Finger lime – Cifo – Citrus australasica
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Citrus australasica è un agrume della famiglia delle Rutacee (sottofamiglia Aurantioideae) di origine australiana. È un arbusto o piccolo albero spinoso con piccoli frutti commestibili, noto come finger lime (per la particolarità dei suoi frutti, che assomigliano a delle dita) o caviale di limone o cedronzolino; quest’ultima denominazione è dovuta alle vescicole presenti nel frutto che alla vista assomigliano al caviale e si rompono in bocca masticandole, lasciando un sapore simile a quello del limone. Anche gli altri agrumi (mandarini, limoni) hanno tali vescicole, ma la caratteristica di questo frutto è che essi non sono suddivisi e compressi negli spicchi, oltre ad essere tondeggianti.
La pianta è una specie del sottobosco sia della foresta pluviale umida che di quella secca costiera del Queensland sudorientale e del Nuovo Galles del Sud; il finger lime è uno dei cibi tradizionali delle comunità aborigene di queste regioni.
La pianta è sempreverde, molto spinosa ed ha sviluppo modesto, da 2 a 7 m; le foglie sono piccole ed appuntite larghe 5–25 mm, lunghe 12–60 mm. I fiori, piccoli, sono bianchi con petali lunghi 6–9 mm. I frutti sono cilindrici (a forma di dito) lunghi 5–10 cm, a volte leggermente curvi; hanno buccia liscia o leggermente corrugata che può avere diversi colori: blu, bruno, rossiccio, verde, come anche la polpa: rossa, rosa, giallo, verde.
Spezzandoli a metà vengono fuori tantissime piccole sfere, che variano dal giallo pallido al quasi rosa, a seconda del colore della buccia esterna. Queste, una volta schiacciate, sprigionano un succo dal sapore aspro e agrumato. Questa caratteristica li rende un ingrediente ideale in cucina, specialmente in abbinamento a piatti di pesce, sushi, pasta e altri cibi che beneficiano della loro croccantezza e del loro sapore fresco.
Il gusto del finger lime ricorda quello dei limoni tradizionali, ma con una marcia in più. Oltre al classico sapore acidulo e agrumato, il finger lime ha anche note erbacee che ricordano il rosmarino e un leggero retrogusto di menta.
Tra gli agrumi sono quelli che hanno la più ampia variazione di colore. La colorazione definitiva viene assunta a maturazione completa, naturalmente, ma le proprietà gustative della sua polpa complessa e composta da piccoli peli secretori sferici, diminuisce drasticamente con l’avanzare del processo, come anche la proprietà aromatiche della buccia. La struttura rammollisce abbondantemente, rendendo difficile il suo maneggio. Anche la succosità della polpa decresce rapidamente.
I semi si formano a maturazione molto avanzata, quando il frutto inizia ad avere una struttura meno rigida alla pressione. Hanno forma appiattita, spigolosa e tronca in un lato, e ricordano solo vagamente quelli di altri agrumi.
Le fitte ramificazioni si prestano per la coltivazione su spalliera anche perché restano a lungo flessibili consentendo di avere buone reste ornamentali.
I rami sono dotati di spine particolarmente acuminate e lunghe, in relazione alle dimensioni delle ramificazioni, dato che possono raggiungere diversi centimetri. Dal punto di vista ornamentale, l’essenza è interessante perché offre i frutti nel corso dell’anno in continuazione e, a primavera, abbinano questi ai nuovi fiori.
Selezione varietale
La selezione varietale di finger lime è piuttosto ampia e il recente interesse commerciale ha incoraggiato programmi di breeding volti a trovare l’incrocio più idoneo a produrre i frutti migliori.
L’istituto australiano Gosford Primary Industries Institute (GPII) ha suddiviso le principali varietà di rilevanza commerciale in tre gruppi.
- Varietà registrate dai breeder: varietà che possono essere propagate solo con la licenza del costitutore varietale. Esempio è il finger lime Citrus australasica var. sanguinea “Rainforest Pearl”, di A. T. Eyles & Sons, che produce frutti dalle vescicole rosa.
- Cultivar registrate presso l’ACRA (Australian Cultivar Registration Authority) dalla “mamma di tutti i finger lime” Judy Viola. Rientrano in questo gruppo le seguenti varietà: australasica “Alstonville” dalla polpa verde chiaro, C. australasica “Blunobia Pink Crystal” dalla polpa rosa, C. australasica “Durhams Emerald” dalla polpa verde, C. australasica “Judy’s Everbearing” dalla polpa con sfumature verdi e rosa, C. australasica “Pink Ice” dalla polpa rosa.
- Altre cultivar ottenute da gruppi di produttori e commercianti che hanno costituito proprie selezioni varietali. Di questi gruppi ne citiamo due, originari del Nuovo Sud del Galles: il gruppo Wild Fingerlime e l’azienda Finger Limeing Good Limited.
Produzioni sul territorio nazionale
Anche in Italia è maturato un certo interesse per questo il caviale di agrumi. Gruppi di produttori, commercianti e tecnici si sono infatti uniti nel Consorzio Fingerlime, certificato dalla Presidente onoraria Judy Viola. Non molti anni fa sono state avviate le prime produzioni italiane di finger lime in Sicilia e in Calabria, territori particolarmente vocati alla coltivazione di questo frutto.
