi croniche e 5,1% leucemie linfocitiche croniche. In seguito all’analisi dei dati, i ricercatori hanno scoperto che, rispetto a chi non beveva tè, i rapporti di probabilità corretti (intervalli di confidenza al 95%) erano rispettivamente pari a 0,30 (0,17-0,54), 0,26 (0,16-0,42), e 0,28 (0,17-0,47) per coloro che consumavano tè >/=30 anni, >/=2 tazze al giorno, e foglie di tè essiccate >1000 g all’anno (Tra chi beveva tè, il 95,8% riferiva di bere solo tè verde oppure tè verde con tè nero o tè oolong).
- Epatocarcinoma: l’EGCG è capace di inibire la progressione tumorale esercitando un’attività citocida sulle cellule LM6 di epatocarcinoma [Zhang Y et al, 2015].
Apparato cardiovascolare
Anche se non ci sono ancora prove schiaccianti a livello epidemiologico di un collegamento tra l’assunzione di tè verde e la prevenzione di malattie cardiovascolari, numerosi studi mostrano che l’assunzione di catechine del tè verde è associata ad un minor rischio di tali patologie. Sicuramente quest’effetto è correlato ad una diminuzione dei livelli ematici di colesterolo totale e della pressione sistolica [Zhu DY et al, 1990]. Inoltre, dopo somministrazione di catechine del tè verde, si ritrovano diminuiti livelli plasmatici di fosfatidilcolina idroperossido, un marcatore di lipoproteine ossidate, e ciò suggerisce che le catechine agiscano in questa situazione come antiossidanti, contribuendo così anche in questo modo a ridurre i rischi di malattie cardiovascolari.
Una larga metanalisi pubblicata dall’Università di Yale del 2006 ha puntato l’attenzione su quello che viene chiamato “paradosso asiatico”: in Asia esiste una minore incidenza di malattie cardiovascolari e cancro, nonostante un consumo elevato di sigarette. Probabilmente le importanti quantità di tè verde consumate dagli asiatici hanno un ruolo protettivo.
- riduzione della mortalità. Uno studio condotto dall’Università di Ohsaki ha seguito per 11 anni 40.530 adulti tra i 40 e i 79 anni, e ha dimostrato che chi consumava almeno 5 tazze di tè verde al giorno aveva un rischio di mortalità globale minore del 16% e di mortalità dovuta a malattie cardiovascolari minore del 26% rispetto a chi consumava meno di una tazza al giorno [Kuriyama S et al, 2006].
- riduzione dell’ipertrofia ventricolare sinistra da ipertensione renovascolare. L’EGCG può attenuare (nel ratto da esperimento) lo sviluppo di ipertrofia del ventricolo sinistro indotta da ipertensione di origine renale [Mao W et al, 2008].
- riduzione della pressione arteriosa [Potenza MA et al, 2007]. Uno studio tutto italiano ha dimostrato come gli estratti di tè verde prevengano l’ipertensione e il danno d’organo derivati da alti livelli di angiotensina II, probabilmente tramite l’azione di scavenging sui radicali liberi e regolarizzando la funzione endoteliale [Antonello M et al, 2007].
- attività antitrombotica. Il tè verde ha azione antiaggregante: inibisce la formazione di trombi prevenendo l’aggregazione piastrinica [Kang WS et al, 1999; Son DJ et al, 2004].
- miglioramento del profilo lipidico ematico e rallenta lo sviluppo dell’aterosclerosi [Miura S et al, 1995; Kono S et al, 1996]. Il tè verde previene l’ossidazione delle LDL e riduce la formazione di placche aterosclerotiche [Sumpio BE et al, 2006].
- correlazione inversa tra consumo di tè verde e rischio di ictus cerebrale [Liang W. et al, 2009].
- Apparato digerente
In un grosso studio di popolazione del 2006, il tè verde (almeno una tazza al giorno per sei mesi), nelle donne, riduceva del 27% il rischio di calcoli biliari, del 44% il rischio di cancro della colecisti e del 35% il rischio di cancro delle vie biliari. Negli uomini questo rischio era ridotto ma non in maniera così netta, probabilmente per il maggior consumo di sigarette [Zhang XH et al, 2006].
- Sistema nervoso
Il tè verde ha globalmente un potente effetto neuroprotettivo.
