Getting your Trinity Audio player ready...
|
“Una mela al giorno toglie il medico di torno” è forse uno dei detti più comuni per quanto riguarda la salute Non è solo un modo di dire, frutto della saggezza popolare, né tantomeno un falso mito. Qualcuno tuttavia si è davvero posto la domanda e ha cercato di dare una risposta con criteri di scientificità galileiani al punto da guadagnarsi la pubblicazione dei risultati dello studio su un prestigioso giornale come il Journal of the American Medical Association.
Lo studio ha comportato la somministrazione di un questionario, atto a registrare i consumi alimentari giornalieri, a un campione di quasi 9000 americani nell’arco di un periodo di 3 anni. In questo modo era possibile confrontare coloro che avevano un consumo di almeno 1 mela al giorno (una mela piccola di circa 150 gr) verso coloro che abitualmente non ne consumavano e valutare, nei due gruppi, la frequenza riferita con la quale avevano fatto ricorso alle prestazioni di un medico o di personale sanitario o avevano avuto bisogno di una prescrizione di farmaci. Primo risultato: solo il 9% del campione in esame consumava almeno una mela al giorno (1 su 10, quindi), in barba ai tanti inviti di incrementare il consumo di frutta e verdura. Secondo risultato: chi mangia una mela al giorno aveva una maggiore probabilità di togliere il medico di torno. Però, era anche chiaro che chi mangiava una mela al giorno aveva alcune caratteristiche che da sole potevano spiegare un migliore stato di salute. Infatti, questi soggetti presentavano un livello di educazione scolastica più alta che potrebbe riflettersi in una maggiore consapevolezza relativamente allo stato di salute e fumavano di meno. Pertanto, quando questi fattori venivano presi in opportuna considerazione, l’associazione mela e medico diveniva meno forte. Il terzo risultato è che se anche una mela al giorno non necessariamente, per sé, fosse in grado di tenere il medico lontano, vi era, in ogni caso, una probabilità minore di ricorrere alla prescrizione di farmaci. Nell’insieme, quindi, questi risultati provano solo parzialmente la veridicità dell’adagio popolare, ma comunque confermano l’importanza di una sana alimentazione anche per garantire una spesa sanitaria più virtuosa. Gli autori dello studio, infatti, calcolano che il minor uso di farmaci tra coloro che la mela la mangiavano e chi no potrebbe tradursi, a livello di popolazione complessiva americana, in un significativo risparmio. Se i 207 milioni di americani adulti mangiassero tutti una mela Red Delicious al giorno questo comporterebbe una spesa di circa 28 miliardi di dollari a fronte di un risparmio, in termini di prescrizioni di farmaci, di 47 miliardi. Un risparmio netto di 19 miliardi di dollari.
La conclusione del lavoro è stata che se si pensa che basti davvero una mela al giorno per evitare di ammalarsi si sta sbagliando. Lo studio pubblicato su JAMA Internal Medicine ha infatti permesso di verificare una volta per tutte la validità dell’antico, smentendolo definitivamente: chi mangia tutti i giorni questo frutto continua a chiedere consulti per motivi di salute come chi non ne mangia.
In realtà la scelta di mangiare almeno una mela al giorno non è molto diffusa, almeno non negli stati uniti. Gli autori dello studio, ricercatori della statunitense Dartmouth Medical School, hanno infatti scoperto che solo il 9% degli 8 mila individui coinvolti nello studio aveva questa abitudine. Seguirla non portava però ad alcun vantaggio in termini di necessità di rivolgersi al proprio medico. Monitorando le abitudini dei partecipanti per 3 anni i ricercatori hanno infatti scoperto che la percentuale di individui che non aveva bisogno di rivolgersi tutti gli anni al medico era pari al 39% fra chi mangiava una mela al giorno e del 33% fra chi, invece, non la mangiava, ma che la differenza non era significativa. Piuttosto, i dati raccolti hanno svelato che chi mangia una mela al giorno assume meno farmaci che hanno bisogno di prescrizione medica.