Aggiornamenti più recenti, riportati dal Consorzio stesso, riferiscono la sperimentazione di 300 piante in serra nel Lazio, con estensioni anche in Basilicata e in Puglia. “La pianta è molto rustica e spinosa e si sta adattando al nostro clima in modo ammirabile, grazie alla cura dei nostri esperti agrumicoltori” – ha evidenziato il Consorzio. Un dato che fa quindi ben sperare in un consolidamento delle produzioni in Italia.
Usi
Dopo gli iniziali periodi di raccolta dalle piante selvatiche dei primi colonizzatori australiani si è passati ad una coltivazione australiana specializzata.
Dal 2000 sono stati trovati diversi utilizzi non solo come frutta fresca, ma anche per prodotti derivati. I frutti sono molto apprezzati per il loro utilizzo in cucina gourmet.
Le foglie hanno un aroma piccante e pungente, possono essere usate per aromatizzare piatti a base di carne e di pesce. Il Finger Lime ha proprietà digestive, rinfrescanti, antisettiche e diuretiche, abbassa i livelli del colesterolo cattivo. E’ ricco di vitamina A, B1, B2, B6 e C, acido citrico, folico, malico, glicolico, lattico, betacarotene, luteina, zeaxantina, antiossidanti e polifenoli. La sua ricchezza di vitamina C, acido folico, potassio, vitamina E e α-idrossiacidi lo rende un potente alleato nella rigenerazione cutanea, perché stimola la produzione di nuove fibre di collagene e contribuisce alla salute e al benessere della pelle.
Il finger lime si abbina magnificamente a piatti a base di pesce e frutti di mare. È perfetto accanto a un salmone grigliato, ostriche fresche, capesante saltate in padella, oltre a vari tipi di sushi, sashimi e ceviche. Una delle sue caratteristiche più intriganti è che le sue piccole bolle trattengono il succo acido finché non vengono masticate.
Si presta in modo particolare ad aromatizzare dolci e bevande, in analogia con la buccia del Limone, suo stretto parente. Se impiegato in bevande, specie se alcoliche, manifesta una spiccata e gradita proprietà digestiva. Se lasciato in alcol, ne aromatizza il sapore ed il profumo, ed esplica interessanti risultati gustativi. Per gli usi gastronomici si consiglia di impiegare i frutti ancora immaturi che sviluppano a pieno le proprietà aromatiche della buccia e la succosità della polpa, che così può essere anche spremuta.
È anche un ottimo ingrediente nella preparazione di marmellate e confetture, seppur il prezzo proibitivo ne suggerisce un uso più parsimonioso.
Una porzione di 100 grammi contiene l’88% di acqua e fornisce solo 30 calorie.
Curiosità
Il finger lime si è sviluppato da agrumi ancestrali che esistevano su questo continente ben prima che venisse abitato dall’uomo; noto anche come “perle della foresta pluviale”, si è inizialmente sviluppato nell’Australia orientale, soprattutto nelle foreste tropicali del Queensland e del New South Wales, dove vivevano diverse popolazioni indigene, come i Bundjalung, Gumbainggir, Wakka Wakka e Barunggam. Questo agrume rimase circoscritto e apprezzato solo da una ristretta cerchia di estimatori. In queste comunità, il finger lime veniva utilizzato sia come rimedio medicinale per prevenire malattie che come antisettico naturale, applicato tipicamente. Inoltre, era considerato un importante “bush tucker”, ovvero un cibo selvatico tradizionalmente raccolto e consumato come fonte primaria di nutrimento.
Con l’arrivo della colonizzazione europea e le conseguenti deforestazioni per creare insediamenti e terreni da coltivare, il finger lime ha rischiato l’estinzione. Fortunatamente, alcune varietà sono sopravvissute in terreni agricoli e proprietà private, e questi esemplari sono diventati la base per la produzione commerciale odierna.
Nella seconda metà degli anni ‘60, alcuni germogli furono esportati dall’Australia in California. Da quel momento, il finger lime ha iniziato il suo percorso verso la produzione commerciale. La prima cultivar di valore commerciale, ovvero l’Alstonville, risale alla fine degli anni ‘80. Solo nel 2007 le prime varietà commerciali di qualità sono state registrate ufficialmente presso l’ACRA (Australian Cultivar Registration Authority), l’organismo governativo che presiede al controllo e alla registrazione delle varietà. Da dieci anni a questa parte però il finger lime sta conoscendo un interesse sempre crescente non solo nella sua patria ma anche all’estero. È uno degli agrumi più cari al mondo, e il suo prezzo legittima il nome che porta: il caviale di limone per i menu di Capodanno è uno degli ingredienti più ricercati e difficili da trovare.
Oggi viene ancora principalmente coltivato in Australia (ma non solo), dove oltre la metà del raccolto nazionale viene esportato in America, Asia ed Europa, mentre la restante parte è venduta sul mercato interno.