Combreto | Combretum micranthum G. Don
Il Combreto è una pianta arbustiva comune appartenente alla famiglia delle Combretacee; è originaria dell’Africa occidentale, Senegal, Mauritania e Nigeria. Cresce su terreni poveri di nutrienti, asciutti, come arenaria, argilla, laterite, rocce cristalline. Si trova frequentemente in termitai, anche se le sue radici sono molto sensibili agli attacchi delle termiti. Vive dove le precipitazioni annue sono tra i 300 e 1500 mm, e nella pianura fino ai 1000 mt. di altitudine. Nella stagione delle piogge dà foglie e frutti, che diventano rossicci nella stagione secca.
Si tratta di un arbusto o piccolo albero che cresce da 2 a 5 metri di altezza; in condizioni favorevoli può raggiungere un’altezza di 10 metri. Può assumere anche una conformazione rampicante, attorcigliandosi attorno ai rami degli alberi vicini e producendo fusti che possono essere lunghi 20 metri. Le foglie sono ovali di consistenza coriacea e di colore verde scuro.
I fiori sono piccoli e di coloro bianco. Il frutto è una samara. La foglia è intera oblanceolata cioè a punta di lancia e ristretta verso il basso
Le foglie vengono raccolte ancora verdi, prima dell’evoluzione dei frutti, essiccate e conservate in luoghi aerati, per impedire il degrado dei composti attivi. I principi attivi sono: combretina, aminoacidi, catechina, tannino catetico, olio essenziale, flavonoidi (vitexina), lipidi, alcoli triterpenici e una grande quantità di nitrato di potassio.
In passato, l’estratto fluido ottenuto dalle foglie di combreto era utilizzato come colagogo, diuretico e lassativo; era quindi indicato soprattutto per la cura e prevenzione della litiasi biliare, colecistopatie e dispepsie. Anticamente era usata dai guaritori soprattutto contro malaria e l’ittero in generale. L’estratto delle foglie si è rivelato un inibitore contro ceppi di Streptococchi, Stafilococchi ed Escherichia coli.
Nella moderna fitoterapia, l’uso del combreto è stato abbandonato perché ritenuto potenzialmente responsabile di disturbi gastrointestinali e non supportato da adeguati studi clinici.