Vitamine e sali minerali

Il potassio

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Il potassio (K) è un sale minerale tra i minerali maggiormente presenti nel nostro organismo che non è in grado di sintetizzarlo per cui deve essere assunto attraverso l’alimentazione.

Il potassio è coinvolto in diversi processi all’interno dell’organismo: regola l’equilibrio dei fluidi e all’interno e all’esterno delle cellule; partecipa alla contrazione muscolare, inclusa quella del muscolo cardiaco; aiuta a ridurre il rischio di calcoli renali, contribuisce a mantenere normali livelli di pressione arteriosa contrastando gli effetti negativi del sodio.

È considerato un macroelemento, cioè uno dei minerali presenti nel nostro corpo in quantità elevate. Fra tutti i sali minerali infatti, è quello che ha il fabbisogno più alto: almeno 3.000 mg negli adulti.

Il potassio è uno dei 7 minerali essenziali, insieme a calcio, magnesio, fosforo, sodio, cloro e zolfo. Circa il 98% del potassio corporeo si trova all’interno delle cellule, dove contribuisce al mantenimento dell’equilibrio acido-base dei fluidi cellulari.

La ripartizione del potassio nei diversi tessuti è molto variabile ne sono maggiormente ricchi il fegato, il cervello, i muscoli striati, la pelle, lo scheletro. La sua concentrazione nei liquidi extracellulari è di 5 mEq/l, mentre nei liquidi intracellulari essa è di 150 mEq/l. Questa differenza di concentrazione tra l’interno e l’esterno delle cellule è mantenuta da un meccanismo di trasporto attivo, la cosiddetta pompa del sodio e del potassio, che richiede consumo di energia e determina l’espulsione degli ioni sodio e l’ingresso degli ioni potassio nelle cellule. Questa diversa concentrazione del potassio è in gran parte responsabile della differenza di potenziale esistente tra la superficie esterna e quella interna delle membrane cellulari (potenziale di membrana). La concentrazione di ioni potassio nel plasma (potassiemia) è di ca. 20 mg/100 ml di siero (pari a 4,4 mEq/l). Il sangue intero ne contiene invece 200 mg/100 ml (50 mEq/l).

Ruoli e funzioni del potassio
Il potassio è un elemento fondamentale per l’omeostasi cellulare e svolge un ruolo essenziale per l’organismo dal momento che interviene nella maggior parte delle funzioni vitali.

Il potassio risiede principalmente nei liquidi intracellulari, dove esercita le stesse funzioni svolte dal sodio all’esterno della cellula. Il potassio pertanto regola l’eccitabilità neuromuscolare, la ritmicità del cuore, la pressione osmotica, l’equilibrio acido-base e la ritenzione idrica. Inoltre, ha anche un ruolo nella sintesi delle proteine e agevola il processo di trasformazione da zuccheri a glicogeno.

L’azione del potassio si espleta in combinazione con il sodio, di cui ne regola gli effetti negativi (il potassio garantisce una buona attività muscolare, regola il ritmo del cuore, riduce il rischio di calcoli renali).

Insieme al sodio e al cloro regola gli equilibri acido-base cellulari: nell’acidosi metabolica il potassio esce dalla cellula mentre nell’alcalosi avviene il contrario; l’assunzione di potassio, associata a un calo del consumo di sodio, porta a una riduzione dei rischi di malattie cardio-vascolari; al contrario, la carenza di potassio è spesso associata a ipertensione. I cibi ricchi di potassio contribuiscono alla creazione di un ambiente alcalino all’interno delle cellule, in contrapposizione alla condizione di acidosi, associata alla comune dieta dei Paesi occidentali; l’acidosi metabolica è innescata dal consumo di cibi come carne, prodotti caseari, farine trattate: questi alimenti possono provocare escrezione di azoto, riduzione della densità minerale delle ossa e deterioramento muscolare.

Per quanto attiene la relazione potassiemia e ipertensione, diversi studi hanno dimostrato che non è tanto un eccesso di sale alimentare (cloruro di sodio) a favorire l’ipertensione, quanto uno squilibrio del rapporto potassio/sodio nella dieta. La dieta dei paesi industrializzati contiene cioè troppo sodio e troppo poco potassio. In natura il rapporto sodio/potassio è ancora più a favore del potassio (per esempio nelle patate è di 130/1, nelle arance 263/1 e nelle banane addirittura 440/1).

