Graviola o Guanabana | Annona muricata
Annona muricata L., 1753 è una pianta appartenente alla famiglia delle Annonacee che produce un frutto comunemente chiamato graviola, guanàbana, corasòl o corossole.
È un albero strettamente tropicale originario delle basse terre umide dei Caraibi che può spingersi fino ai 1.500 metri di quota s.l.m. solo all’equatore, mentre alle latitudini tropicali non va oltre i 500 m. La pianta dà segni di sofferenza già a 5 °C, si defoglia a 2 °C e muore a 0 °C. L’albero raggiunge un’altezza di 8-12 metri ed è poco ramificato. I fiori sono oblunghi e hanno tre sepali e tre petali di colore verde e giallo. Probabilmente originaria delle Antille, la pianta era già diffusa lungo tutta la fascia tropicale americana durante l’insediamento dei primi coloni spagnoli. Presente anche in Asia meridionale, in Madagascar e altre zone dell’Africa, si incontra su scala limitata nel nord dell’Australia e, in pochi esemplari, nel sud della Florida.
Il frutto, la graviola, è lungo 20–30 cm, con buccia sottile color verde scuro e con aculei morbidi, il cui peso può arrivare e superare 2,5 kg; internamente è bianca, morbida, succosa e molto dolce, dal gusto particolare, morbido e allo stesso tempo leggermente acidulo: ricorda il sapore della pera ma con fascino esotico. Il frutto va consumato appena giunto a maturazione perché è rapidamente deperibile e di breve conservazione: tagliato a metà viene mangiato con il cucchiaino oppure frullato, come in Colombia, con l’aggiunta di latte freddo.
La graviola è un frutto nutriente, presenta 66 Kcal per 100 gr di prodotto, e contiene una buona percentuale (circa il 20%) di zuccheri, una discreta dose di proteine, vitamine A, B, C, oltre a fibre alimentari, potassio, fosforo e magnesio, ma soprattutto acetogenine annonacee con potenzialità di principio attivo. La pianta ne contiene circa 70 diverse varianti, mentre nell’intera famiglia delle Annonacee ne sono state identificate oltre 500. Oltre alle acetogenine, la graviola contiene altre molecole (oltre 200) che potrebbero avere un effetto attivo sull’organismo, come per esempio flavonoidi e alcaloidi isochinolinici che danno proprietà antibatteriche ed antidepressive.
Nei Paesi di origine della graviola, i frutti, la corteccia, le foglie e le radici di questa pianta sono usati talvolta nella preparazione di rimedi tradizionali per combattere infezioni virali e parassitarie, reumatismi, artrite, ipertensione, insonnia e infiammazioni. I risultati di alcune ricerche hanno confermato che estratti della pianta possono avere qualche effetto positivo in queste malattie. Per quanto riguarda il cancro, al momento non esistono prove di efficacia e di tollerabilità a sostegno dell’uso della graviola come terapia antitumorale negli esseri umani. Al momento non risulta che l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) abbia approvato alcun claim che giustifichi queste proposte d’uso. Inoltre ci sono seri dubbi sulla sicurezza dell’assunzione di prodotti a base di graviola.
Avvertenze e possibili controindicazioni
Non risultano condizioni in cui l’assunzione di integratori o altri prodotti a base di graviola potrebbe interferire con terapie farmacologiche o con l’assunzione di altre sostanze. In caso di dubbi è bene chiedere consiglio al proprio medico. E’ bene tuttavia ricordare che la Graviola contiene una sostanza chiamata annonacina, una neurotossina e per questo viene consigliato di non superare la dose giornaliera. Se assunta in modo eccessivo può interferire con l’effetto di alcuni farmaci o indebolire la flora batterica e il sistema nervoso.
La graviola è stata associata alla comparsa di problemi nei movimenti simili a quelli tipicamente associati alla malattia di Parkinson; per questo si ritiene che la sua assunzione potrebbe portare a un peggioramento dei sintomi di questo disturbo. Inoltre si ritiene che la graviola possa uccidere i neuroni presenti non solo nel cervello, ma anche in altre parti del corpo.
L’assunzione di graviola è sconsigliata durante la gravidanza e l’allattamento.