Genziana | Gentiana lutea
La genziana maggiore (Gentiana lutea L., 1753) è una pianta erbacea perenne, grazie alle radici molto sviluppate, appartenente alla famiglia delle Gentianaceae. Il nome Gentiana deriva da Gentius, re dell’Illiria (morto nel 167 A.C.), che si dice sia stato il primo a far conoscere le proprietà medicinali della pianta, 160 anni prima di Cristo. L’epiteto “maggiore”, con cui è comunemente denominata la specie, si riferisce alle sue dimensioni, superiori a quelle delle altre specie del genere Gentiana, mentre il termine “lutea” si riferisce al colore giallo dei fiori, diversamente dalle genziane blu-violacee dell’iconografia alpina.
Pianta erbacea perenne, con fusto robusto, fistoloso, semplice, alto fino a 150 cm., caratterizzata da una crescita molto lenta. Durante i primi anni è presente solo una rosetta basale composta da piccole foglie, poi con il passare del tempo la pianta cresce e sviluppa un fusto cavo all’interno che può raggiungere i 2 metri di altezza. E’ caratterizzata da una radice a fittone, molto grande che si sviluppa in senso verticale ed è di colore bruno giallastro all’esterno e giallo vivo all’interno. Si possono distinguere le foglie basali e le foglie caulinari. Le prime sono di grandi dimensioni (lunghe fino a 30 cm e larghe 15 cm), di forma ellittica, picciolate e con evidenti nervature parallele. Le seconde sono più piccole, di forma lanceolata e senza picciolo. I fiori sono di colore giallo e posti all’ascella delle foglie. La pianta fiorisce per la prima volta dopo 10/15 anni di vita.
Cresce nell’Europa meridionale in territori montani dai 1000 ai 2200 metri, prediligendo pascoli poco umidi e terreni calcarei. In Italia si trova nelle Alpi e negli Appenini. E’ una specie non molto comune, per questo è protetta ed è vietato raccoglierla.
Componenti: seco-iridoidi (amarogentina, gentiopicroside, sveroside, sverziamarina), xantoni, fitosteroli, triterpeni, pectine. L’amarogentina è la sostanza più amara che si possa trovare in natura. I contadini dell’arco alpino avevano l’abitudine di mettere un pezzetto di radice di genziana nelle loro scarpe per contrastare flaccidezza e sudore dei piedi.
La genziana è utilizzata in diverse formulazioni per stimolare l’appetito e favorire la digestione e per il trattamento di disturbi dispeptici, quali la sensazione di pienezza e la flatulenza, in quanto, grazie al suo elevato contenuto di sostanze amare, aumenta la motilità gastrica e la secrezione cloridropeptica dello stomaco, per azione diretta e per meccanismo riflesso (stimolo vagale). Per il suo gusto amaro ma profumato la radice della Genziana è anche utilizzata nella preparazione di liquori e grappe dall’effetto digestivo.
Alla pianta (in tisane) vengono anche attribuite proprietà toniche e ricostituenti oltre ad un’interessante attività antiossidante e fungistatica. Nel Medio Evo era usata per numerosi incantesimi e riti, spesso al posto della mandragora, che era molto costosa a quei tempi. In generale, la genziana è considerate un simbolo di potere e forza. In Tirolo c’è un detto: “Nessuno è forte come la radice di genziana”.
Dopo l’assunzione di genziana possono comparire iperacidità gastrica e crampi addominali.
L’utilizzo della genziana è controindicato in caso di ipersensibilità accertata verso uno o più componenti e in pazienti che soffrono di gastrite, acidità gastrica, ulcera, ernia iatale ed esofagite in quanto può accentuare questi problemi nonché in gravidanza e durante l’allattamento.