La Dieta Mediterranea modello di dieta sostenibile
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Secondo la definizione della FAO, sono sostenibili i modelli alimentari che hanno un basso impatto ambientale e contribuiscono alla sicurezza alimentare e ad uno stile di vita sano per le generazioni attuali e future. Un’alimentazione sostenibile rispetta la biodiversità e gli ecosistemi, è culturalmente accettabile e accessibile, economicamente sostenibile, adeguata dal punto di vista nutrizionale e contribuisce ad ottimizzare le risorse naturali e umane.
La Dieta Mediterranea modello di dieta sostenibile
- La Dieta Mediterranea rappresenta il modello di dieta sana e sostenibile per eccellenza, poiché racchiude in sé la capacità scientificamente provata di apportare benefici in termini di salute, di prevenire alcune patologie croniche (malattie cardiovascolari, diabete, obesità e alcuni tipi di tumori), e, allo stesso tempo, di determinare effetti positivi sulla sfera socio-culturale, economica ed ambientale. E’ un modello alimentare salutare per le persone e per l’ambiente.
- La Dieta Mediterranea più che un regime alimentare è uno stile di vita, la risultante di un lungo e in gran parte sconosciuto processo culturale, evolutosi nel tempo, che ha portato le popolazioni che si affacciano sul Mediterraneo alla definizione del regime alimentare che meglio si adattasse alle esigenze del corpo umano. E’ pertanto un insieme di abitudini alimentari, espressione di un intero sistema culturale improntato alla salubrità, alla qualità degli alimenti e alla loro distintività territoriale.
- La Dieta Mediterranea conta tre pasti principali (colazione, pranzo e cena) e due spuntini di supporto a metà mattina e metà pomeriggio. Prevede un elevato consumo di cereali, frutta, verdura e legumi, la cui produzione richiede un impiego di risorse naturali (suolo, acqua) e di emissioni di gas serra meno intensivo rispetto ad un modello alimentare basato perlopiù sul consumo di carni e grassi animali.
- La Dieta Mediterranea è accessibile – Prodotti dell’orto e pesce azzurro, pane, pasta e pizza. Tutti alimenti generalmente poco costosi, per una tavola accessibile e inclusiva. Gli ingredienti base sono verdura e frutta di stagione, cereali, pesce, olio di oliva, meglio se extravergine, vino in quantità moderate, legumi freschi e secchi. Piccolissime le quantità di carne e grassi animali. Secondo lo schema della cosiddetta Piramide alimentare: alla base i prodotti consumati con maggior frequenza come pane, pasta, riso, polenta e ortofrutta, ai quali segue poi il consumo di pesce, carni bianche e rosse, uova e formaggi, oltre ad un moderato consumo di vino. Le sostanze sono ripartite in: 55-60% di carboidrati, entro il 30% di grassi e 10-15% di proteine.
- La Dieta Mediterranea è equilibrata – E’ un tipo di alimentazione bilanciata o equilibrata sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, perché garantisce un apporto adeguato di energia e di nutrienti, prevenendo sia carenze che eccessi nutrizionali (entrambi dannosi). Si basa infatti su una grande varietà di ortaggi e frutta di stagione, cereali e legumi, oltre a pesce, uova, carne e dal prezioso olio di oliva extravergine (EVO). La ricchezza di alimenti freschi fa sì che sia particolarmente semplice comporre piatti equilibrati.
- Rispetta territorio, stagionalità e biodiversità – La Dieta Mediterranea rispetta il territorio e la biodiversità, attraverso semine diverse in ogni area e rotazione delle colture, al fine di garantire anche la sicurezza alimentare e prevede il consumo degli alimenti nel rispetto della stagionalità degli stessi. Questo si traduce in una riduzione delle coltivazioni in serra e dei relativi impatti ambientali, così come dell’approvvigionamento e dei costi di trasporto da paesi lontani (food miles).
- Promuove la ruralità e la frugalità – La Dieta Mediterranea prevede porzioni moderate e consumo di alimenti integrali e freschi, poco trasformati. Sia le quantità consumate che le minori trasformazioni subite dagli alimenti contribuiscono a ridurre gli impatti ambientali dei comportamenti alimentari.