Pertanto, dallo studio sembra potersi desumere che una mela al giorno non toglie il medico ma il farmacista di torno. L’analisi ha però dei limiti: i dati a disposizione dei ricercatori sono stati forniti direttamente dai partecipanti senza che venissero verificati, e il numero di visite dal medico non è necessariamente legato al numero di problemi di salute. Oggi, infatti, non ci si rivolge più al medico solo quando si ha un problema evidente, ma anche per fare prevenzione. Chi vuole credere ai benefici del consumo quotidiano di mele potrebbe appigliarsi a questi dettagli per continuare a sostenere la bontà dell’antico consiglio; ciò che conta è ricordare quanto continuamente ribadito dagli esperti: non esiste un cibo miracoloso, e la strategia migliore per mantenersi in salute è garantirsi un’alimentazione sana, equilibrata e, non da ultimo, varia.
Ciononostante, non si possono trascurare i tanti studi che confermano gli effetti salutistici delle sostanze contenute nelle mele e tutti associano i benefici alla famiglia dei polifenoli per le loro interessanti e note attività antiossidanti.
Sia trial sull’uomo che studi su animali hanno dimostrato che consumare mele migliora il metabolismo lipidico (la digestione dei grassi), contrasta i dismetabolismi specie degli zuccheri e migliora la resistenza all’insulina. Si aggiunge a questo anche un netto miglioramento del profilo lipidico ematico (meno colesterolo e trigliceridi), della salute dell’apparato gastro-intestinale e, in generale, dell’equilibrio antiossidante dell’organismo.
Poco, invece, si è scritto e ricercato sulla grande variabilità di questi effetti salutistici in funzione delle diverse varietà di mele. In effetti, c’è mela e mela.
Uno studio condotto presso il Dipartimento di Farmacia nei Laboratori di Chimica degli Alimenti del professore Alberto Ritieni, pubblicato sulla rivista Antioxidants, ha comparato il potenziale nutraceutico di diverse cultivar di mele, valutandone il loro profilo antiossidante. Le varietà scelte sono due delle più note a livello nazionale (Golden Delicious e Red Delicious) e due cultivar locali Campani (Limoncella e Annurca). Il confronto ha richiesto un approccio basato sulla spettrometria di massa ad alta risoluzione e, parallelamente, una simulazione in vitro del processo digestivo gastrointestinale.
Le analisi sono state condotte separatamente sui frutti interi, sulla polpa e sulla buccia e i risultati confermano che il contenuto polifenolico e il valore dell’attività antiossidante variano notevolmente tra queste cultivar. I dati indicano che la cultivar Limoncella ha il contenuto più elevato di polifenoli ed una eccellente attività antiossidante sia considerando la sola polpa che il frutto intero.
Una ulteriore criticità è rappresentata dalla significativa percentuale di polifenoli presenti nella mela che non è assorbita nell’intestino tenue e che insieme ai polisaccaridi non digeribili raggiunge il colon dove interagisce con il microbiota intestinale.
I dati della digestione simulata in vitro dai Laboratori di chimica degli alimenti del professo Ritieni hanno evidenziato una maggiore bioaccessibilità dei polifenoli presenti nella cultivar Limoncella ovvero la potenziale attività salutistica della mela si traduce in un reale effetto protettivo.
La ricerca ha confermato che è al livello del colon, dove la simulazione ha previsto l’uso di specifiche proteasi e polisaccaridasi specifiche, che si rompono le interazioni tra la fibra e i polifenoli alimentari e nella Limoncella le minori interazioni spiegano la maggiore attività antiossidante misurata.
L’attività antiossidante dei polifenoli recuperati nel colon mostra valori dell’82,31%, del 70,05% e del 65,5%, rispettivamente per il frutto intero, la polpa e la buccia, più elevati nella Limoncella rispetto alle altre varietà. La Limoncella contiene 1,9 grammi pro chilo di polifenoli totali, ovvero flavanoli e procianidine contro gli 1,05 grammi pro chilo nella Red, gli 1,7 grammi pro chilo dell’Annurca e gli 1,14 grammi pro chilo della Golden. La Limoncella a livello di colon fa assorbire i polifenoli il 25% in più rispetto all’Annurca, il doppio della Golden e il triplo rispetto alle Red.
Spiega il professor Alberto Ritieni: “Risultato interessante è avere dimostrato che la Limoncella ha una attività antiossidante complessiva superiore dal 15 al 44% in più rispetto alle altre tre varietà di mele confrontate”.
Davis MA, Bynum JP, Sirovich BE. Association between apple consumption and physician visits: appealing the conventional wisdom that an apple a day keeps the doctor away. JAMA Intern Med. 2015 May;175(5):777-83. doi: 10.1001/jamainternmed.2014.5466. PMID: 25822137; PMCID: PMC4420713.