Evonimo | Euonymus
L’Evonimo (o Euonymus) è una pianta arbustiva caducifoglia o sempreverde, appartenente alla famiglia delle Celastraceae. Si presenta con portamento eretto e con rami legnosi sui quali crescono le foglie lanceolate o ovoidali (a seconda della varietà). Ha piccoli fiori (di norma di colore rosa) ai quali si susseguono i frutti, piccole bacche rosate, talvolta con sfumature più scure.
L’Evonimo è una pianta contraddistinta da una crescita molto lenta ed è coltivata per via del bel fogliame; tradizionalmente viene utilizzata per realizzare siepi e bordature. Questi arbusti sono molto resistenti e si adattano a ogni tipo di terreno; si propagano per seme in autunno, oppure per talea al termine dell’estate. Predilige posizioni luminose, meglio se ben soleggiate, anche se non teme la semi-ombra alla quale si adatta senza problemi. Sopporta bene l’inquinamento; ideale per abbellire i parchi cittadini.
Il termine evonimo viene dalle parole greche eu = bene e onuma = nome, cioè pianta ben denominata; allusione al nome volgare di Berretta da prete, Tetragonto, per la forma dei frutti. Anche rinomato. Secondo altri il nome verrebbe dal fatto che gli antichi credevano che la pianta fosse venefica per il bestiame e la paragonavano perciò ad Evonima, madre delle Furie (Erinni).
Fare attenzione perché la pianta e le sue bacche sono velenose!
Le varietà di evonimi sono circa 175, diffuse praticamente in tutti i continenti. Fare una descrizione complessiva è difficile perché si tratta di un genere molto eterogeneo. Ne fanno parte arbusti e alberi che possono andare da appena 30 cm di altezza fino a 7 metri. Le foglie variano anche molto da specie a specie: ve ne sono di opposite e di alterne, di ovali, lanceolate e dentellate. Anche i colori presenti sono molteplici: verde chiaro, scuro, giallo o rosato. Un aspetto che li rende tutti interessanti è la produzione autunnale di frutti, di solito molto vivaci e dalla forma particolare. In ambito orticolo si usano prevalentemente cultivar ottenute dall’evonimo giapponese: hanno il vantaggio di essere molto tolleranti, di crescere lentamente e di necessitare di poca manutenzione.
Tra le più conosciute e coltivate ci sono:
- Euonymus japonicus (Thunb., 1780), noto anche come mandrino sempreverde o mandrino giapponese, è una pianta angiosperma della famiglia delle Celastracee, originaria di Giappone, Corea e Cina. L’epiteto specifico japonicus, “giapponese”, deriva dal latino e si riferisce alla provenienza della specie. È un arbusto sempreverde, talvolta alberello, che cresce fino a 2–8 m di altezza, con foglie ovali opposte lunghe 3–7 cm con margini finemente seghettati. I fiori sono di piccole dimensioni, di colore verde-bianco, di 5 mm di diametro. In autunno il tegumento rosa dei semi si apre e da esso fuoriescono i frutti arancioni, che pendono dall’involucro.
L’Euonymus japonicus ha nelle foglie la sua caratteristica: sono variegate oppure verdi, ma lucide, carnose e fittissime; è una pianta ornamentale molto diffusa per decorare parchi e giardini nella sua zona di origine ma anche in Europa e nord America. In particolare le numerose cultivar che sono state selezionate (spesso con foglie gialle o variegate) sono ampiamente coltivate in tutti i tipi di terreno, sia al sole che all’ombra.
- Albomarginatus – foglie verdi, con margini contornati di bianco.
- Bravo – foglie verdi variegate di giallo-crema, si sviluppa in altezza. L’Evonimo Bravo è un arbusto rustico sempreverde dal fogliame elegante, usato per abbellire aiuole e per bordure. Le foglie coriacee sono di forma ovale, colorate di verde scuro al centro, bianco crema ai lati, lunghe 4-5 cm. Durante l’anno la parte bianca varia di colore da tonalità più chiare a tonalità più tendenti al giallo. Cresce senza difficoltà in tutti i terreni, purché permeabili. Pianta resistente al freddo e all’ aria salmastra, necessita di poche cure. L’ Evonimo Bravo è un arbusto a crescita media, con portamento compatto ed eretto molto adatto per formare sia siepi piccole che di medie dimensioni, può essere utilizzato sia per siepi formali, che informali; per la sua compattezza si adatta benissimo anche a giardini medio-piccoli, questa specie può raggiungere anche 1,5/2 metri di altezza massima.
- Chollipo – foglie verdi con un ampio margine color crema. Produce raramente i frutti.
- Green Spire – arbusto con foglie di color verde-lucido, si sviluppa in altezza.
- Kathy – foglie ampie, di colore verde con margine bianco. Cresce in misura minore rispetto agli altri esemplari di Euonymus japonicus.
- Latifolius Albomarginatus – Foglie verdi con ampio margine bianco.
- Ovatus Aureus – foglie di colore dorato quando giovane, successivamente verdi con margine giallo scuro. Produce raramente fiori e frutti.
- President Gauthier – foglie di colore verde scuro variegate di bianco crema.
- Pulchellus Susan – foglie verde scuro con un sottile margine color bianco crema.
