Getting your Trinity Audio player ready...
|
Il termine “dieta” viene dal termine latino diaeta, derivato a sua volta dal termine greco δίαιτα, dìaita, «regime, stile di vita»; per quanto riguarda specificamente l’assunzione di cibo, indica l’insieme degli alimenti che una persona assume abitualmente per soddisfare le esigenze fisiologiche dell’organismo ma anche gli aspetti psicologici e relazionali attraverso l’appagamento dei sensi, il rispetto della tradizione del territorio e dei ritmi della vita quotidiana.
Con decisione 6.41 del 17 novembre 2010, l’Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura) ha incluso la Dieta Mediterranea tra i Patrimoni orali e immateriali dell’Umanità, affermando il valore culturale di questo grande patrimonio dei popoli del Mediterraneo.
La Dieta Mediterranea costituisce un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, comprese le colture, raccolta, pesca, conservazione, trasformazione, preparazione e, in particolare, il consumo di cibo. La Dieta Mediterranea è caratterizzata da un modello nutrizionale che è rimasto costante nel tempo e nello spazio, costituita principalmente da olio di oliva, cereali, frutta fresca o secca e verdure, una moderata quantità di pesce, latticini e carne, condimenti e molti e spezie, il tutto accompagnato da vino o infusioni, sempre rispettando le credenze di ogni comunità. Tuttavia, la Dieta Mediterranea (dal greco , o stile di vita) comprende più di un semplice cibo. Essa promuove l’interazione sociale, dal momento che i pasti comuni sono la pietra angolare dei costumi sociali ed eventi festivi. Essa ha dato luogo ad un notevole corpus di conoscenze, canzoni, massime, racconti e leggende. Il sistema si fonda sul rispetto per il territorio e la biodiversità, e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri legati alla pesca e all’agricoltura nelle comunità del Mediterraneo, di cui Soria in Spagna, Koroni in Grecia, Cilento in Italia e Chefchaouen in Marocco sono esempi. Le donne svolgono un ruolo particolarmente importante nella trasmissione delle competenze, così come la conoscenza dei riti, gesti tradizionali e celebrazioni, e la salvaguardia delle tecniche.
Dichiarandola patrimonio immateriale dell’umanità, l’Unesco ha ufficializzato una realtà già contenuta nella parola dieta (dal greco díaita: modo di vivere): non un elenco di alimenti, ma un insieme di saperi traducibile in un paradigma di sviluppo sostenibile e inclusivo che non abbia come suo principale fine il profitto, ma l’incontro virtuoso tra territorio e persone. Adottare lo stile di vita Dieta Mediterranea significa diffondere prosperità; riportare sulle nostre tavole prodotti a basso impatto ambientale; nutrirsi in modo sano, riducendo la spesa sanitaria nazionale; valorizzare i produttori locali, tutelando i loro saperi e la nostra identità; connettere culture, unendole nel convivio. Significa rimettere al centro il concetto di cura per la salute, per l’ecosistema e la tutela della biodiversità, cura per la comunità nella relazione che nasce col convivio e che vuol dire rimettere al centro la vita: se nuovi bisogni richiedono sempre nuovi beni, è questa che dobbiamo rivendicare, oggi più che mai.