IN PRIMO PIANOLa logica delle disuguaglianze

Evasione fiscale, ingiustizia sociale, perversa disuguaglianza

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Con grande piacere (e ben volentieri) ripropongo all’attenzione dei lettori l’articolo pubblicato in data odierna da AdnKronos dal titolo “Fisco, in Italia evasione a 84 miliardi: i dati per regione”. Sono convinto che i lettori si faranno le stesse domande che mi sono posto io nel leggere l’articolo, per poi darsi, purtroppo, le solite risposte scontate.
In effetti, chi dovrebbe capire che non è più possibile ignorare certi dati non è certo il “povero contribuente” che ha fatto sempre il suo dovere pagando, volente o nolente, le tanto inique “tasse”; ma sono altri. A noi resta il sogno di pensare a quanto sarebbe bello (oltre che giusto) se ognuno versasse il dovuto nelle casse dello Stato.

Roma, 15 giu. – (Adnkronos) – In Italia il livello di evasione fiscale resta altissimo, intorno agli 84 miliardi di euro l’anno, sebbene “la nostra Amministrazione Finanziaria disponga di 190 banche dati collegate digitalmente tra loro, archivi che raccolgono un numero incredibile di informazioni fiscali che se opportunamente incrociati tra loro potrebbero determinare con grande precisione la fedeltà fiscale di ognuno dei 43,3 milioni di contribuenti italiani”. Lo segnala la Cgia (Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato) di Mestre ricordando che “solo a titolo di esempio, il nostro fisco conserva ogni anno di 2,4 miliardi di fatture elettroniche e di 1,3 miliardi di informazioni sui redditi e sui bonus utilizzate dall’Agenzia delle Entrate per predisporre le dichiarazioni precompilate”.

Con un’amministrazione del fisco che “possiede un’anagrafe tributaria così particolareggiata, non dovrebbe essere per nulla difficile individuare coloro che non pagano le tasse” a meno che ciò “non avvenga al di fuori dei circuiti ‘legali’. Altrimenti, pare di capire, non c’è banca dati che tenga: l’evasore – osserva la Cgia – ha ottime possibilità di rimanere impunito” e ciò “penalizzando oltre misura chi le tasse le paga fino all’ultimo centesimo”.

Per l’associazione “il livello di dettaglio delle informazioni digitali in possesso delle nostre Agenzie fiscali è a dir poco “spaventoso”. Se, tra le altre, il Dipartimento delle Finanze dispone di anagrafiche su “Gestione flussi concessionari”, “ Versamenti tramite PagoPa”, “Banca dati veicoli”, “Osservatorio partite Iva” e “Registro e successioni”, l’Agenzia delle Dogane/Monopoli possiede anche la “Banca dati antifrode”, “Contabilità e accise”, “Controlli nel settore accise e dogane”, “Dichiarazioni accise”, “Operazioni doganali all’importazione e all’esportazione”, “Anagrafe conti di gioco”, “Gioco del Bingo” e “Lotto e lotterie”.

L’Agenzia del Demanio, invece, può contare sulla “Gestione veicoli oggetto di sequestro”, su “Federalismo demaniale/culturale” e sul “Flusso documentale per la gestione degli acquisti (Gare)”. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione, invece, ha nel suo “carnet” digitale anche il “SET” (Sistema Esenzione Tributi), “Esatto” (Svolgimento attività riscossione), “Antiriciclaggio”, “Procedure pignoramento”, “Conduzione fallimento”, “Avvisi aste immobiliari” e “Archivio ruoli e cartelle”. L’Agenzia delle Entrate, infine, gestisce pure la banca dati su “Contributi a fondo perduto”, “Agevolazioni”, “Dichiarazioni fiscali”, “Rimborsi”, “Imposta di registro”, “Liquidazioni Iva”, “5 x 1.000”, “Planimetrie catasto urbano”, “Osservatorio mercato immobiliare”, “Catasto censuario terreni e fabbricati”, “Coordinate bancarie o postali” e “Scambio internazionale informazioni fiscali”.

Se in termini assoluti il mancato gettito interessa le regioni più popolate che sono anche quelle dove la concentrazione delle attività economiche è maggiore – come la Lombardia con 13,6 miliardi di euro di mancato gettito, il Lazio con 9,1, la Campania con 7,8 e il Veneto con 6,5 – in termini percentuali, ottenuti grazie al rapporto tra l’importo evaso ogni 100 euro di gettito tributario incassato, emerge, invece, che la propensione all’evasione investe soprattutto le regioni del Mezzogiorno. Infatti, in Calabria è al 18,4 per cento, in Campania al 17,2, in Puglia al 16,8 e in Sicilia al 16,5. Per contro, i territori più fedeli al fisco sono la Provincia Autonoma di Trento con una stima dell’evasione dell’8,6 per cento, la Lombardia con l’8 per cento e la Provincia Autonoma di Bolzano con il 7,7 per cento. La media nazionale è pari all’11,2 per cento.

In termini complessivi, l’Italia conta 43,3 milioni di contribuenti dei quali poco più di 42 milioni sono persone fisiche (soggetti Irpef più lavoratori autonomi in regime forfettario) e 1,3 milioni sono persone giuridiche. Tra le 107 province italiane monitorate dalla CGIA, Roma presenta il più alto numero di contribuenti Irpef: 2,9 milioni di persone di cui 1,7 milioni di lavoratori dipendenti, 904 mila pensionati e 64.300 soggetti con redditi da partecipazione. Seguono Milano con 2,4 milioni, Torino e Napoli entrambe con 1,6, Brescia con 927.100, Bari con 828.500, Bergamo con quasi 823 mila e Bologna con 796.700. Infine, per quanto concerne le società di capitali (Spa, Sapa, Srl, Srl unipersonale, Cooperative, etc.), la distribuzione territoriale disponibile è solo regionale e ad ospitarne il maggior numero è la Lombardia con 259.805. Seguono il Lazio con 183.800, la Campania con 129.300 e il Veneto con quasi 106.800.

Ndr – L’articolo va letto nel contesto della sezione dedicata alle disuguaglianze, a partire da
L’Italia è una Repubblica fondata sulle disuguaglianze

A Voi le risposte!

Redazione amaperbene.it

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