Colombo | Jateorhiza palmata Miers.
La Calumba (Jateorhiza palmata Lam., Miers) è una pianta rampicante perenne appartenente alla famiglia delle Menispermaceae; proveniene dalle aree tropicali dell’Africa orientale e meridionale e della foresta pluviale del Madagascar; è coltivata in molte regioni tropicali, tra cui il Brasile.
Pianta dioica, ha fusto legnoso volubile, con foglie grandi, palmate, alterne, picciolate e fiori color verde giallo, quelli maschili raccolti in spighe, quelli femminili riuniti in grappoli penduli. Le radici, che rappresentano la parte officinale, sono grosse, carnose, ramificate, di circa 3-8 centimetri di diametro, con una corteccia spessa, brune all’esterno e gialle internamente; essiccate e tagliate, vengono poste in commercio sotto forma di dischi e costituiscono una droga nota con lo stesso nome della pianta. Ha azione tonica, eupeptica e astringente. Il frutto è una drupa a forma di luna.
Il termine Jateorhiza proviene dalle parole greche iater, medico, e rhiza, radice, evidentemente in allusione alle sue virtù curative. L’epiteto specifico palmata viene da pálma palma, per la forma delle foglie che ricorda il palmo della mano.
La radice della Jateorhiza palmata è stata a lungo in uso sotto il nome di “kalumb” tra le tribù africane del Mozambico, che la impiegavano come rimedio per la dissenteria e altre malattie.
Indubbiamente la droga fu da loro portata all’immediata conoscenza dei portoghesi quando ne ottennero il possesso nel 1508. Attraverso l’influenza dei loro commercianti, la conoscenza della droga si diffuse lentamente tra gli europei nel corso dei secoli XVI e XVII.
La radice contiene alcaloidi isochinolinici (protoberberina, columbamina, jatrorrizina, palmatina, bisjatrorrhizina), furanolattoni diterpenoidi (columbina, palmarina, casmantina), glicosidi (palmatosidi A, G) saponine (diosgenina, cryptogenina) ed è usata principalmente come tonico amaro, soprattutto nei casi di anoressia nervosa. Non contiene tannini, quindi può essere tranquillamente utilizzato in preparati di ferro per il trattamento dell’anemia senza il timore di precipitazioni derivanti da interazione in vitro. Inoltre, contengono circa l’1% di un olio essenziale verdastro, costituito principalmente da timolo, con una fragranza che ricorda il fieno – le radici più vecchie contengono pochissimo dell’olio. Le radici sono ricche di amido.
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Il tubero viene raccolto in natura per uso medicinale locale, per problemi digestivi, irritabilità gastrica, contro la dispepsia e la diarrea; è particolarmente usato per curare la perdita di appetito e l’anoressia nervosa; è considerato antielmintico, antipiretico, amaro, tonico.
L’uso è da sconsigliare nelle donne incinte (anche se spesso a queste donne sono state prescritte piccole dosi di questo farmaco per alleviare le nausee mattutine) o in allattamento.
L’assunzione di questa erba in dosi eccessive può provocare sintomi di incoscienza e paralisi.