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I prodotti, e addirittura la Cultura Mediterranea sono sotto attacco da parte di un gruppo di multinazionali che in Italia è rappresentato da UnionFood, presieduta da Paolo Barilla, con al traino Confagricoltura: questo gruppo sta cercando di svilire e accaparrarsi l’intero patrimonio incentrato sulla Dieta Mediterranea attraverso una nuova associazione che inganna già con il nome: Mediterranea.
Si tratta dei grandi colossi del cibo omologato e ultraprocessato tra cui: Unilever, che ha avviato progetti per la produzione di latte e prodotti lattiero caseari artificiali, il cui primo uso dovrebbe riguardare il comparto dei gelati investe sul latte artificiale; Mondelez, multata per oltre 300 milioni di € dalla UE per ostacoli al commercio, che è uno dei maggiori produttori al mondo di snack, merendine e caramelle ed ha investito in una start-up israeliana per la produzione di cacao sintetico a base cellulare; Lactalis, destinataria in Italia di un provvedimento sanzionatorio per aver contravvenuto alla direttiva sulle pratiche sleali; Nestlè, tra i principali sostenitori del Nutriscore, il sistema delle etichette a semaforo che avrebbe come risultato, per esempio, l’indicazione dell’olio extravergine di oliva come alimento dannoso per la salute (essendo composto al 100% da grassi).
L’Unione Italiana Food è un’associazione che rappresenta 100mila posti di lavoro, 530 tra grandi marchi e Pmi dell’alimentare italiano, 900 marchi che finiscono sulle tavole italiane e di tutto il mondo (quasi la metà dell’export alimentare italiano proviene da questo perimetro). Secondo l’ultimo Rapporto Annuale, lo stato di salute delle aziende che fanno parte dell’associazione è ottimale: sette prodotti agricoli nazionali su 10 vengono acquistati e trasformati da Unionfood e, ove possibile, le sue aziende, che rappresentano oltre 20 settori merceologici e 900 marchi simbolo del made in Italy, acquistano il 100% della materia prima italiana disponibile. Il fatturato 2023 è in crescita (56 miliardi, +10%) e gli investimenti non si sono fermati: nel 2023 gli associati ad Unione Italiana Food hanno investito circa 3 miliardi di euro in ricerca e sviluppo per innovare, migliorare e rendere più sostenibili filiere, processi e prodotti, rispondere alle esigenze del consumatore, anticipare nuove tendenze di mercato”.
Un’importante ed autorevole presa di posizione a difesa della Dieta Mediterranea, del principio di prossimità e di identità dei territori è stata intrapresa dalla Coldiretti, da organizzazioni di categoria, associazioni dei consumatori e dei produttori, movimenti ambientalisti e organizzazioni che si occupano di cultura del cibo, unite tutte dallo slogan: “Giù le Mani dalla Dieta Mediterranea!”. L’obiettivo è contrastare la cultura prevalente che domina grazie ai sostegni del potere economico e che tende ad impossessarsi, sempre più spesso, del patrimonio appartenente alla Dieta Mediterranea, riconosciuta dall’Unesco, con decisione unanime del 16 novembre 2010, come bene protetto e inserita nella lista dei patrimoni orali e immateriali dell’umanità.
La Dieta Mediterranea non è semplicemente una prescrizione, un elenco di regole e di ingredienti. È un modello nutrizionale generato dal dialogo millenario tra le donne, gli uomini, il clima, il terreno, i bisogni, la fame, la festa, il piacere della convivialità, il lavoro fisico, la consapevolezza che la salute – la propria e quella delle altre forme di vita – si costruisce, giorno per giorno, con i gesti semplici e regolari che si accompagnano ai ritmi della natura.
La dieta mediterranea è quindi uno stile alimentare fondato sul rispetto del territorio e sulla biodiversità e che ha comprovati effetti benefici sull’organismo. E se il cibo consumato è biologico, i benefici aumentano, sia per la salute delle persone che del pianeta, divenendo così il modello più avanzato di dieta sostenibile.
Fonte: Sindaco Pollica replica a Confagricoltura, Dieta mediterranea non c’entra nulla con multinazionali del cibo omologato e ultra-processato. https://www.agricultura.it/2024/07/15/sindaco-pollica-replica-a-confagricoltura-dieta-mediterranea-non-centra-nulla-con-multinazionali-del-cibo-omologato-e-ultra-processato/