Gymnema | Gymnema silvestre R. Br.
Gymnema sylvestre (Retz.) Schult. è una pianta rampicante di grandi dimensioni, molto ramificata; sale fino alla cima dei grandi alberi. Le foglie sono opposte, ovali o ellittiche, picciolate, più o meno pubescenti su entrambi i lati e hanno un sapore amaro e acre. I fiori, gialli campanulati, sono raggruppati in racemi peduncolati o quasi sessili. Appartenente alla famiglia delle Asclepiadaceae (Apocynaceae secondo la classificazione APG), è originaria dell’India, del Pakistan e di Ceylon; è anche diffusa nelle foreste tropicali dell’Africa, Asia e Australia; è considerata tra le “erbe infestanti”
La pianta viene da tempo impiegata nella medicina cinese e ayurvedica per le sue proprietà ipoglicemizzanti e da poco è conosciuta e impiegata anche in occidente, dopo che studi medici hanno valutato che interferisce sull’assorbimento del glucosio a livello intestinale.
Le foglie di gymnema contengono saponine triterpeniche appartenenti alle classi dell’oleanano e del dammarano. I principali componenti come gli acidi gymnemici e le gymnemasaponine sono saponine dell’oleanano mentre i gymnemosidi sono saponine del dammarano. Altri fito-componenti sono costituiti da: antrachinoni, flavoni, hentriacontano, pentatriacontano, fitina, resine, acido tartarico, acido formico, acido butirrico, glicosidi correlati al lupeolo, amirina, stigmasterolo e calcio ossalato. Negli estratti vegetali sono stati rilevati anche alcaloidi e nelle foglie di G. sylvestre sono stati individuati glicosidi acidi e antrachinoni e loro derivati. I principali metaboliti secondari di gymnema comprendono un gruppo di nove glicosidi acidi di cui i principali sono l’acido gimnemico A – D che si ritrova in tutte le parti della pianta con massima concentrazione nelle punte dei germogli fogliari e nei semi.
Una serie di acidi gymnemici (acido gymnemico I, II, III, IV, V, VI e VII) sono stati isolati nell’estratto in acqua calda di foglie secche di G. sylvestre. Gli acidi gymnemici rappresentano una super famiglia di composti tra cui gli acidi gymnemici I-VII, i gymnemosidi A – F e le gymnemasaponine.
Le foglie di Gymnema contengono infatti una miscela di almeno nove acidi glicosidici a struttura molto simile, il cui componente più attivo è l’acido gymnemico A1, una molecola simile a quella del glucosio ma di dimensioni maggiori, che svolge un’azione ipoglicemizzante riconducibili ai seguenti meccanismi di azione:
- promozione della rigenerazione delle cellule delle isole di Langerhans
- incremento della secrezione di insulina
- l’inibizione dell’assorbimento del glucosio nell’intestino: viene bloccato reversibilmente il recettore per il glucosio, riducendo l’assorbimento degli zuccheri per il 50%; il blocco si instaura già dopo 60 minuti dalla somministrazione;
- incremento dell’utilizzo del glucosio poiché aumenta le attività di enzimi responsabili dell’utilizzo del glucosio nelle vie insulino-dipendenti con aumento di attività della fosforilasi e diminuzione degli enzimi gluconeogenici e di sorbitolo deidrogenasi
Più nel dettaglio a livello intestinale gli acidi gymnemici (che recano un sostituente chimicamente analogo alla molecola del glucosio) entrerebbero in competizione recettoriale con le molecole di glucosio sui recettori delle stesse frenandone l’assorbimento con conseguente riduzione della glicemia.
La pianta ha anche un’azione “anti-dolce”, vale a dire mettendo sulla lingua una piccola quantità di gymnema, entro pochi istanti viene annullata la percezione del dolce e dell’amaro (lasciando inalterata invece la percezione del gusto salato, acido e metallico), e si ha appunto meno voglia di “dolce”; in effetti, le gurmarine (polipeptidi) agiscono interferendo con la capacità delle papille gustative sulla lingua di distinguere tra dolce e amaro; questo effetto deriverebbe dalla capacità di queste molecole di indurre variazioni di pH e di modificare l’elettrofisiologia di trasmissione dello stimolo al cervello.
Globalmente gli effetti ipoglicemizzanti degli acidi gymnemici comprendono una cascata di eventi a partire dalla modulazione dell’attività dell’incretina che innesca la secrezione ed il rilascio di insulina; questo effetto si accompagna ad una rigenerazione di cellule pancreatiche nelle isole di Langherans con miglioramento di assorbimento mediato dagli enzimi del glucosio. Questo processo dimostra di ridurre l’assimilazione di glucosio e di acidi grassi nell’intestino tenue e di interferire con la capacità dei recettori nella bocca e nell’intestino per la sensazione di dolcezza. E’ stato dimostrato che l’acido gymnemico interagisce con la gliceraldeide-3-fosfato deidrogenasi (GAPDH), un enzima chiave nella via della glicolisi.
Sicché la Gymnema sylvestre dimostra di ridurre in modo dose-dipendente l’assorbimento intestinale degli zuccheri regolando la glicemia, regolando il picco glicemico postprandiale con conseguente controllo del senso di fame; inoltre la gymnema contribuisce con effetto cito trofico alla normale produzione di insulina svolgendo anche una utile azione protettiva sulle beta cellule pancreatiche nei confronti della gluco-tossicità. Il globale meccanismo d’attività di Gymnema silvestre contribuisce a contrastare i meccanismi di insulino resistenza.
Per questo motivo, l’uso di Gymnema sylvestre ricorre in moderni integratori alimentari proposti per il controllo di sovrappeso e obesità che sono condizioni frequentemente correlate alla malattia diabetica; i razionali di utilità di Gymnema nella gestione del peso corporeo fondano principalmente sulla sua capacità di rallentare l’assorbimento del glucosio nell’intestino che può essere vantaggiosa in una generale strategia di riduzione del peso corporeo soprattutto in quei casi in cui una dieta troppo ricca di calorie sia particolarmente composta da un eccesso di carboidrati; a questo effetto si assocerebbero anche gli effetti della pianta nel ridurre in parte anche i livelli dei trigliceridi, del colesterolo totale, delle VLDL e delle LDL.
Gymnema sylvestre potrebbe contribuire alla gestione (riduzione) del peso corporeo anche grazie alla sua capacità di ridurre la voglia di dolci attraverso gli effetti delle gurmarine che sono peptidi che bloccano la capacità di gustare sapori dolci e quindi di ridurre la voglia di mangiarli
Per il suo comprovato effetto ipoglicemizzante è tuttavia possibile un’interazione con altri farmaci ipoglicemizzanti, in modo particolare ipoglicemizzanti orali per la terapia del diabete mellito. É pertanto sconsigliato l’impiego contemporaneo con ipoglicemizzanti orali o comunque conviene stare attenti al loro dosaggio; non assumere durante l’allattamento al seno e in gravidanza.