Eleuterococco | Eleutherococcus senticosus Maxim
L’eleuterococco (Eleutherococcus senticosus), noto anche come ginseng siberiano, è un arbusto selvatico spinoso della famiglia delle Araliaceae, che può raggiungere i due metri di altezza. Cresce spontaneo nella Russia Orientale (Siberia), nelle regioni estreme della Taiga russa, ed in alcune regioni e nelle regioni del Nord Korea, Giappone e Cina.
Nella Medicina Tradizionale Cinese è chiamato comunemente Ciwujia ed è ampiamente utilizzata da oltre duemila anni per la prevenzione delle infezioni dell’apparato bronchiale, per i raffreddori e le influenze, per rafforzare il Qi, rinvigorire il fegato e i reni.
La droga è rappresentata dalla radice e viene principalmente descritta come tonico-adattogena, ovvero una sostanza che non sviluppa un’azione specifica ma accresce la resistenza dell’organismo e tende ad equilibrare situazioni patologiche. Pertanto l’eleuterococco sarebbe in grado di supportare la salute e prevenire lo sviluppo di stati di malessere sia in individui sani che malati attraverso effetti generali e non-specifici, di ottimizzare la secrezione degli ormoni, di aumentare la resistenza e neutralizzare fattori dannosi e/o di stress senza alcun effetto negativo sul soggetto che lo assume.
Conseguentemente, l’utilizzo della pianta è indicato negli stati di stress e sovraffaticamento, nei periodi di ridotta capacità di rendimento, di concentrazione e di attenzione. Essa rinforza il sistema immunitario aumentando il numero dei linfociti T e stimolando l’attività dei globuli bianchi; previene l’insorgenza delle malattie; ritorna utile nell’astenia, negli stati di convalescenza, nell’esaurimento psicofisico, nella stanchezza, nella attività sportiva (tradizionalmente era ritenuto la pianta dello sportivo); stimola il metabolismo. L’eleuterococco possiederebbe anche proprietà rilassanti dell’endotelio, per cui ritornerebbe utile per la gestione di stati quali ipertensione, danni vascolari periferici e disfunzioni erettili.
Il trattamento con questa pianta può essere prolungato per permettere all’organismo di sviluppare le difese immunitarie e/o migliorare l’adattamento a situazioni stressanti.
Le sostanze attive di questa pianta sono concentrate nelle grosse radici di forma cilindrica e in parte anche nelle foglie, e sono costituiti principalmente da glicosidi chimicamente distinti chiamati eleuterosidi A-M. I composti considerati come elementi attivi primari sono la syringina e l’eleuteroside E. Altri fitochimici che si ritrovano nelle radici sono le saponine (ciwujianosidi), i polisaccaridi (eleuterani), i derivati della cumarina, i triterpeni e i lignani.
I principali effetti collaterali — ascrivibili all’assunzione di dosi eccessive — riguardano insonnia e cefalea; è inoltre controversa la reale efficacia in ambito sportivo, a causa dell’assenza di sostanze attive e degli effetti farmacologici opposti.
Tra le possibili interazioni farmacologiche vanno ricordate quelle con:
- barbiturici: l’eleuterococco aumenta l’effetto dei farmaci nell’animale;
- insulina: il dosaggio del farmaco può necessitare di variazioni in seguito all’assunzione di eleuterococco;
- antibiotici aminoglicosidici: è stato dimostrato un aumento di efficacia di questi farmaci durante il trattamento di infezioni intestinali da Shigella e Proteus.