- È sostenibile e rispettosa dell’ambiente – Prevedendo un elevato consumo di cereali, frutta, verdura e legumi, richiede un impiego di risorse naturali (suolo, acqua) e di emissioni di gas serra molto meno intensivo rispetto al modello basato sul consumo di carni e grassi animali. Inoltre per la sua stagionalità. La Dieta Mediterranea prevede il consumo degli alimenti rispettando i ritmi della natura (stagionalità). Questo si traduce in una riduzione delle coltivazioni in serra e dei relativi impatti ambientali, così come dell’approvvigionamento e dei costi di trasporto da paesi lontani (food miles). Senza contare che rispetta il territorio e la biodiversità, attraverso semine diverse in ogni area e rotazione delle colture, al fine di garantire anche la sicurezza alimentare.
- Contribuisce a preservare la qualità dei prodotti consumati, tutelando al contempo la sicurezza igienico-sanitaria alimentare dei consumatori.
- Valorizza il territorio perché privilegia le numerose eccellenze alimentari e le imprese del posto: promuove i prodotti tipici ottenuti in un particolare ambiente e realizzati secondo metodi tradizionali che conferiscono loro caratteristiche di unicità e di irriproducibilità al di fuori di quello specifico contesto territoriale. Il concetto di “tipicità” di un prodotto, dunque, è legato sia alle caratteristiche strettamente ambientali del territorio, come quelle geografiche, sia a tecniche di produzione tradizionali e a preparazioni gastronomiche specifiche del territorio d’origine.
- Promuove la convivialità e l’interazione sociale – Mangiare insieme è il fondamento dell’identità culturale e della continuità delle comunità in tutto il bacino del Mediterraneo. La Dieta Mediterranea enfatizza i valori dell’ospitalità, della vicinanza, del dialogo interculturale e della creatività, e uno stile di vita guidato dal rispetto per la diversità. Godere del pasto in un’atmosfera calma e rilassata significa anche dare valore al cibo che si ha davanti, restituendo quel senso di appagamento e sazietà indispensabili per non dover ricorrere a pasti continui, magari consumati di fretta e per strada. Dare valore al cibo, masticando a dovere ed assaporando gli alimenti, vuol dire anche combattere l’obesità o l’incremento di peso, colpevoli dell’insorgere di molte patologie.
- Incoraggia l’incontro tra i popoli e le culture – La Dieta Mediterranea è espressione dell’intero sistema storico e culturale del Mediterraneo. È una tradizione alimentare millenaria che si tramanda di generazione in generazione, promuovendo non solo la qualità degli alimenti e la loro caratterizzazione territoriale, ma anche il dialogo tra i popoli. Se le diete dividono, quella mediterranea unisce, non solo perché è trasversale e può mettere alla stessa tavola carnivori, pescetariani, vegetariani, vegani e crudisti, ma anche perché è un vero esempio di cucina sociale. Il mare Mediterraneo non preclude ma da sempre facilita gli scambi e ha formato nei millenni caratteri comuni tra popoli come l’italiano, greco, marocchino e spagnolo, accomunati da ingredienti e sapori simili.
- E’ un regime alimentare che porta ad una riduzione della spesa sanitaria nonché ad una lotta contro lo spreco alimentare (con un risparmio economico a beneficio dei consumatori).
- Last but not least, fa bene alla salute – Secondo numerose ricerche mediche tale regime alimentare ha effetti benefici sulla salute. La Dieta Mediterranea prevede l’utilizzo di tutti i gruppi alimentari senza esclusione e quindi apporta all’organismo tutti gli elementi nutrizionali di cui ha bisogno; rappresenta quindi la migliore soluzione per proteggere la salute dalle malattie cardiovascolari, dai tumori, e dalle malattie neurodegenerative (morbo di Alzheimer, sindrome di Parkinson).
La Dieta Mediterranea può essere la “dieta del futuro”?