- Potrebbe avere un ruolo nella prevenzione e nel trattamento di malattie neurodegenerative: Parkinson [Pan T, Jankovic J, Le W, 2003] e Alzheimer [Mandel S, Youdim MB, 2004; Green tea could protect against Alzheimer’s].
- L’epigallocatechina (EGCG) sopprime fortemente l’insorgenza e/o il danno neuronale da encefalite sperimentale autoimmune (modello animale della sclerosi multipla) indotta dalla proteina 139-151 [Sueoka N et al, 2001; Aktas O et al, 2004].
- Un consumo maggiore di tè verde è associato ad una minore prevalenza di disturbi cognitivi nell’uomo [Kuriyama S et al, 2006].
- E’ possibile che la L-teanina (amminoacido contenuto nel tè verde) possa avere un effetto anti-stress, inibendo l’eccitazione dei neuroni corticali [Kimura K et al, 2006].
- I polifenoli del tè verde combattono i deficit cerebrali cognitivi dovuti alla sindrome da apnee ostruttive notturne (OSAS), caratterizzata da ipossia intermittente (le apnee notturne riducono l’apporto di ossigeno necessario al cervello durante il sonno) [Burckhardt IC et al, 2008].
- Malattie infiammatorie, autoimmuni e da radiazioni
- I polifenoli del tè verde possono prevenire l’artrite reumatoide nei ratti [Kim et al, 2008], oppure ne diminuiscono la severità dei sintomi, e riducono i sintomi in un modello murino di sindrome di Sjögren [Hsu et al, 2007].
- Il tè verde ha un potenziale applicativo nella prevenzione e nel trattamento di malattie infiammatorie, in quanto inibisce (oltre alla DOPA decarbossilasi) la istidina decarbossilasi, l’enzima che produce istamina [Rodríguez-Caso C et al, 2003].
- Il tè verde potrebbe rappresentare un importante approccio farmacologico contro le malattie autoimmuni nell’uomo: oltre i noti effetti antinfiammatori ed antiapoptotici, in vitro ha dimostrato di inibire la trascrizione e la traduzione di diversi autoantigeni (SSB/La, SSA/Ro, DNA topoisomerasi I e altri) [Hsu S et al, 2005].
Un estratto di tè verde filtrato in acqua calda, applicato sulla cute per dieci minuti, tre volte al giorno, migliorerebbe entro 22 giorni il danno cutaneo da terapia radiante [Pajonk F et al, 2006].
- Organi di senso
- L’EGCG protegge le cellule epiteliali del cristallino umano dall’apoptosi mediata dai mitocondri, attraverso la modulazione delle caspasi, della famiglia Bcl-2, delle vie MAPK e Akt. Questo rende utile il tè verde per la prevenzione della cataratta [Yao et al, 2008].
- Malattie infettive
- E’ stato dimostrato che l’EGCG, legando con alta affinità il recettore CD4 dei linfociti T helper sul sito dedicato alla gp120 virale (il dominio D1), inibisce il legame e l’ingresso del virus HIV nella cellula stessa. Sono sufficienti concentrazioni fisiologicamente rilevanti di EGCG (0.2 micromol/L). Questo significa che l’EGCG ha un potenziale di applicazione nella terapia contro l’infezione da HIV-1 (AIDS) [Williamson MP et al, 2006].
- Altre attività
Uno studio in vitro indica che l’epigallocatechin-gallato (EGCG) può avere azione protettiva contro i danni causati alla cute dai raggi UVB, in quanto riduce la formazione di H2O2 e l’attivazione conseguente delle chinasi ERK1/2, p38 e JNK53. Anche un altro studio mostra come l’applicazione topica del tè verde abbia azione fotoprotettiva contro i raggi UV nell’uomo [Camouse M.M. et al, 2009]. Uno studio pubblicato di recente suggerisce infine le potenzialità del tè verde nel trattamento delle allergie [Heo JC etal, 2008], anche se le opinioni in merito a tale applicazione sono discordanti [Murr C et al, 2005].
In un grosso studio di popolazione del 2006, il tè verde (almeno una tazza al giorno per sei mesi), nelle donne, riduceva del 27% il rischio di calcoli biliari, del 44% il rischio di cancro della colecisti e del 35% il rischio di cancro delle vie biliari. Negli uomini questo rischio era ridotto ma non in maniera così netta, probabilmente per il maggior consumo di sigarette [Zhang XH et al, 2006].