Coridale Cava | Coriandrum Sativum
La Colombina cava (nome scientifico Corydalis cava L.) è una piccola pianta erbacea, perenne, di piccole dimensioni (è alta 15-30 cm), con radice bulbosa fascicolata, globosa e cava, appartenente alla famiglia delle Fumariaceae. Presenta da 5 a 7 foglie, 3-4 alla base di forma ellittica, con estremità appuntite più altre 2 stiliforme con dimensioni di 7-16 × 22-35 mm, presentano incisioni fino alla nervatura ed entrambe le tipologie sono di un colore verde oliva. Inoltre sono presenti delle foglie brattee, cioè che racchiudono il bocciolo prima della fioritura.
Il fusto è retto, non ramificato, con leggere sfumature biancastre in rari casi ma essenzialmente liscio e senza peli il quale può raggiungere anche i 35 cm di lunghezza e parte dal bulbo presente nel sottosuolo il quale è quasi del tutto privo di radici.
La cosa che colpisce di più sono però i fiori infatti possono facilmente superare i 20 separati e sono tutti separati dalla corolla e hanno vivaci tonalità rosate e più raramente bianche o violette per ognuno dei 4 petali che presentano un bordo superiore prolungato posteriormente a formare uno sperone ricurvo nella parte terminale. I fiori di questa pianta sono ermafroditi e le dimensioni possono variare da 19 ai 25 mm. Il frutto è una capsula lineare contenente diversi semi oblunghi con dimensioni che variano da 3 a 4 mm per la larghezza mentre da 15 a 20 mm per la lunghezza.
Cresce spontaneamente nei boschi di latifoglie (carpino), in luoghi a mezz’ombra, siepi, frutteti, vigne, su terreni calcarei-silicei ricchi di nutrienti, fino a più di 1000 m di altitudine. In Italia è diffusa al nord, un po’ meno al sud.
Queste piante sono molto valide per i giardini alpini e rocciosi. Si usano come ornamentazione di rocce e muri. Sono piante che si riseminano spontaneamente per cui non hanno bisogno di molte cure. Vanno sistemate in zone aperte, un po’ protette e mediamente ombreggiate.
Il nome generico (corydalis) deriva da un vocabolo greco (korydalis) che significa “allodola” e fa riferimento allo sperone terminale del fiore che ricorda il dito posteriore delle allodole; l’epiteto specifico (cava) deriva dal particolare bulbo cavo, organo ipogeo di questa pianta.
Nella pianta sono presenti degli alcaloidi tossici (contenuti nella parte ipogea – il bulbo) per cui è considerata una pianta velenosa (può provocare epilessia, catalessia, allucinazioni e arresto cardiaco). Altre sostanze presenti: gli enzimi berberina reduttasi, coridalina sintasi e tubocurarina.
Dal punto di vista farmacologico (secondo la medicina popolare) è una pianta sedativa (calma stati nervosi o dolorosi in eccesso), antispasmodica (attenua gli spasmi muscolari, e rilassa anche il sistema nervoso), antibiotica (blocca la generazione di microbi e batteri), cardiotonica (regola la frequenza cardiaca), vasocostrittrice (restringe i vasi sanguigni aumentandone la pressione); ma è considerata anche allucinogena. In particolare sembra documentata un’azione analgesica sul sistema nervoso somatico.