La Dieta Mediterranea è stata definita recentemente “dieta del futuro” in quanto fa bene al corpo e all’ambiente. Chi segue questo regime alimentare avrà dei benefici sia a livello corporeo che psicologico, ma c’è di più. La Dieta Mediterranea è anche un modo di vivere che rimette in equilibrio l’ambiente e lo sviluppo. Questo perché prevede il consumo degli alimenti rispettando i ritmi della natura. Ne consegue una riduzione delle coltivazioni in serra, dell’approvvigionamento e dei costi di trasporto da paesi lontani. Non bisogna dimenticare che si tratta di un regime che rispetta il territorio e la biodiversità, attraverso semine diverse in ogni area e rotazione delle colture (al fine di garantire anche la sicurezza alimentare), e che promuove l’interazione sociale, perché i pasti comuni sono elementi cardine delle feste e delle nostre tradizioni sociali. Se le diete dividono, quella mediterranea unisce, non solo perché è trasversale e può mettere alla stessa tavola carnivori, pescetariani , vegetariani, vegani e crudisti, ma anche perché è un vero esempio di cucina sociale. Il mare Mediterraneo non preclude ma da sempre facilita gli scambi e ha formato nei millenni caratteri comuni tra popoli come quello italiano, greco, marocchino e spagnolo, accomunati da ingredienti e sapori simili.
La Dieta Mediterranea è un insieme di abitudini alimentari, espressione di un intero sistema culturale improntato alla salubrità, alla qualità degli alimenti e alla loro distintività territoriale. Conta tre pasti principali (colazione, pranzo e cena) e due spuntini di supporto a metà mattina e metà pomeriggio. Anche in questa prospettiva, la tavola viene spesso rivalutata come punto di incontro e di riunione.
La dieta “planeterranea”
E’ possibile esportare il modello mediterraneo al di fuori del Bacino Mediterraneo? Certamente adottare questo tipo di alimentazione in altre parti del mondo presenta delle difficoltà oggettive, tra cui reperibilità e costi di talune materie prime di importazione. La Cattedra UNESCO di Educazione alla salute e allo sviluppo sostenibile dell’Università Federico II di Napoli ha avviato un progetto che ha l’obiettivo di adattare la tipica piramide alimentare della Dieta Mediterranea agli ingredienti disponibili in diverse parti del globo, creando così una dieta “planeterranea” (https://www.amaperbene.it/verso-una-dieta-amica-del-pianeta-la-dieta-planeterranea/). Dopo aver acquisito una serie di elementi, dati, informazioni, i ricercatori hanno elaborato cinque piramidi alimentari, basate sui prodotti facilmente reperibili in ogni macroarea, con proprietà nutrizionali simili a quelle della dieta mediterranea.
Così dall’America Latina, ad esempio, è possibile attingere per cibi ricchi di grassi monoinsaturi e polifenoli come papaya, banane verdi, avocado e bacche di açaí. Dall’Africa centrale, invece, ottimi da inserire sono teff, tapioca e manioca e dai Paesi subtropicali okra e fagioli pinto, ricchi di fibre e proteine. Passando all’Asia, ad entrare nella dieta Planeterranea sono i semi di sesamo e la soia, ricchi di composti bioattivi e sostanze antiossidanti; ma anche la spirulina e le alghe wakame, note per le loro proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Cambiando ancora continente e arrivando in Australia, si trovano il finger lime, la noce di macadamia australiana, la bacca di pepe, la prugna di Davidson e il bush tomato, anch’essi perfetti per questa rivisitazione della Dieta Mediterranea perché composti da una grande quantità di flavonoidi, vitamine e minerali ad azione antiossidante e antinfiammatoria.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare anche i luoghi freddi possono dare il loro contributo alla dieta Planeterranea. Il Canada, ad esempio, può puntare su olio di canola canadese e noci pecan, che contengono acidi grassi monoinsaturi e fitosteroli, noti per la loro capacità di abbassare il colesterolo LDL.
La dieta Planeterranea, o Pianeterranea, è quindi un modello alimentare che contiene tutti i principi della Dieta Mediterranea, ma è applicabile in qualunque parte del mondo in quanto gli alimenti tipici della dieta Mediterranea ma difficilmente reperibili localmente vengono sostituiti da prodotti simili in termini di proprietà nutrizionali e benefici apportati alla salute.