- Euonymus alatus (Thunb.) Siebold, 1830, conosciuta comunemente come mandrino alato, evonimo alato o roveto ardente, è una specie di pianta fiorita della famiglia Celastraceae, nativa della Cina centrale e settentrionale, Giappone, e Corea. Si tratta di un popolare pianta ornamentale in parchi e giardini per la sua rosa brillante o frutta di colore arancione e attraente colore di caduta. Le specie e la cultivar ‘Compactus’ hanno entrambi guadagnato la Royal Horticultural Society’s Award of Garden Merit.
Si tratta di una varietà sempreverde, di medie dimensioni, con foglie caduche, molto decorative in autunno. Ha foglie di forma ovale, lucide e verdi. Questo arbusto deciduo cresce fino a 2,5 metri di altezza, spesso più larghe che in altezza. Gli steli sono notevoli per le loro creste o “ali”. La parola alatus in latino significa “alato”, in riferimento ai rami alati. Le foglie sono 2-7 centimetri di lunghezza e 1-4 centimetri ampie, ovali-ellittiche, con un apice acuto. I fiori sono verdastri, portato per un lungo periodo in primavera. Il frutto è un rosso arillo racchiuso da una capsula rosa, gialla o arancione a quattro lobi. Il nome comune “roveto ardente” deriva dal brillante colore rosso.
E’ ritenuta una specie invasiva di boschi in Nord America orientale, e la sua importazione e la vendita è vietata negli Stati del Massachusetts e New Hampshire.
L’Euonymus alatus, Gui Jian Yu, è usato in medicina tradizionale cinese per rimuovere la stasi del sangue, promuovere le mestruazioni, rimuovere materiali tossici, abbasserà il gonfiore, e uccidere gli insetti o parassiti.
- Euonymus europaeus: noto come berretta del prete o fusaggine è una pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Celastracee diffusa dall’Europa al Caucaso; alta dai 3 agli 8 metri; ha un fusto eretto ed una corteccia di colore grigio-verdastra in età giovanile che poi diviene bruno-rossastra, liscia, così come i rami, che da giovani sono glabri. I giovani rami sono caratteristicamente quadrangolari ed hanno la corteccia verde punteggiata di chiaro. Ha foglie opposte di 3×7 cm circa, munite di picciolo lungo 4-8 mm e con lamina ovato-lanceolata, acuta o acuminata all’apice, con base arrotondata e margine finemente seghettato; la pagina superiore è glabra e di colore verde scuro, mentre quella inferiore, più chiara, è glabra, o può presentare al più della pubescenza lungo le nervature. Nel periodo primaverile si formano dei piccoli fiori bianchi ermafroditi che, in autunno, danno origine ai caratteristici frutti rossi (velenosi) dalla curiosa forma simile al cappello usato dai sacerdoti cattolici (da cui prende il nome comune). Cresce nei boschi misti di latifoglie.
La tossicità dei frutti di questa pianta era già nota allo storico e naturalista latino Plinio il Vecchio. Il legno duro veniva usato per fare fusi e stuzzicadenti; gli zingari lo utilizzavano invece per ricavarne aghi da cucito e grucce. L’Euonymus europaeus è pertanto una pianta velenosa (foglie e in particolare corteccia e frutti) che per la bellezza dei frutti e delle foglie, rosse in autunno, è molto utilizzata nei parchi e nei giardini. Il suo legno che odora di mela è molto duttile ed un tempo veniva impiegato nei lavori di intarsio, e per realizzare i “fusi” per la lana (da cui deriva il nome comune di nomi Fusaggine). I giovani rami, carbonizzati, erano utilizzati dai pittori come carboncino; inoltre il carbone, leggero, entra nella composizione della polvere da sparo.
I principi attivi sono costituiti da un glucoside amaro e a probabile azione digitalica: l’evonimina e da dulcite, acido evonico, asparagina, fitosterina e resine.
La berretta del prete trova impiego terapeutico; per via orale è da usare con assoluta prudenza: ha energica azione purgativa ed emetica. Per uso esterno il decotto di foglie è cicatrizzante, mentre i frutti ridotti in polvere, o il loro decotto, sono utili contro i parassiti cutanei (pidocchi e acari della scabbia).
Attenzione perché dosi elevate o ingestioni occasionali di frutti (3 o 4 di essi purgano energicamente un uomo adulto) possono causare seri avvelenamenti, che si manifestano con dolori addominali, vomito e diarrea persistenti, quindi con perdita della conoscenza. Per tale motivo è una pianta da evitare assolutamente, per la sua tossicità e per la difficoltà di dosaggio.
Inoltre bisogna porre particolare attenzione in quanto i frutti rosei, acri e velenosi, possono richiamare l’attenzione dei bambini.
- Evonimo fortunei è un arbusto sempreverde, alto 2 m e largo 1,5 m, crescita media; foglie lucide, verde bottiglia variegato di bianco crema; fiori piccoli, profumati, gialli, in primavera.
Vive all’aperto sia al sole che a mezz’ombra tutto l’anno; va pacciamato in inverno al Nord e va ritirato in serra fredda sulle Alpi. Tollera fi no a 0 °C, il caldo intenso e il vento salmastro.
Preferisce terreno fertile e ben drenato, ma ben si adatta ad altri substrati, anche poveri, aridi o sassosi.
Di evonimo fortunei esistono un grande numero di varietà soprattutto per ciò che concerne il colore delle foglie. Si tratta di un arbusto particolarmente apprezzato per creare bordature o come siepe; la sua è una crescita particolarmente compatta e lenta.