Fonti di potassio

Il potassio viene assunto dall’organismo con la dieta.

Tra i cibi più ricchi di potassio figurano: le patate, i pomodori, i legumi, le banane, gli spinaci.

In quantità minori si trova anche in pomodori, cetrioli, zucchine, melanzane, zucca e carote; il potassio si trova anche nei legumi (fagioli, piselli, soia), nella frutta secca a guscio (mandorle) e in buone quantità anche nella frutta fresca, in particolare negli agrumi, nel melone, nelle banane, nel kiwi e nelle albicocche.

Tra le fonti di origine animale, i cibi ricchi di potassio la carne e il pollame, i latticini e i pesci come il salmone, il merluzzo, la platessa e le sardine.

In genere, la quantità di potassio introdotta con gli alimenti supera largamente il fabbisogno giornaliero, che è di 4 g ca. in una dieta “standard”.

L’assorbimento avviene soprattutto a livello dell’intestino tenue, in misura minore anche nello stomaco e nell’intestino crasso. L’eliminazione avviene essenzialmente per via renale, solo in piccola parte con le feci e con il sudore. Nel rene il potassio viene escreto nell’urina dalle cellule del tubulo distale; questo processo è controllato dagli ormoni cortico-surrenalici mineraloattivi, i quali favoriscono il riassorbimento del sodio e l’eliminazione del potassio L’escrezione urinaria di potassio è di 50-100 mEq ca. al giorno.

Un deficit plasmatico di potassio (ipopotassiemia) è relativamente frequente, soprattutto nel periodo estivo, e può dipendere da uno squilibrio alimentare o da una forte perdita di liquidi a livello gastroenterico o urinario.

Una deplezione di potassio nell’organismo si determina soprattutto in seguito a eccessive perdite dello ione quali si hanno per vomiti o diarree persistenti, o anche in seguito all’uso prolungato di purganti.

Perdite eccessive per via urinaria si possono avere in conseguenza di diverse malattie renali (quali pielonefrite cronica, sindrome di Fanconi, acidosi tubulare e altre), di malattie endocrine (iperaldosteronismi, morbo di Cushing), in seguito a somministrazione di dosi elevate di ormoni corticosteroidi o di altri farmaci (in particolare diuretici), nell’alcalosi respiratoria o metabolica, nelle malattie cachettizzanti e nel digiuno, nella chetoacidosi. Più di rado è in gioco invece un insufficiente apporto con la dieta.

Un deficit di potassio (o ipokaliemia) si manifesta con disturbi di vario tipo, quali debolezza muscolare, stanchezza, crampi, vertigini, confusione mentale, sete, poliuria; il battito cardiaco diventa irregolare, con modificazioni del tracciato elettrocardiografico che esprimono alterazioni nella eccitabilità del miocardio; si possono anche avere cambiamenti dell’umore, nausea e/o vomito.

Integratori di potassio
Se per un qualche motivo non si riesce ad assumere una quantità sufficiente di potassio attraverso l’alimentazione, si può ricorrere ad integratori specifici.

Iperpotassiemia

Non si conoscono malattie da aumento della quantità di potassio nell’organismo in diverse condizioni tuttavia si può avere un aumento della concentrazione di questo ione nei liquidi organici, con effetti dannosi data la sua tossicità. Nella maggior parte dei casi è in gioco una insufficiente escrezione renale del potassio, come nell’insufficienza renale acuta o cronica, nell’insufficienza surrenalica, in caso di impiego di diuretici che inibiscono la escrezione urinaria del potassio In altri casi invece si ha il passaggio del potassio dal compartimento cellulare a quello interstiziale, come nei traumi associati a gravi lesioni muscolari, nelle emolisi, nelle emorragie interne, nell’acidosi. L’effetto tossico più importante legato all’aumento della concentrazione del potassio nei liquidi circolanti è costituito da alterazioni del tracciato elettrocardiografico, con bradicardia e diminuzione della pressione arteriosa possono seguire poi disturbi del ritmo fino alla fibrillazione ventricolare e all’arresto cardiaco. Spesso si associano anche debolezza, paresi o paralisi della muscolatura volontaria.

Redazione amaperbene.it

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