Farnia | Quercus Robur L.
La farnia (Quercus robur L., 1753, detta comunemente quercia) è un albero a foglie decidue appartenente alla famiglia delle Fagacee. Essa è la specie tipo del genere Quercus.
Il nome generico, già in uso presso gli antichi, sembra ricollegarsi alla radice indoeuropea che il latino condivide con le parole celtiche “kaer” e “quer” (bell’albero), cioè “l’albero per eccellenza”, ma anche con analoghi termini greci riferiti alla rudezza del legno delle piante appartenenti a questo genere; quello specifico deriva dal latino robur che significa “duro, resistente, robusto”, in riferimento alla durezza ed alla resistenza del legno di questo albero. Considerato fin dall’antichità un albero sacro, fu dedicato a numerosi dei come Zeus per la sua capacità di attirare i fulmini e Dana (dea madre dei celti) in quanto fonte di dimora e nutrimento per molti animali. Una curiosità: il plurale di quercia è querce (e non quercie).
È la quercia più diffusa in Europa, e il suo areale è alquanto vasto.
Questa pianta è caratterizzata da notevoli dimensioni (può raggiungere 40 metri di altezza), maestoso a chioma irregolare ovata, corteccia nerastra e fessurata; le foglie sono semplici con brevissimo picciolo, lobate, di colore verde lucido e caratterizzate da avere il diametro massimo nel terzo superiore; i fiori sono monoici; la fioritura ha luogo in aprile-maggio; il frutto è una ghianda con lungo picciolo e protetta fino a metà da una cupola a squame embricate appressate. Ha crescita lenta (cosa che ne determina il raro impiego come pianta ornamentale) ed è molto longevo. E’ una specie presente in tutta l’Europa, escluso il nord e parte della regione mediterranea; in Italia è frequente nelle regioni settentrionali, ma manca in Sicilia e Sardegna. Predilige i terreni freschi, fertili e profondi della pianura, anche con acqua abbastanza superficiale, ma si trova fino a 1.000 m di quota, spesso in consorzio con altre specie aventi le stesse caratteristiche.
La farnia è coltivata per il rimboschimento e per il pregiato legname che ne costituisce il prodotto più importante. Il legno di questa quercia, noto come “rovere di Slavonia“, è di colore bruno chiaro, resistente, durevole, con fibre spesse e netta differenziazione tra alburno e durame; è pesante (peso specifico 0,75 kg/dm3). Esso viene impiegato per costruire mobili pregiati, parquet e botti per l’invecchiamento di liquori (Cognac), oltre che per la produzione di carbone e l’impiego diretto come combustibile. In epoche passate la farnia era largamente utilizzata nelle costruzioni navali, specialmente nel Regno Unito, tanto da causare vasti disboscamenti.
È inoltre utilizzata come pianta simbionte per la coltivazione del tartufo bianco.
La Farnia (Quercus robur L) può essere confusa soprattutto con:
- la Rovere [Quercus petraea (Matt.) Liebl.] che si differenzia per avere ghiande sessili, foglie a base cuneata o arrotondata con la larghezza massima in mezzo alla lamina (che a sua volta presenta lobi più piccoli e numerosi), picciolo lungo, corteccia più scura e fessurata in piccole placche; ha ecologia diversa e non si trova mai su suoli asfittici.
- la Roverella [Quercus pubescens Willd] che ha frutti piccoli, sessili o subsessili, rametti sempre tomentosi biancastri, piccioli delle foglie più lunghi e tomentosi, le foglie generalmente più piccole, coriacee e solo a fine stagione glabrescenti, il tronco sinuoso e la corteccia scura divisa in squame a solchi profondi; vegeta in ambienti xerici.
In natura si incontrano spesso querce di incerta determinazione, con caratteri intermedi fra le tre specie. Questo avviene perché queste querce si sono differenziate solo in tempi recenti, principalmente su base ecologica, e le scarse barriere genetiche fra loro favoriscono l’ibridazione. L’intervento dell’uomo, rivoluzionando il territorio, ha eliminato le grandi superfici boscate compatte e relegato i querceti in limitate zone marginali, divise da ampi spazi aperti coltivati. Il vento può quindi scambiare i pollini tra le diverse specie (e quindi i loro geni) anche a grandi distanze.
Principali componenti: tannini, flavonoidi, catechine, proantocianidine, pectine, resine
Proprietà: astringente, lenitiva, antisettica, tonica-stimolante (gemme)
La quercia, grazie ai tannini contenuti all’interno della sua corteccia, è in grado di esercitare un’azione astringente, antinfiammatoria, antielmintica, antivirale e disinfettante. Grazie alla sua spiccata azione astringente, la quercia viene impiegata internamente per il trattamento della diarrea. Per uso esterno gli estratti di quercia sono utilizzati in prodotti per le emorroidi in virtù delle loro proprietà astringenti e vaso-costrittrici. Impiegati anche in caso di geloni, pelle e capelli grassi e come lenitivi per il cavo orale (sciacqui e gargarismi).
In cucina, in passato le ghiande della quercia erano un’importante fonte di alimentazione. Oggi il loro uso come cibo per gli uomini è pressoché scomparso, vengono invece utilizzate per l’alimentazione degli animali.
Controindicazioni: i preparati a base di corteccia, se consumati in modo eccessivo e per periodo prolungati, possono irritare l’apparato gastroenterico e causare vomito, nausea e diarrea per l’elevato contento in tannini. Il gemmoderivato non presenta questa controindicazione. Sconsigliato in gravidanza e durante l’allattamento.