Frutti Esotici

Guava – Psidium gujava L.

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La guava è il frutto dell’albero Psidium gujava L., specie appartenente alla famiglia delle Myrtacee di cui esistono diverse varietà. Originaria del Messico e dell’America Centrale, ma oggi questa pianta è diffusa in tutte le aree calde a clima tropicale. E’ conosciuta anche con i nomi di guaiava o, dallo spagnolo, guayaba.

La Psidium guajava è una sempreverde di modeste dimensioni che offre frutti variabili nel colore a seconda delle varietà: la buccia si colora delle tonalità del giallo e del verde, mentre la polpa, che il più delle volte è bianca, può essere anche rosata o violacea. La polpa è burrosa e può ricordare la pera o il melone, mentre il sapore è aromatico, dolce ed esotico: può ricordare una pesca con toni di vaniglia e mentolo. Il frutto era già conosciuto dagli Aztechi che lo chiamavano Xalxocotl, cioè prugna di sabbia.

Come si mangia la guava?

Per gustare al meglio la guava è fondamentale coglierla quando è matura al punto giusto ovvero quando risulta morbida (ma non troppo) al tatto. Il sapore è leggermente acidulo con tendenza al dolce nella varietà rossa a maturazione ottimale.

Sono commestibili sia i semi che la buccia, molto sottile e custode di gran parte del patrimonio di vitamina C. I semi sono particolarmente duri ed è meglio evitare di masticarli per non rischiare di danneggiare i denti.

Il profumo della guava, se il frutto è giunto al giusto grado di maturazione, è dolce, agrumato e leggermente muschiato: non a caso è l’ingrediente principe di numerosi prodotti per a pelle e per il corpo.

Solitamente, benché la buccia sia la parte più nutriente e benefica del frutto, la guava si mangia sbucciata, ripulita dei semi e tagliata a fettine.

In oriente questo frutto viene servito assieme alla salsa di soia come una specie di pinzimonio.

In America Latina l’abitudine è invece quella di tagliare il frutto in due e di mangiarne la polpa con un cucchiaino, proprio come si fa con i kiwi (anche se la consistenza è molto più burrosa).

Curiosa ma gustosa la tradizione culinaria sudafricana: la polpa di guava viene pressata, stesa, essiccata e poi arrotolata fino a formare delle girelle chiamate guava rolls.

La forma e il processo di essiccazione, al 100% naturale, esaltano il sapore del frutto che diventa come una gustosa caramella dolce-acidula.

In Italia questo frutto è celebre soprattutto per il succo di guava: super energizzante e ricchissimo di vitamine.

La buccia è edibile, ma molti preferiscono tagliare in due il frutto per mangiarne la polpa col cucchiaino. I semi sono particolarmente duri ed è meglio evitare di masticarli per non rischiare di danneggiare i denti.

Proprietà nutrizionali della guava

La parte commestibile della guava fornisce 20 calorie ogni 100 gr di prodotto, corrispondenti per: 64% a carboidrati, 22% a lipidi, 14% a proteine, 87,2 g di acqua.

Gli zuccheri solubili sono 3,5 gr, mentre l’apporto di fibra è pari a 5,4 gr ogni 100 gr di frutto.

Fra i micronutrienti ci sono: 423 mg di vitamina C, 82 µg di vitamina A (retinolo equivalente), 1 mg di vitamina B3 o pp (niacina), 0,04 mg di vitamina B2 (riboflavina), 0,03 mg di vitamina B1 (tiamina), 150 mg di potassio, 10 mg di calcio, 0,2 mg di ferro, 4 mg di sodio. A seconda del colore del frutto, la pigmentazione è data da carotenoidi, antociani, retinoidi. Ha buoni livelli di fibra, caroidrati, omega-3.

L’odore tipico di questo frutto è dovuto alla presenza di composti carbonilici; quando non è maturo è ricco anche di tannini. Il principale composto presente nella buccia è l’acido ascorbico.

Nelle foglie di guava si trovano invece: alcaloidi, antocianine, carotenoidi, oli essenziali, acidi grassi, flavonoidi (soprattutto quercetina), lectine, fenoli, saponine, tannini, triterpeni.

Anche la corteccia dell’albero contiene tannini, cui si aggiungono cristalli di ossalato di calcio. Infine, i semi sono ricchi di glicina, amido, flavonoidi e composti fenolici, mentre l’olio essenziale è fonte di alfa-pinene, cariofillene, cineolo, D-limonene, eugenolo e miricina.

Possibili benefici della guava

È usata da sempre come pianta medicinale: contro il vomito, la diarrea, gastroenteriti, mal di denti, infezioni. Studi del 2013 hanno dimostrato un’ottima azione specifica contro il diabete mellito, mentre nel 2012 è stata dimostrata la sua capacità di agire contro le cellule tumorali. Inoltre ha proprietà antivirali ed è in grado di lenire l’ulcera e le malattie della pelle.

Tuttavia va precisato che non sono disponibili studi clinici in grado di confermare l’efficacia dell’assunzione di guava a scopo medicamentoso.

Per quanto riguarda il suo uso come rimedio della medicina popolare, il frutto viene utilizzato come tonico e lassativo e per trattare sanguinamenti gengivali. In Giappone è largamente bevuto per prevenire il diabete, mentre in Cina se ne fa un tè depurativo e disintossicante, a base di foglie e frutti; in Brasile l’infuso si chiama “Chá-de-goiabeira).

Usi in cucina

Acerbi ma non troppo, i frutti si possono anche gustare crudi nelle insalate (una per tutte: guava tagliata a dadini più germogli di fagiolo indiano, mais, cipolla rossa e cumino nero), marinati o cotti negli stufati (a Mumbai, ad esempio, va forte l’Amrud ki Sabzi, alias un curry di guava detto anche Bhaji).

Le foglie di guava possono essere utilizzate per realizzare decotti, infussi e tè; moltissimi i possibili utilizzi.

Possibili controindicazioni della guava

L’unica controindicazione alla sua assunzione sembra essere l’ipersensibilità.

Da un punto di vista puramente teorico la guava potrebbe potenziare l’effetto di medicinali utilizzati nel trattamento del diabete o della diarrea. Mancano però le prove cliniche di tale interazione.

Olio di guava  

Dai semi di guava si ricava anche un olio largamente usato tanto nella cosmetologia (antirughe) quanto per usi culinari (è delicato al palato con un aroma che richiama il frutto).

Curiosità

La guava è il frutto nazionale invernale del Pakistan, contrapposto al mango che invece ne è la contropartita estiva.
Alle Hawaii il legno di guava viene largamente usato per affumicare le carni. È popolare anche nei barbecue, in particolare nei campionati statunitensi di BBQ. A proposito: a Cuba e in Messico per le grigliate si usano anche le foglie.

Redazione amaperbene.it

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